A Taranto il pianista russo Feodor Amirov

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Con un programma interamente incentrato sugli autori del Novecento, da Debussy al cinese Tan Dun sino all’americano Morton Feldman, il talentuoso pianista russo Feodor Amirov, vincitore dell’edizione 2016 dell’International Piano Competition «Arcangelo Speranza», torna a Taranto giovedì 6 aprile per un atteso recital in programma nel Salone della Provincia (ore 21) nell’ambito della 73esima Stagione concertistica dello storico sodalizio ionico (biglietti euro 5, info 099.730.39.72).

Prima di affermarsi all’International Piano Competition «Speranza», manifestazione che si colloca fra i più prestigiosi concorsi italiani, il trentacinquenne pianista di Dimitrovgrad aveva dato dimostrazione delle proprie qualità di interprete vincendo l’International Chopin Competition di Mosca, l’International Poulenc Competition in Germania e il Viotti International Music Competition di Vercelli, concorsi tra i più importanti del circuito. E nel frattempo aveva girato il mondo suonando, tra le tante, con la Russian National Orchestra, l’Orchestra di Radio France e la Tokyo Symphony Orchestra. Quindi, l’affermazione lo scorso maggio a Taranto con la conquista del Primo Premio Assoluto della 54esima edizione dell’International Piano Competition, la cui giuria di altissimo livello era presieduta dallo spagnolo Fernando Puchol e composta da Pietro De Maria, l’ungherese Balàzs Fulei,  la tedesca Uta Weyand e Marco Vincenzi. Vittoria che ha garantito ad Amirov la possibilità di esibirsi in questa stagione degli Amici della Musica e tenere una tournée italiana di dodici concerti nella stagione 2016-2017.

Il concerto si aprirà con la prima serie delle Images di Claude Debussy, una delle vette nella produzione del musicista francese e dell’arte del pianoforte, per proseguire con Vers la Flamme op. 72, tra gli ultimi lavori pianistici del russo Aleksandr Skrjabin, che in questa pagina trasferisce la propria idea mistica di distruzione della terra a causa di un grande calore demolendo musicalmente ogni riferimento armonico e tonale. Subito dopo si ascolteranno i cinque pezzi, marcatamente percussivi, di Out of Doors dell’ungherese Béla Bartók e le Eight Memories in Watercolor di Tan Dun, il compositore cinese noto soprattutto per le colonne sonore dei film The Banquet, Hero e La tigre e il dragone, musiche – queste ultime – per le quali Dun ha conquistato un Grammy e un Oscar. Le tipiche atmosfere rarefatte di Morton Feldman emergeranno con i Nature Pieces, scritti originariamente dal compositore americano per le coreografie di Jean Erdman. Mentre si tornerà in Europa con i Five Etudes de Jazz del compositore e pianista cecoslovacco Erwin Schulhoff prima della chiusura nel segno del Paese degli Zar con Skrjabin e la Sonata n. 10 op. 70, la cosiddetta «Sonata degli insetti» nella quale si manifesta la tendenza dell’autore all’atonalismo, al cromatismo e ad una dimensione simbolica di grande efficacia.

di Antonio Carbonara

 

 

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