“Le Mafie in Puglia”: le Istituzioni si incontrano

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Il nitido e inquietante ritratto delle origini della camorra in Puglia, unito alla corruzione nelle carceri di Bari, documentato nel saggio di Stefano de Carolis, “L’Infame Legge” (Giazira Edizioni), è stato   il punto di partenza del seminario “Le Mafie in Puglia”: le Istituzioni si incontrano” che si è tenuto lunedì 24 febbraio 2025.  L’autorevole parterre dei relatori è stato chiamato ad argomentare la criminogenesi e le antiche dinamiche delle consorterie pugliesi, per poi ampliare la discussione alle attuali dinamiche delle mafie di Puglia e alle fattispecie corruttive, da sempre humus per le organizzazioni di stampo mafioso.
Il dott. Francesco Giannella, procuratore distrettuale coordinatore DdA di Bari ha sottolineato il grande lavoro di ricerca dello storico Stefano de Carolis. A poche ore dall’evento il maxi blitz antidroga nella cittadina di Turi con numerosi arresti. Assente all’evento il sindaco della cittadina barese.

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Altro importante intervento è stato quello dell’avvocato Antonio Maria La Scala che ha parlato delle fattispecie corruttive, humus delle mafie e dell’importanza della cultura nella lotta contro le mafie.

 

 

Quando si parla di un tema come la mafia,  ha affermato  il senatore Filippo Melchiorre, membro della commissiona parlamentare antimafia,  “non possiamo pensare che questo competa solo alle forze dell’ordine e alla magistratura. Il seminario, infatti, ha evidenziato la necessità di un approccio integrato, in cui le istituzioni devono lavorare insieme per contrastare efficacemente le infiltrazioni mafiose”.

Il procuratore Dda Carmela Bruna Manganelli è entrata nel merito delle mafie garganiche ed ha anch’essa sottolineato l’importante lavoro di ricerca di de Carolis in merito alla  criminogenesi delle mafie in Puglia.

Uno dei momenti più significativi dell’incontro è stato  l’esposizione del pizzino,  il più antico pizzino di camorra mai ritrovato. Si tratta di un fazzoletto di cotone, scritto nel 1901 nelle carceri di Bari dal capo camorrista barese, contenente il testo de “La canzone di Amelia la disgraziata”. Attualmente il reperto giudiziario è custodito presso l’Archivio di Stato di Bari, diretto dal prof. Adriano Buzzanca che è intervenuto tra i relatori.

L’opera, musicata dai maestri Antonio Moretti e Fabio Tassinari, è stata  eseguita dai fiati dell’Orchestra Sinfonica Federiciana, con la direzione artistica di Sara Allegretta e sotto la magistrale guida del M° Benedetto Grillo. A presentare l’esecuzione il  Generale Pasquale Preziosa (presidente dell’Orchestra), già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e direttore EURISPES. La canzone contenuta nel pizzino è stata cantata dal maestro Vincenzo Maria Sarinelli, tenore di fama internazionale.

Antonio Carbonara

 

 

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