Domani 19 e giovedì 20 aprile alle 21.00 a Bari, Teatro Petruzzelli, a distanza di vent’anni la Compagnia Mauri Sturno ritorna a mettere in scena i due capolavori di Sofocle Edipo- Edipo Re-Edipo a Colono, per analizzare più compiutamente il mito immortale di Edipo, affidando la regia a due diversi registi: Glauco Mauri, per Edipo a Colono, e Andrea Baracco per Edipo Re.
Edipo Re e Edipo a Colono, due testi rappresentati nella stessa serata, con due registi e due ambientazioni scenografiche diverse, unico l’autore, Sofocle, unica la traduzione di Dario Del Corno. Unico il cast: Glauco Mauri è Tiresia nell’Edipo Re e Edipo nell’Edipo a Colono, Roberto Sturno è Edipo nel primo e il Messo nel secondo, con loro in scena, impegnati nei due spettacoli in ruoli diversi: Barbara Giordano è Giocasta e poi Antigone, e Mauro Mandolini, Ivan Alovisio, Laura Garofoli, Roberto Manzi, Laurence Mazzoni, Paolo Benvenuto Vezzoso. Le scene e i costumi sono di Marta Crisolini Malatesta, le musiche di Edipo a Colono di Germano Mazzocchetti e gli elementi sonori di Edipo Re di Giacomo Vezzani.
Lo spettacolo Edipo è una coproduzione della Compagnia Mauri Sturno con Fondazione Teatro della Toscana.
“Edipo Re e Edipo a Colono sono due capolavori fondamentali nella storia dell’uomo, per gli interrogativi che pongono alla mente e per la ricchezza di umanità e di poesia che ci donano. La storia di Edipo è la storia dell’UOMO, perché racchiude in sé tutta la storia del suo vivere.
Edipo Re e Edipo a Colono sono due opere scritte in epoche diverse della vita di Sofocle ed è nell’accostamento di questi due grandi testi che poeticamente si esprime e compiutamente si racconta la “favola” di Edipo alla ricerca della verità.
Alla fine del suo lungo cammino Edipo comprende se stesso, la luce e le tenebre che sono dentro di lui, ma afferma anche il diritto alla libera responsabilità del suo agire. Edipo è pronto ad accettare tutto quello che deve accadere ed è pronto a essere distrutto purché sia fatta luce. Solo nell’interrogarci comincia la dignità di essere uomini. E’ questo che Sofocle con la sua opera immortale dice a tutti noi.
Convinti che il Teatro sia un’arte che può e deve servire “all’arte del vivere” affrontiamo queste due opere classiche per trovare nelle radici del nostro passato il nutrimento per comprendere il nostro presente, questo è il nostro impegno e il nostro desiderio.” (Andrea Baracco, Glauco Mauri).
Scene e costumi Marta Crisolini Malatesta; musiche Germano Mazzocchetti, con Ivan Alovisio, Elena Arvigo, Laura Garofoli, Mauro Mandolini, Roberto Manzi, Giuliano Scarpinato.
di Antonio Carbonara