ANIMA MEA & APULIA ANTIQUA – Sabato 30 novembre a Bari e domenica 1 dicembre a Monopoli lo STABAT MATER di Pasquale Cafaro

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ANIMA MEA & APULIA ANTIQUA – Sabato 30 novembre a Bari e domenica 1 dicembre a Monopoli lo STABAT MATER di Pasquale Cafaro

 

 

Sabato a Bari per Anima Mea, domenica a Monopoli per Apulia Antiqua

Lo Stabat Mater di Cafaro

e il ‘700 sacro dei pugliesi

Con Carmela Osato (soprano), Antonia Salzano (contralto) e Orfeo Futuro

 

È incentrato sullo Stabat Mater per soprano e contralto da poco attribuito al compositore pugliese Pasquale Cafaro, nato a Galatina nel 1715 e morto a Napoli nel 1787, il doppio concerto in programma sabato 30 novembre (ore 20.30) nella chiesa di Santa Scolastica, a Bari, per il festival itinerante Anima Mea diretto da Gioacchino De Padova (334.2913041) e domenica 1 dicembre (ore 18) nella chiesa Santa Maria Amalfitana di Monopoli per il festival Apulia Antiqua diretto da Giovanni Rota (info 335.1477513).

Si tratta di una composizione che sino a poco tempo era considerata di autore incerto e che il soprano Carmela Osato, il contralto Antonia Salzano e l’ensemble Orfeo Futuro diretto all’organo da Pierfrancesco Borrelli propongono al pubblico nell’edizione critica recentemente curata da Francesco Cirillo. Lo Stabat Mater di Cafaro in sol minore per voci di soprano e contralto, con archi e basso continuo viene presentato accanto ad opere sacre di raro ascolto di altri pugliesi attivi a Napoli nella prima metà del Diciottesimo secolo, come Gaetano Veneziano da Bisceglie, del quale viene eseguito il «Responde mihi» per contralto, violini e basso continuo, e Domenico Sarro da Trani, al quale viene reso omaggio con il «Qui tollis peccata mundi» per contralto, archi e basso continuo, cui si aggiunge il «Salve Regina» per soprano, archi e basso continuo del compositore partenopeo Francesco Feo.

Come spiega Borrelli, negli ultimi anni sono giunte dalle fonti d’archivio molte novità interessanti sulle attività di musica sacra a Napoli, dove Cafaro, che si distinse come compositore di musiche sacre e teatrali, fu allievo di un altro pugliese, Leonardo Leo, e poi maestro di cappella alla corte di Napoli: le ricerche negli archivi di congregazioni, chiese, monasteri e conservatori arricchiscono il quadro con nuove scoperte e in qualche caso correggono alcune «certezze» acquisite e chiariscono alcune «approssimazioni» sedimentate. Ed è, appunto, il caso dello Stabat Mater in sol minore di Pasquale Cafaro, del quale si conosceva già l’altro Stabat a 5 voci.

Tra l’altro, una lunga storia di bibliotecari del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli accompagna il manoscritto dello Stabat Mater che propone il festival Anima Mea, a partire da Francesco Rondinella, aiutante di Francesco Florimo, che l’aveva attribuito a Nicola Bonifacio Logroscino, altro musicista originario della Puglia e anch’egli attivo a Napoli. Anna Mondolfi, anche lei bibliotecaria in quel Conservatorio, circa sessant’anni fa aveva analizzato la grafia e i tratti stilistici del manoscritto ed aveva ipotizzato che l’autore fosse Cafaro. Attribuzione recentemente confermata da Mauro Amato, che ha confrontato la scrittura di questo Stabat (del quale esiste anche una copia conservata nella British Library) con quella di un autografo di Cafaro datato 1747, il Mottetto pastorale Gaude plaude.

 Redazione 

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