AGÌMUS – “Piani d’istanti”: sabato 17 e domenica 18 febbraio a Mola di Bari

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Due pianoforti, un palco, quattro musicisti. Per esplorare in due giorni le possibilità sonore della tastiera in un duplice progetto multidisciplinare, con il supporto di immagini e voci. Weekend di febbraio dedicato agli ottantotto tasti, con «Piani d’istanti», doppio appuntamento al Teatro van Westerhout di Mola di Bari delle Stagioni 2018 dell’Agìmus dirette da Piero Rotolo nella Rete di musica d’arte Orfeo Futuro, inauguratesi con i sold out del violoncellista Giovanni Sollima. Sabato 17 (ore 20.45) sarà di scena il Polaris Duo di Giuseppe Massarelli e Miro Abbaticchio con il progetto «Pianofortango», mentre domenica 18 (ore 19.15) Gianni Lenoci (pianoforte e sintetizzatore) e Domenico Di Leo (pianoforte) presenteranno «Musica Lunatica».

 

«Pianofortango» è un video-concerto per due pianoforti con immagini su schermo di Nicola Amato. Oltre ad eseguire i brani dell’omonimo progetto discografico dedicato ad Astor Piazzolla, Massarelli e Abbaticchio sonorizzeranno un viaggio per immagini nella terra di Puglia attraverso musiche originali e celebri colonne sonore in un progetto inedito. I due musicisti hanno una certa confidenza con il mondo del cinema, certificata dal Premio Sonora 2008 ricevuto per il migliore spettacolo di musica da film e dalla realizzazione della colonna sonora di «Christus» (restaurato per l’occasione) alla 57esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Quattro gli album incisi, l’ultimo dei quali, «Piani d’istanti», dà il titolo a questa doppia serata dell’Agìmus.

«Musica Lunatica» è, invece, un viaggio sonoro al termine della notte. Lenoci e Di Leo, coadiuvati da Agnese Perulli (voce), esploreranno i territori notturni, tra musiche “colte” e di confine, rock e jazz, da Beethoven a Brian Eno, passando per Monk, Davis, Jarrett e Springsteen, in un gioco di specchi ricco di sorprese e di cortocircuiti emotivi ed intellettuali. Definire Gianni Lenoci un musicista borderline potrebbe non bastare a rendere l’idea. Perché il pianista monopolitano, partito dall’accademismo per approdare alla tradizione afro-americana, una volta approfondito il linguaggio di Bill Evans prima, e di Paul Bley e Mal Waldron dopo, non si muove solo lungo il confine tra classica, jazz, elettronica e musica contemporanea (è uno specialista di Morton Feldman), ma anche separatamente dentro ognuno di questi territori. Ed è, naturalmente, un musicista che, nel corso della propria attività artistica e didattica, accanto a mostri sacri del jazz d’avanguardia come il contrabbassista William Parker o ad esponenti illustri della musica di confine come Markus Stockhausen e Steve Potts, ha metabolizzato in maniera straordinaria il significato di musica improvvisata, che illustra, esplorando numerosi territori, in questa performance con Domenico Di Leo. Pianista che spazia da Bach al repertorio contemporaneo, dopo essere stato influenzato dalla tradizione russa, Di Leo è giunto a maturare un personale e inconfondibile stile interpretativo, nel quale si fondono il rigore intellettuale, la profonda conoscenza del testo e della prassi, la spontaneità e la forza emotiva.

Biglietti 10 euro (ridotti 8/5 euro). Infoline 368.568412 www.associazionepadovano.it

redazione

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