BARI INTERNATIONAL GENDER FESTIVAL
Si inaugura il Focus Arte Contemporanea del BIG X, ideato e curato dall’artista Pamela Diamante, in corproduzione con Spazio Murat. Al centro, la mostra «Enjoy the collapse» del collettivo Democracia.
Martedì 5 novembre, ore 19
Spazio Murat – Bari
Martedì 5 novembre, alle 19, in Spazio Murat a Bari, si inaugura un altro tassello prezioso della decima edizione del Bari International Gender Festival, diretto da Miki Gorizia e Tita Tummillo: è il Focus sull’Arte Contemporanea, ideato e curato dell’artista Pamela Diamante, in coproduzione con Spazio Murat, che porterà per il terzo anno consecutivo un approfondimento sui movimenti artistici più importanti del panorama internazionale contemporaneo, come il collettivo Democracia – fondato a Madrid nel 1970 da Ivàn Lòpez e Pablo España – che focalizza la sua produzione artistica sulla comunità, il dissenso e il conflitto.
Il Focus inaugura in Spazio Murat la mostra «Enjoy the collapse» del collettivo Democracia, un progetto espositivo che si articola attraverso diverse forme d’azione volte a far performare il corpo sociale in spazi pubblici, come mezzi espressivi.
È il caso di «Order», opera video strutturata in tre atti come un dramma lirico e vede in «Act I, Eat the rich/Kill the poor» la partecipazione dei New Black Panther di Houston in una manifestazione armata in cui esibiscono una serie di slogan come costruzione poetica.
L’opera «Welfare State», invece, documenta e rielabora la demolizione di El Salobral, la più grande bidonville europea che si sviluppava a sud di Madrid, in cui come in un grande show il pubblico istiga le ruspe alla totale distruzione. All’interno del percorso espositivo, si trova anche il libro «Contra la Democracia» scritto sotto il nome di Grupos Anarquistas Coordinados in cui si fa un’analisi della democrazia come espressione del sistema di dominio; il possesso di questo libro è considerato dall’Audiencia Nacional spagnola un indizio di appartenenza a un’organizzazione terroristica.
Oltre ai lavori presentati da Democracia, la mostra include un’opera video dell’artista spagnola Núria Güell, la cui presenza arricchisce il discorso espositivo, offrendo una prospettiva critica che dialoga con la complessità delle tematiche affrontate, in particolare attraverso l’intersezione tra genere e resistenza sociale. Güell, amplia il campo della riflessione attraverso una decostruzione delle convenzioni sociali e politiche che regolano i rapporti di potere.
Democracia, attivo dal 2006 e derivato dalla precedente esperienza del collettivo El Perro (1989-2006), esplora l’interazione tra arte e sfera pubblica attraverso pratiche che disarticolano le strutture del potere, rivelandone le fragilità e contraddizioni intrinseche. La loro estetica, orientata strategicamente alla discontinuità e alla riappropriazione, è uno strumento che politicizza lo spazio pubblico, trasformandolo in un campo di forze dinamiche in cui emergono nuove configurazioni di relazione e modalità inedite di partecipazione collettiva. Attraverso un impiego strategico della propaganda come dispositivo critico, le azioni di Democracia decostruiscono il discorso egemonico, rivelando l’influenza crescente del simulacro nella vita quotidiana. La realtà appare così filtrata e ricostruita, aprendo a nuove riflessioni sulla veridicità e sulle dinamiche di controllo che si impongono nello spazio sociale contemporaneo.
La mostra sarà visitabile dal 6 al 24 novembre, dal martedì al sabato (dalle 10 alle 20), ingresso a 3 euro (botteghino di Spazio Murat). Ingresso gratuito per i possessori di abbonamento BIG X o della card Amici di Spazio Murat. Info: 080.205.58.56.
