Beni per 50 milioni di euro, tra cui una nota sala ricevimenti, sono stati sequestrati ad Andria dai Carabinieri a Giuseppe Stallone, di 78 anni, responsabile del rapimento a scopo di estorsione di un imprenditore di Brescia, Pietro Fenotti, avvenuto 33 anni fa, nel marzo del 1984. Per la sua liberazione era stato chiesto un riscatto di 10 miliardi di lire. Giuseppe Stallone venne condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione. Il 78/enne dichiarava al fisco 15mila euro l’anno.
Il sequestro dei beni di Stallone proviene da una complessa indagine patrimoniale scaturita dall’attività investigativa condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto operativo del comando provinciale di Bari i quali hanno analizzato i fascicoli d’indagine riguardanti l’uomo e hanno ripercorso la sua carriera imprenditoriale, già sorvegliato speciale.
“E’ stato come entrare, dopo un enorme labirinto, all’interno di un caveau”, raccontano gli investigatori. Un patrimonio costituito per lo più da beni immobili, tra cui spicca una nota sala ricevimenti di Andria con piscina olimpionica. Lo stile di vita di Stallone, ricostruito dagli investigatori per circa quaranta anni, è stato ritenuto ingiustificato, a fronte dei circa 15 mila euro annui, di media, dichiarati al fisco. Secondo i carabinieri, Stallone risulta aver investito somme di denaro (oltre 3 milioni di euro), attraverso le quali le società di capitali si sono autofinanziate e hanno realizzato complessi aziendali redditizi.
Secondo la ricostruzione di diversi fascicoli d’indagine, Stallone risulta coinvolto in altri tre rapimenti compiuti tra il 1977 e il 1982, tra Roma, Bari e Lecce, per uno dei quali fu pagato un riscatto di ben 5 miliardi di lire, mentre per un altro furono richiesti due miliardi del vecchio conio. Rapimenti rispetto ai quali fu però assolto per insufficienza di prove.
Secondo i carabinieri i guadagni illeciti derivanti dai suoi traffici sono stati reinvestiti realizzando la lussuosa sala ricevimenti di Andria e una omonima società che ne gestisce la ristorazione e l’organizzazione di eventi pubblici e privati.
Le risultanze investigative, che hanno acclarato la pericolosità sociale e il tenore di vita di molto sproporzionato rispetto alle reali possibilità economiche di Stallone, hanno quindi permesso alla Sezione per le Misure di prevenzione del Tribunale di Trani (BT) di emettere un decreto, ai sensi del Codice Antimafia, col quale sono stati sequestrati: 2 società di capitale, 2 imprese individuali, 18 appartamenti, 5 locali commerciali, 8 garage, 53 terreni dell’estensione complessiva di dieci ettari, 2 autovetture e infine la somma di 327 mila euro, in parte investita in titoli e polizze assicurative.
di Antonio Carbonara