I calici del brindisi, la felicità eterea, i bollenti spiriti di Alfredo, le parvenze angeliche di Violetta, i sogni ridenti del passato. Se di Traviata bisogna gioire e soffrire, vivere e morire, si può anche rinascere, ogni volta che il capolavoro di Giuseppe Verdi va in scena, complice il libretto di Francesco Maria Piave, ispirato a «La signora delle camelie» di Alexandre Dumas. E di Traviata si inebrierà la città di Bitonto: venerdì 28 e sabato 29 giugno (entrambi gli spettacoli con inizio alle 21) sarà il Chiostro dell’Istituto Sacro Cuore (via Santa Lucia Filippini 23) ad ospitare la messinscena de «La Traviata» di Giuseppe Verdi, in un allestimento speciale nell’ambito della prima edizione del «Festival delle Arti per l’Inclusione» (infotel: 339.117.55.13, 338.193.19.53).
Inserito nella rete dei festival «Bitonto, Città dei Festival 2019», l’evento avrà come protagonisti i circa 40 bambini e ragazzi dell’Orchestra giovanile sociale «MusicaInGioco», di età compresa fra i 12 e i 19 anni, anche con diversa abilità, problematiche sociali, disturbi dell’apprendimento, coadiuvati da studenti del Conservatorio «Niccolò Piccinni» di Bari (tra i 13 e i 19 anni). L’orchestra giovanile eseguirà la partitura originale di Verdi, e sarà diretta dalle bacchette esperte di Renata Russo (maestro sostituto del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma), e di Andrea Gargiulo (docente del Conservatorio di Bari e fondatore dell’orchestra MusicaInGioco). I biglietti – costo 15 euro – sono in vendita on line su billetto.it/e/la-traviata-i-festival-delle-arti-per-l-inclusione-biglietti-365716 o nella sede di MusicaInGioco ad Adelfia, a Palazzo Conte Sabini (Piazza Roma 30, tutti i giorni dalle 17 alle 20, martedì e mercoledì dalle 10 alle 13).
Sul palcoscenico, accanto ai giovani solisti selezionati con audizione pubblica dai maestri Andrea Gargiulo, Margherita Rotondi e Lucrezia Messa, ci sarà anche il Coro lirico «Città di Bitonto», diretto da Pino Maiorano e Anna Lacassia, più volte ingaggiato in produzioni liriche e festival in tutta Italia. Ad interpretare i personaggi principali dell’opera verdiana un cast di giovani professionisti di grande talento: Kinga Krajnik (Violetta), Antonio Pellegrino (Alfredo), Pietro Barbieri (Giorgio Germont), Giulia Diomede (Flora), Stella Roselli/Elena Sciancalepore (Annina), Giuseppe Fieno (il Dottore), Giuseppe Montanaro (Il Marchese), Michele Bisceglie (Il Barone), Jacopo Di Pasquale (Gastone).
Si tratta, per tutti, di un’occasione imperdibile e preziosa per la propria crescita come artisti e come persone: è il senso della partecipazione al «Festival delle Arti per l’Inclusione», promosso dall’associazione MusicaInGioco, ed ispirata a «El Sistema», lo straordinario modello didattico e musicale, ideato in Venezuela da José Antonio Abreu, che consiste in un sistema di educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, con accesso gratuito e libero per bambini di tutti i ceti sociali. L’esperienza di MusicaInGioco è stata individuata – unica in Italia – come buona pratica musicale per il sociale, nell’ambito del progetto europeo «Urbact». È realizzata in collaborazione con l’associazione socio-culturale «La Macina», organizzatrice del BOF (Bitonto Opera Festival), giunto alla 16ma edizione, e da anni impegnata con successo al recupero sociale di minori provenienti da situazioni socio-familiari disagiate e al loro reinserimento nel campo dell’opera lirica; altra collaborazione importante è quella con l’associazione «L’Atelier delle Arti», presieduta dal mezzosoprano Margherita Rotondi, e con sede a Palazzo Pesce a Mola di Bari, ormai punto di riferimento per la vita culturale del Mezzogiorno.
Questo allestimento de «La traviata» è realizzato con il patrocinio del Comune di Bitonto, del Conservatorio di Bari, del Centro interuniversitario per l’Innovazione didattica dell’Unisalento (CIID), dell’AIPD di Bari (Associazione Italiana Persone Down), dell’ASFA Puglia (Associazione a Supporto Famiglie con Autismo) e dell’Ordine degli Psicologi di Puglia, con la collaborazione tecnica di Graphitalia srl di Bitonto e dell’associazione «Il cenacolo dei poeti» di Bitonto.
La trama dell’opera
Violetta Valery è una donna di mondo, e dopo diversi amanti («Tutto è follia nel mondo ciò che non è piacer») si lega al barone Douphol. L’incontro con Alfredo Germont, il ballo e il regalo di una camelia, sancirà un amore sincero. Violetta ha paura di innamorarsi («Saria per me sventura un serio amore?»), ma si butta in questa avventura con tutte le sue forze: lei vende tutte le sue ricchezze per riuscire a vivere con lui, ma i problemi economici spingono Alfredo a parlare con suo padre, Giorgio.
Germont senior va da Violetta e la prega di lasciare Alfredo, perché questa storia sta rovinando la reputazione della sua famiglia e la sorella di Alfredo rischia di essere rifiutata dal suo futuro marito. Violetta non vorrebbe ma alla fine accetta perché crede che sia la cosa migliore per Alfredo e la sua famiglia. L’epilogo è tragico: ad una festa Alfredo incontra Violetta («Pietà gran Dio di me!») e per vendicarsi le lancia dei soldi davanti a tutti, trattandola come una prostituta, che disperata grida: «Alfredo, di questo cuore non puoi comprendere tutto l’amore!».
Ma Violetta è malata di tisi. La verità viene presto a galla: il padre di Alfredo svela tutto al figlio, che corre da Violetta. La donna è felice di rivedere Alfredo, i due parlano dei giorni felici e sognano il futuro, ma ormai Violetta non ce la fa più: regala ad Alfredo il suo medaglione e muore tra le sua braccia.
redazione