Al via i lavori della mostra -convegno “Luoghi e memorie 1943-1945”

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E’ un cammino lungo migliaia di chilometri quello che unisce Bari a Mosca e che da Mosca torna in Puglia fermandosi a Bari. Questa è stata la finalità della mostra-convegno “Luoghi e memorie 1943-1945”, promossa dalla Fondazione Nikolaos e la Società di storia della Russia (R.I.O.), in collaborazione con la direzione del comitato “Dante Alighieri” di Mosca svoltasi all’Archivio di Stato di Bari e che ha visto nella sua giornata inaugurale di ieri un’affluenza di più di 500 persone (tra cui molti studenti, per denotare il grande interesse all’argomento).

 

 

Il taglio del nastro inaugurale fatto a otto mani dal Console Onorario della Federazione Russa a Bari, Michele Bollettierie del Presidente della Fondazione Nikolaos, Vito Giordano Cardone,  Rosa Maria Capozzi, Responsabile della Biblioteca e dell’Archivio dell’Area di Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bari oltre all’ospitale Antonella Pompilio, Direttore Archivio di Stato di Bari, ha dato avvio alla sessione dei lavori.

L’evento, articolato in due sezioni, “Soldati e partigiani sovietici nella resistenza italiana” e “Bari, 2 dicembre 1943” ha suscitato non poco interesse, rendendo questo convegno di rilevanza internazionale soprattutto per le novità che sono state introdotte durante le sessioni dai relatori, infatti sono stati presentati documenti e ricerche di notevole interesse storico creando un ponte virtuale di collegamento tra la Puglia e la Russia che sicuramente ha posto le basi per un progetto di collaborazione futuro.

Altro argomento caro al convegno è stato quello della memoria

La memoria infatti, può essere paragonata a un enorme magazzino all’interno del quale l’individuo può conservare tracce della propria esperienza passata, cui attingere per riuscire ad affrontare situazioni di vita presente e futura. Tale archivio non ha caratteristiche statiche e passive ma può essere definito come un costruttore attivo di rappresentazioni sul mondo In tal senso, la memoriae’ considerata ricostruttiva e non riproduttiva nella sua modalità di funzionamento.

Si stima che furono circa 5.000 le persone di origine russa che parteciparono alla Resistenza italiana, nella maggior parte russi ma anche georgiani, tartari e di altre etnie dell’URSS. In tutta Europa si aggiravano circa 15.000 persone che portavano un aiuto volontario alla resistenza dei vari paesi europei contro le degenerazioni del nazifascismo e per questo motivo sono stati chiamati resistenza migrante”.

La mostra evidenzia il ruolo svolto dalla città di Bari non solo sotto il profilo militare ma soprattutto dal punto di vista civile, perché la Puglia e Bari rappresentarono le prime aree libere dell’intera Europa, ancora sottoposte al controllo del fascismo e del nazismo”

Con la mostra  Soldati e  Partigiani sovietici nella Resistenza Italiana, si vuole ricordare il valore dell’esperienza partigiana ed il contributo che i partigiani sovietici diedero nell’organizzazione della Resistenza nel nord Italia e nella creazione della Repubblica partigiana di Montefiorino. Alcuni fra i più noti patrioti sovietici che parteciparono alla Resistenza furono FedorPoletaevNicholatosBrawlers, Daniel Avdeev, ForeMosulishvili, che ricevettero dall’Italia, per l’impresa sul campo di battaglia, una medaglia d’oro al valor militare. Eccellenti i relatori come Konstantin Pevnev componente del consiglio di Società della Storia di Russia, NatalyaNikishkina, Presidente del Comitato Dante Alighieri di Mosca; Massimo Eccli, Autore di “Partigiani sovietici in Italia” e Professore  presso la Biblioteca Statale Russa di Mosca e la dott.ssa Giorgia Cutino, PhD, Cultore della materiaeRicercatrice Fondazione Nikolaos, “Soldati e partigiani sovietici a Bari: una ricerca in itinere”.

Il secondo approfondimento al convegno è toccato all’attacco del  2 dicembre 1943 nel porto di Bari per la sua vastità è stato definito da molti storici come la seconda Pearl Harbour della storia. L’attacco arrivò inaspettato intorno alle 7 di sera. Al comando dell’Autorità Portuale c’erano gli inglesi che ritenevano improbabile un attacco da parte dei tedeschi. In un lampo 105 bombardieri provenienti dai Balcani sorvolarono la città. L’aviazione tedesca sganciò alcune bombe sul centro abitato e poi puntò alle navi ancorate nel porto. Centinaia di bombe precipitarono sulle navi ancorate, molte presero fuoco, alcune scoppiarono ed il fumo prodotto strinse in una morsa il centro di Bari. 17 navi mercantili furono colpite, morirono migliaia di persone tra militari e civili. Molti tra questi furono uccisi anche dall’iprite, gas tossico contenuto in una delle navi inesplose. Per ricordare quei tragici avvenimenti, in questa mostra sono stati riproposti i tragici fatti accaduti in quello che fu definito il più grave disastro chimico della Seconda Guerra Mondiale.

I relatori sono stati: Nicola Cutino, Presidente Associazione Mondo Antico e Tempi Moderni; Vito Antonio Leuzzi, Direttore Istituto Pugliese per la storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea.; Giorgio Assennatoex- Direttore Generale dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la         Protezione dell’Ambiente – ARPA Puglia ed in conclusone toccante e suggestiva è stata la testimonianza di dell’ingegnere novantenne Giuseppe Di Bari.

Hanno moderato il convegno i giornalisti Marina Basile, Michele Traversa. Il Prof. Marco Caratozzolo, docente di Lingue e Letterature russe ha portato i saluti dell’Università degli Studi di Bari.

La mostra sarà visitabile tutti i giorni fino al 10 dicembre dalle 9 alle 17 esclusa la domenica.

redazione

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