Si rinnova la tradizione secolare dei riti della Settimana santa di Taranto, tra i più importanti e suggestivi al mondo. Oggi, giovedì santo, l’adorazione ai sepolcri da parte dei “perdoni”, coppie di confratelli del Carmine che partecipano indossando l’abito di rito, scalzi e con il cappuccio calato sul viso. Un incedere lento, lentissimo, chiamato “a nazzecate”. Il pellegrinaggio, con uscita delle “poste” alle 15 in punto, consiste nel visitare le chiese del borgo (27 coppie) e della città vecchia (37).
Questa sera il borgo antico sarà illuminato a giorno per la processione dell’Addolorata che muoverà a mezzanotte dalla chiesa di San Domenico, accompagnato da migliaia di fedeli. La troccola è lo strumento che detta l’andatura, seguita dalla banda e dalle “pesare”, la coppia di bambini che portano sotto il mantello nero delle finte pietre a ricordo di quelle che furono lanciate al Cristo durante la sua via Crucis. Seguono la Croce dei Misteri e le poste, intervallate da tre crociferi scalzi e senza mozzetta. La coppia di confratelli che sta davanti alla statua della Vergine si unisce al portatore del Bastoncino per formare il cosiddetto “Trono”. Sul buon andamento del corteo vigilano i mazzieri. La processione è chiusa dalla statua dell’Addolorata, fissata su una base di legno e portata a spalle dalle “sdanghe”.
Domani, venerdì santo, è il giorno dei “Misteri”, la processione con più simboli, a cura della Confraternita del Carmine. Alle 17 l’evento ha inizio. I simboli che raffigurano la via Crucis sono la troccola, il Gonfalone, la Croce dei Misteri, Gesù all’Orto, Gesù alla Colonna, Ecce Homo, la Cascata, Il Crocifisso, la Sacra Sindone, Gesù Morto e l’Addolorata. Sabato mattina il rientro con il troccolante che sale i gradini e bussa con la mazza tre volte al portone, che si spalanca. L’applauso dei fedeli scandisce l’ultimo atto di un rito antichissimo.
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redazione