La FNSI chiederà al ministro dell’Interno di convocare una riunione del Coordinamento per la sicurezza dei giornalisti, di recente istituzione, per fare il punto della situazione su quanto avvenuto a Bari e in altre realtà nelle ultime settimane.
Lo rende noto un comunicato diffuso al termine di un incontro che il segretario generale della FNSI, Raffaele Lorusso, e i presidenti dell’Associazione della Stampa e dell’Ordine dei giornalisti di Puglia, Bepi Martellotta e Piero Ricci, hanno avuto oggi con il questore di Bari, Carmine Esposito. L’incontro è stato richiesto all’indomani dell’aggressione all’inviata del Tg1 Maria Grazia Mazzola, avvenuta ieri nel quartiere Libertà di Bari. I rappresentanti dei giornalisti hanno ringraziato il questore per il pronto intervento delle forze dell’ordine e per l’impegno nell’individuare l’autrice del “vile gesto”, moglie di un boss.
“Aggredire un giornalista – hanno detto Lorusso, Martellotta e Ricci – significa aggredire il diritto dei cittadini ad essere informati, chi colpisce un cronista vuole impedire ai cittadini di conoscere”. Per questo, hanno ricordato, il modo migliore per esprimere solidarietà a Maria Grazia Mazzola e a tutti i cronisti sotto tiro “è riprendere le loro inchieste, andare nei luoghi in cui le minacce e le aggressioni si sono verificate e raccontare perché a nessuno sia consentito di far calare il silenzio sul malaffare e sugli affari della criminalità”.FNSI e Ordine dei giornalisti, come in altri episodi di aggressioni e minacce ai cronisti, annunciano che chiederanno di costituirsi parti civili nel procedimento penale a carico di chi ha colpito Maria Grazia Mazzola e hanno aderito all’iniziativa promossa per domani mattina da Libera e da altre associazioni nel quartiere Libertà, a Bari. Il questore Esposito ha espresso rammarico per l’accaduto, ma ha assicurato “che non sarà tale esecrabile episodio – si legge nella nota – a scalfire il lavoro che magistratura, forze dell’ordine, istituzioni e cittadini hanno intrapreso da anni a Bari per combattere le organizzazioni criminali”. Il questore – informa la nota – ha ricordato che tutti i clan baresi sono stati decapitati e che i boss sono finiti in carcere. Questo non significa – ha precisato – abbassare la guardia, ma moltiplicare tutti insieme gli sforzi per impedire che la criminalità provi a rialzare la testa. Anche la stampa – ha ricordato il questore – svolge un ruolo fondamentale perché consente ai cittadini di essere informati, di conoscere e, quindi, di partecipare in modo consapevole. Per questa ragione – ha concluso – non verrà mai meno l’impegno delle forze dell’ordine per consentire ai giornalisti di fare liberamente il loro lavoro.
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redazione