LE OPERE DI DEMOCRACIA
ORDER, il Gesamtkunstwer (opera totale) di Democracia
Il progetto ORDER nasce nel 2014 con l’intento di creare un Gesamtkunstwer, opera totale del collettivo costituito da un film operistico in tre atti in cui il capitalismo ingiusto è analizzato, denunciato ed eviscerato in modo selvaggio attraverso diverse fonti: da esperienze vissute e condivise della lotta contro l’oppressione, ai testi di canzoni punk e poesie degli antichi greci. Il libretto di ORDER, infatti, è ispirato al poema Le Opere e i Giorni di Esiodo in particolare al racconto Mito delle Cinque Età che si ritiene sia stato scritto durante la crisi agraria dell’antica Grecia, un periodo di espansione coloniale, schiavitù del debito e guerra di classe; un’epoca in cui «si onora l’uomo che fa il male e si loda l’oltraggio». Democracia coglie questa premessa centrale del poema di Esiodo e la trasforma in un trattato lirico feroce ed efficace sui mali della società postmoderna. Nei tre atti l’opera presenta interventi attentamente progettati in spazi pubblici e privati, togliendo così l’opera dalle costrizioni del mezzo teatrale e dal suo ambiente abituale, rompendo la grammatica culturale dell’opera. Il collettivo utilizza questo mezzo come un’arma con cui il suo pubblico naturale, le classi dominanti, può essere messo alla berlina, criticato e tenuto a rispondere delle proprie azioni. L’opera scatena così un conflitto tra le parti ma chiede al pubblico di capire dove sono tracciate le linee di battaglia.
Il primo atto, Eat the rich/Kill the poor, si apre su uno schermo investito da elementi psichedelici incalzati dalla distorsione del suono che introducono la prima protagonista del film, una limousine Humvee che esce da un autolavaggio, dove si assiste a una performance di lavoro meccanizzato, una danza con luci multicolori e saponi colorati che bagnano questo facsimile gigantesco e deformato del veicolo tanto amato dai “Patrioti” americani. La limousine intraprende un viaggio nel centro di Houston passando davanti alle sventolanti bandiere degli Stati Uniti e ai giganteschi progetti infrastrutturali del secolo scorso, fino a raggiungere i luoghi più poveri e degradati della città. Su entrambi i lati della limousine sono scritte in grandi lettere le frasi EAT THE RICH e KILL THE POOR, messaggi diametralmente opposti che ottengono risposte altrettanto estreme dalla gente di Houston. All’interno della limousine viaggi la ricca ereditiera Amanda che attraverso un area lirica rimprovera i poveri per il loro inetto contributo al sistema economico e si applaude per il loro sradicamento. La limousine esce dal suo habitat e all’improvviso lo spettatore viene trasportato in un mondo completamente diverso in cui assiste alla messa in scena di una manifestazione armata dell’Huey P. Newton Gun Club di Houston, un gruppo di attivisti afroamericani per il diritto alle armi e autodifesa che esibiscono una serie di slogan come costruzione poetica. Questa scena è significativamente legata a eventi recenti e storici e al discorso pubblico sulla violenza statalista contro le persone di colore negli Stati Uniti e altrove.
Il secondo atto Konsumentenchor esplora le dinamiche del consumismo contemporaneo con le sue innate pulsioni a divorare ed esaurire tutto nonostante le conseguenze sentite nel crescente cataclisma ecologico. Un coro di bambini marcia in fila indiana in un centro commerciale di Dublino, cantando all’unisono le loro vite da consumatori che si descrivono come “macchine del desiderio” costruite per mangiare il mondo. Il solista del gruppo, negli istanti finali della scena, dichiara una nuova era in cui abbiamo “riacquistato la nostra libertà” ma che questo è “l’inizio dell’età del ferro della sopravvivenza” che riflette una dualità tra l’abbondanza di capitale per pochi e scarsità di mezzi per la maggior parte. Ciò che è più evidente durante questo intervento pubblico è quanto il pubblico circostante sia impassibile di fronte a questo disturbo. Forse è l’offuscamento dei loro messaggi, persino l’innocenza del giovane coro, o forse è perché lo shopping sfrenato deve continuare nonostante ogni interruzione.
Nel terzo e ultimo atto, Dinner at The Dorchester, assistiamo allo scontro finale tra l’incarnazione dello spietato fornitore del capitalismo che espone nelle sue celebrazioni il vero costo delle sue ricchezze e la cameriera coraggiosa che confronta i suoi trasgressori con la sua realtà abietta. L’ospite della cena Charles celebra con arroganza la sua spietatezza e quella dei suoi coetanei e promette la sua eterna fedeltà alla “pura pasta immateriale lucente”. Lisa, infuriata per la sua insensibilità celebrativa, irrompe nella cena per denunciare il suo fondatore e gli ospiti come “parassiti”. La sua presenza e i suoi proclami rivelano la massa critica di oppressione delle intersezioni presentate in questo lavoro: essere di colore, donna e povera. Mentre l’intervento dell’Atto II è passato, opportunamente, quasi inosservato dal suo pubblico inconsapevole, questa azione non poteva essere ignorata.
