I finanzieri della Compagnia di Maglie, alle dipendenze del comando provinciale di Lecce, hanno scoperto una presunta frode che sarebbe stata attuata con le agevolazioni del superbonus al 110% e sequestrato beni e liquidità per oltre 67 milioni di euro in esecuzione di un decreto emesso dal gip del tribunale salentino su richiesta della procura.
In tutto sono 12 gli indagati che rispondono di indebita percezione di erogazioni pubbliche, falsità ideologica in certificati commessa da persone che esercitano un servizio di pubblica necessità ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Nove di essi sono accusati anche di associazione per delinquere.
Nei confronti di un imprenditore, rappresentante legale della società al centro dell’inchiesta, anch’essa sottoposta a vincolo, è stata applicata la misura interdittiva di divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare attività professionali e imprenditoriali per la durata di un anno In particolare il provvedimento di sequestro preventivo è stato eseguito all’interno di numerosi istituti bancari e postali ‘terzi cessionari del credito’ per un importo quantificato in 25 milioni di euro e presso il ‘cassetto fiscale’ della società inquisita per oltre 42 milioni di euro.
L’indebita percezione di contributi per i bonus edilizi si riferisce a lavori non eseguiti, o eseguiti solo in parte, di ristrutturazione immobiliare in oltre 500 cantieri ricadenti nella provincia di Lecce, per i quali i professionisti abilitati e coinvolti nell’illecito ipotizzato avevano attestato lo stato finale dei lavori, rilasciandone il prescritto visto di conformità.
Per tali interventi edilizi sono state emesse e contabilizzate oltre 1.200 fatture per operazioni inesistenti, inserite nel sistema dell’Agenzia delle Entrate, allo scopo di generare i crediti d’imposta e di procedere alla loro monetizzazione ( Ansa).
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