AGRICOLTURA, L’ABBATE (M5S): GARANTIRE I RISTORI AGLI AGRITURISMI
14 febbraio – “È necessario garantire i ristori alle oltre 25.000 strutture agrituristiche italiane, di cui circa 950 presenti in Puglia, e che, a causa della pandemia, hanno registrato un dimezzamento di presenze e fatturato. Per venire incontro alla difficile situazione che stanno vivendo i settori del wedding, dell’intrattenimento e della ristorazione, abbiamo previsto 100 milioni di euro, di cui 60 milioni con il Decreto Sostegni-bis, di cui siamo in attesa del decreto attuativo, mentre ulteriori 40 milioni sono stati previsti nel Sostegni-ter. Il prerequisito per accedere all’aiuto è che le imprese svolgano attività prevalente con uno di quei codici Ateco presenti nella norma. Gli agriturismi, però, per loro stessa natura sono attività strumentali e complementari a quella agricola e rischiano di rimanere escluse senza un’adeguata specificazione”. Lo rende noto il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente M5S in commissione Agricoltura, autore di un’interrogazione in merito indirizzata ai ministri dello Sviluppo economico, dell’Economia e delle Finanze e delle Politiche agricole.
“Una situazione analoga – prosegue – si è già verificata con il bonus ristorazione previsto dal Dl Agosto nel 2020. In quel caso, fu necessario intervenire con una modifica normativa. Per i contributi dei decreti Sostegni, pertanto, è importante comprendere se la questione può essere facilmente superata in fase attuativa, vista la chiara volontà del legislatore, o se sarà invece necessario intervenire sulla norma primaria, sin dal Sostegni-ter in discussione in questi giorni al Senato dove ho presentato un emendamento a riguardo a mia prima firma”.
“Il comparto agrituristico, come il resto del mondo ricettivo e ristorativo italiano, ha subito un forte contraccolpo a causa della pandemia. Nel 2021 ha registrato un crollo del fatturato del 49 per cento, sceso a 802 milioni di euro. È importante, dunque, che possa accedere ai ristori che abbiamo previsto e che non si verifichino cortocircuiti che estromettano questo settore dall’elenco dei potenziali beneficiari” conclude.
Redazione