I Suoni del Barbiere», con l’Accademia Mandolinistica Pugliese in scena per Digressioni

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I SUONI DEL BARBIERE
 
Prosegue «Digressioni», il cartellone di appuntamenti del centro di produzione artistico Digressione Music. In scena l’Accademia Mandolinistica Pugliese e le tradizioni musicali che legano la città di Molfetta alla musica diffusa dai barbieri “mandolinisti”
 
 
Giovedì 16 marzo, ore 20
Villa Corte degli Aranci (Molfetta, via Ruvo km 1)
 
 

 

Giovedì 16 marzo, prosegue il cartellone di eventi di Digressione Music, l’etichetta indipendente fondata a Molfetta da Girolamo Samarelli nel 2007. L’evento – intitolato «I suoni del barbiere», dal nome di un omonimo e prezioso disco di Digressione di qualche anno fa – partirà alle 20 nella Villa «Corte degli Aranci» di Molfetta (Strada Provinciale per Ruvo, Km 1) e vedrà protagonista l’ensemble dell’Accademia Mandolinistica Pugliese, formato da Leonardo Lospalluti (chitarra e mandolino), Valerio Fusillo (mandolino primo), Fedele Depalma (mandola), Simona Armenise (chitarra e basso acustico), Michele De Musso (percussioni). Con loro ci sarà anche il corpo di ballo dei maestri Vito Raffanelli e Giorgia Rossello, che con i loro allievi faranno rivivere l’atmosfera, la musica e il ballo degli anni passati. Per l’ingresso all’appuntamento – che prevede anche apericena – è necessario prenotarsi al 347.425.04.44 o su info@digressionemusic.it. 

Venerdì 17 marzo, inoltre, l’Accademia Mandolinistica Pugliese sarà ancora protagonista nella chiesa San Pietro a Molfettaalle 20,15, con il concerto musicale ispirato a un altro progetto discografico di Digressione Music, «Melodie dolenti»: saranno eseguite le marce funebri tradizionali, nella trascrizione a plettro di Sabino Andriani (ingresso libero).
Barba e capelli, e con sottofondo di mandolini. Sembrerà anacronistico, ma accadeva appena un secolo fa, quando le sale da barba, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento erano il luogo dove, tra una sforbiciata e l’altra, si ascoltavano le ultime novità operistiche e si organizzavano eventi cittadini. Le chitarre e i mandolini, con il loro repertorio basato su fantasie, trascrizioni operistiche e marce funebri, serenate e musica da ballo (valzer, mazurke, polke, one-step e persino piccoli swing), hanno profondamente innervato il tessuto sociale e musicale della Puglia, e in particolare di Molfetta tra l’800 e il ‘900. Non vi era infatti paese pugliese in cui non si trovasse un barbiere «mandolinista», o vere e proprie orchestrine a plettro capaci di elaborare in formule innovative i prodotti culturali provenienti dai centri della cultura nazionale ed europea, e di mediare tra istanze sociali e musicali eterogenee, riproponendole non di rado in formule semiprofessionistiche.
Molfetta nel primo scorcio del ‘900 riluceva per vivacità culturale e dinamismo sociale. In quegli anni la musica risuonava continuamente per le vie della città. Le stagioni teatrali prima al Teatro Comunale, poi al Politeama Attanasio, e infine al Teatro La Fenice, avevano diffuso in tutta la città la passione per l’opera lirica, richiamando artisti e direttori di fama nazionale. Furono però soprattutto i barbieri i principali animatori della vita mandolinistica molfettese. Le sale da barba di Tommaso De Simone, Luigino Spadavecchia, Corrado Giancaspro (“mèst Cherrare u gobbe”) erano le sedi deputate all’organizzazione dell’intrattenimento cittadino. Il barbiere mandolinista più rinomato era però Sabino Andriani che, insieme a Damiano Lisena, diede vita negli anni ’30 ad un rinnomato quartetto a plettro «classico», che più volte riusci a registrare puntate radiofoniche presso la sede EIAR di Bari (antenata dell’odierna RAI).
redazione

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