WELFARE STATE
L’opera documenta e rielabora la demolizione di El Salobral, la più grande bidonville europea che si sviluppava a sud di Madrid: nel 2007 la Comunità di Madrid e il Consiglio comunale hanno concordato la sua demolizione e il conseguente ricollocamento dei suoi abitanti, la maggior parte dei quali di etnia gitana. In questo insediamento si trovano persone chiaramente emarginate da fattori socioculturali insieme a coloro che sono lì volontariamente, come gli spacciatori di droga in cerca di una zona lontana dalla vigilanza della polizia. D’altra parte, la demolizione delle baraccopoli e il conseguente trasferimento dei suoi occupanti attraggono nuovi abitanti che vengono in questa zona in cerca di una nuova casa da parte dei servizi sociali. L’estinzione di El Salobral non implica solo la distruzione di alloggi scadenti, ma anche la resa inabitabile del terreno, in modo che non possa più essere edificato. Il progetto sviluppato da Democracia concepisce la messa in scena della demolizione di questa comunità marginale come una performance per tutti i membri della società civile. Al di là di considerazioni come la scomparsa di forme culturali specifiche (quella della cultura gitana), la società civile celebra la scomparsa del ghetto attraverso una performance mediatica, dove il pubblico istiga le ruspe alla totale distruzione, come in un grande show.
https://vimeo.com/manage/videos/209532565
CONTRA LA DEMOCRACIA
All’interno del percorso espositivo, si trova anche il libro Contra la Democracia scritto sotto il nome di Grupos Anarquistas Coordinados “Contro la democrazia” è un libro scritto sotto il nome collettivo di Grupos Anarquistas Coordinados, in cui viene fatta un’analisi della democrazia come espressione del sistema di dominio, cercando di confutare i miti che esaltano un presunto “modello reale di democrazia”. Questa edizione unica è completata da diverse immagini d’archivio di poster, graffiti e opuscoli propagandistici che si collegano ai postulati ideologici dell’edizione originale, già esaurita. Secondo l’Alta Corte Nazionale, il possesso di questo libro è un segno di appartenenza a un’organizzazione terroristica e questo argomento è stato utilizzato nel contesto della recente persecuzione del movimento anarchico nel nostro paese. Ci troviamo di fronte al paradosso che in uno stato che si definisce democratico, e dove il diritto alla libertà di espressione, opinione e pensiero sono tra i principi che articolano la propria Costituzione, il possesso di un libro è considerato una minaccia per lo Stato stesso. In difesa della libertà di espressione, di opinione e di pensiero, questa edizione unica viene donata a una biblioteca pubblica.
Núria Güell
Tra le varie sfaccettature delle pratiche artistiche del collettivo vi è anche la curatela, infatti, Núria Güell è l’artista che Democracia ha scelto di invitare con tre opere video all’interno della propria mostra. Núria Güell è un’artista spagnola che utilizza l’arte come strumento di denuncia sociale, sfidando le strutture di potere e le norme morali stabilite. La sua pratica artistica si caratterizza per essere una pratica di confronto, di discussione di prove e di convenzioni morali. Non intende la pratica artistica come una pratica culturale, ma al contrario come una pratica sociale e politicamente necessaria in cui ciò che culturale e quello stabilito (lo cultural y lo establecido) si pongono nel gioco. Il suo lavoro spesso si colloca al limite della legalità.
DE PUTAS. UN ENSAYO SOBRE LA MASCULINIDAD
Video istallazione in cui l’artista ha deciso di avvalersi della testimonianza di diverse prostitute per farsi raccontare, in base alla loro esperienza e conoscenza, quale fosse la loro idea di mascolinità. Il risultato di questi incontri viene mostrato in un video ripetuto più e più volte in loop.
THE POEM.
Poema è un video-saggio che analizza il ruolo del “criminale” e del sistema penitenziario nei dispositivi di governo dello Stato-nazione. Questo video-saggio è stato realizzato con la testimonianza di 7 ex detenuti che hanno scontato condanne in diversi istituti penitenziari in Spagna.