Sono stati montati ieri i primi sei corpi illuminanti a led sospesi nel quartiere Libertà, in via Manzoni, nei due isolati che si affacciano su piazza Risorgimento. Si tratta di una sperimentazione gratuita finalizzata a testare le lampade più idonee prima dell’indizione della gara che consentirà all’amministrazione di acquistare e sostituire gli apparecchi illuminanti in tutto il quartiere con oltre 1.500 nuove lampade più prestanti ed efficienti sotto il profilo del consumo energetico. Si tratta di corpi illuminanti con tecnologia a led, presenti in commercio e rispondenti alla vigente normativa sull’illuminazione pubblica.
Nei prossimi giorni saranno montate già altre nove luci a led in altre strade interne dello stesso quartiere, meno trafficate e più buie, a partire da alcune vie prossime all’area della chiesa del Redentore.
A renderlo noto è l’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Galasso che sta seguendo le operazioni: “Le lampade montate ieri sono state richieste per un test di prova, quindi gratuitamente, e per un periodo di qualche settimana. In questo modo potremo verificare dal vivo l’effetto illuminotecnico prodotto dai diversi apparecchi illuminanti presenti in commercio in modo da valutare le prestazioni tecniche più idonee da richiedere e porre a base di gara. Non escludiamo, infatti, che per le prossime installazioni siano utilizzati altri campioni di corpi illuminanti da sottoporre a prova, atteso che altri produttori hanno mostrato interesse nel sottoporci i loro prodotti. Abbiamo scelto di avviare questa sperimentazione dal quartiere Libertà per dare un segnale tangibile ai cittadini sul fronte della percezione della sicurezza, fattore su cui proprio la maggiore illuminazione, insieme alla presenza di telecamere, incide tanto. Il nostro obiettivo è quello sostituire l’intera illuminazione di questo quartiere e di migliorare la vivibilità e la sicurezza di tutte le strade, tenendo sempre presenti i notevoli risparmi economici e di consumo energetico che questa tipologia di luci consente all’amministrazione”.
di Antonio Carbonara