Con un ennesimo sold out annunciato, si conclude giovedì prossimo – 20 aprile alle 21.00 al Teatro Kismet– “Le relazioni meravigliose”, il ciclo di incontri curato dallo scrittore Premio Strega Nicola Lagioia, presidente onorario dei Teatri di Bari, iniziato lo scorso 19 gennaio.
Giordano Meacci, Valeria Parrella, Elena Stancanelli si sono succeduti sul palco del Kismet per raccontare sul palco dei loro “totem” letterari, attraversando autori o generi, mettendosi a disposizione degli spettatori avventurandosi con loro nei meandri dei processi di scrittura, ma fermandosi anche sulle predilezioni, sui percorsi personali che li hanno legati a determinati romanzi o a certi scrittori.
Protagonista di quest’ultimo appuntamento lo stesso Nicola Lagioia che ha scelto di cimentarsi con lo l’autore cileno Roberto Bolaño, “uno scrittore per il XXI secolo”.
Abbandonato il Cile all’indomani del colpo di stato che portò alla dittatura di Augusto Pinochet, Roberto Bolaño visse dapprima in Messico e poi in Spagna, dove si stabilì definitivamente.
Dopo aver pubblicato diverse raccolte di poesie, ottenne la consacrazione presso critica e pubblico come autore di romanzi e racconti nei quali ebbe modo di dispiegare una scrittura e un’inventiva originali, maturate attraverso un lungo confronto con i classici e le avanguardie letterarie, in particolare con il surrealismo e l’opera di Jorge Luis Borges. Nel 1993 pubblicò La pista di ghiaccio, nel quale, affidando il racconto di uno stesso crimine a tre diversi personaggi, dimostrò la predilezione e il talento per la costruzione di strutture narrative complesse e centrifughe.
Nel 1996 apparve La letteratura nazista in America, il più borgesiano dei suoi lavori: si tratta infatti di un falso manuale di storia della letteratura, una galleria di scrittori inventati, di opere mai scritte e di citazioni introvabili, tutti accomunati dall’appartenenza a quella cultura fascista e razzista che, bandita dall’Europa all’indomani della seconda guerra mondiale, sembrò trovare in America un nuovo e fertile terreno in cui proliferare. Ricorrendo ad allusioni o a figure reali della cultura latinoamericana, Bolaño utilizzò le armi dell’ironia e della comicità per mettere alla berlina cantori e fiancheggiatori delle dittature militari sudamericane.
Negli anni successivi apparvero I detective selvaggi (1998), Amuleto (1999), Notturno cileno (2000) e Amberes (2002). Tra le raccolte di racconti si ricordano Chiamate telefoniche (1997), Puttane assassine (2001), Il gaucho insostenibile, pubblicato postumo nel 2003, 2666 (2009), I dispiaceri del vero poliziotto (2011).
«Anziché lo scrittore,» ha detto una volta Roberto Bolaño «mi sarebbe piaciuto fare il detective privato. Sicuramente sarei già morto. Sarei morto in Messico, a trenta, trentadue anni, sparato per strada, e sarebbe stata una morte simpatica e una vita simpatica».
Ingresso 5 euro.
Info 0805797667.
di Maria Cristina Consiglio