Il debutto della stagione teatrale “Altri mondi” del teatro Piccinni registra il tutto esaurito con un classico della letteratura italiana; in scena “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo, in un adattamento di Monica Codena e Paolo Valerio, che ne è anche regista.
Sul palco Alessandro Haber, nei panni di Zeno Cosini che, ormai vecchio, rivede e rivive gli episodi salienti della sua vita. L’occasione del ricordo sono gli appunti che Zeno ha buttato giù per la sua terapia psicanalitica, in un tentativo di guarire dal suo mal di vivere, dalla sua nevrosi, dal suo sentirsi inetto, isolato dal mondo che lo circonda. I suoi tentativi falliti di cambiare, di smettere di fumare, di lasciare l’amante, si intrecciano con gli episodi della vita borghese triestina, una quotidianità non priva di umorismo, che ci presenta un mondo sull’orlo del precipizio della prima guerra mondiale.
L’interpretazione di Haber è magistrale, ma bravissimi sono tutti gli attori con lui sul palco: Alberto Fasoli, Valentina Violo, Stefano Scandaletti, Ester Galazzi, Emanuele Fortunati, Francesco Godina, Meredith Airò Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo.
La scenografia essenziale ma perfettamente integrata al testo di Maria Crisolini Malatesta contribuisce a rendere l’atmosfera della Trieste tra la fine del ‘800 e i primi del ‘900, il grigio dominante rimanda all’austerità mitteleuropea della città di frontiera, con i suoi abitanti intenti ad affrontare i tempi nuovi pur restando ancorati agli ideali del passato, emblematico a questo proposito il personaggio di Guido. All’effetto globale contribuiscono i movimenti di scena studiati da Monica Codena e i video di Alessandro Papa, che trasmettono le immagini della città vista da una finestra, alternate ad immagini dei personaggi sulla scena, tutto in bianco e nero per intensificare l’atmosfera creata dalla recitazione.
Uno spettacolo davvero riuscito che mette in relazione il tempo di Svevo con il nostro, anch’esso tristemente sull’orlo della guerra globale tanto che Haber sulla scena lancia un estemporaneo messaggio di pace.
Maria Cristina Consiglio