Domenica, l’odissea dell’Aquarius si sarà forse conclusa. La nave rifiutata dal governo italiano sarà approdata in qualche porto, spagnolo o francese. E il pensiero degli artisti dell’African Party sarà per quei seicento migranti in cerca di ospitalità. L’African Party è una grande festa dell’integrazione, che vede ragazzi italiani e africani fare musica e ballare insieme dal 2014, a Taranto, città dell’accoglienza che in questi giorni era pronta ad aprire il proprio porto all’Aquarius. L’happening, organizzato dall’etichetta Love University Records di Francesco «Don Ciccio» Grassi, si tiene ogni mese da quattro anni. «Italia e Africa danzano insieme e il mondo cambia», recita lo slogan dell’iniziativa, che domenica 17 giugno si sposta nel cuore della città, in piazza Garibaldi, dopo essere stata a lungo ospite in periferia, nell’Archeo Tower, spazio salvato dal degrado e riqualificato da un gruppo di studenti.
Dalle ore 19 alle 23 si degusterà anche cibo africano, oltre a ballare sui ritmi afro-beat, la musica dei club africani ormai di casa a Londra e New York. E, da qualche tempo, anche a Taranto, grazie all’impegno di Don Ciccio, che sarà sul palco con Congo & African Party Crew, collettivo di ragazzi africani che rappano e danzano. «La dimensione di questa manifestazione è unica – spiega Francesco Grassi -. In nessun’altra parte d’Italia esiste una festa in grado di coinvolgere tutte le nazionalità africane, e non solo. Ci sono anche indiani e pakistani. Non è una festa di comunità, ma d’integrazione: il germe dell’Italia che vorremmo avere nel futuro».
Si affacceranno anche Mama Marjas e Fido Guido, artisti tarantini da sempre impegnati nel sociale al fianco delle tante associazioni e delle cooperative che operano in città e che sono coinvolte nella realizzazione di questa festa patrocinata dall’amministrazione comunale. Ci sono due strutture che lavorano sull’alfabetizzazione dei ragazzi migranti, le Suore di via Umbria e il Cpia, la scuola di Patrizia Capobianco che con i proventi degli African Party ha potuto acquistare libri e altro materiale didattico. E c’è Abiti dal Mondo, la sartoria sociale composta da ragazzi africani guidati da Ida Chiatante. All’iniziativa hanno anche aderito le associazioni Salam e Babele, che si occupano di accoglienza, l’associazione antirazzista Ohana, la Cooperativa Nuova Airone presieduta da Anna Abbracciavento, l’associazione Agevolando Taranto, nata tra i genitori adottivi di miranti maggiorenni, e la Joe Black Production, etichetta discografica che realizza progetti musicali con i ragazzi africani. Proprio come la Love University Records, che nell’ambito del progetto African Party Crew ha prodotto «Mi manca la mamma» di Chart Starboy, giovane cantante del Gambia da qualche anno residente a Taranto.
redazione