“La memoria di Paolo Borsellino insieme a quella di Giovanni Falcone, rappresenta un’importante contributo all’educazione alla legalità. Non possiamo e non dobbiamo mai dimenticare quel periodo drammatico della nostra storia. Per combattere la mafia abbiamo il dovere di diffondere tra le giovani generazioni la cultura della legalità basata sul senso di responsabilità civile e democratica di ognuno di noi”.
Così la sottosegretaria al MIUR, senatrice Angela D’Onghia, nel giorno dell’anniversario della morte di Paolo Borsellino di cui oggi ricorrono i 25 anni della strage di via D’Amelio.
“Educare al rispetto delle regole ed insegnare ad individuare il male sono tra i compiti della scuola”, prosegue la senatrice. “ E’ da qui che dobbiamo partire per scardinare i poteri criminali, perché è nella scuola che si impara a diventare i cittadini di domani. Il sapere, l’istruzione, la formazione sono l’unica strada percorribile per una società libera e lontana da soprusi, discriminazioni e illegalità. In tal senso il ruolo chiave della scuola è proprio quello di diffondere saldamente i valori civili nelle coscienze e nella cultura dei giovani.
“Solo così possiamo potenziare la coscienza civica. Il nostro deve essere un impegno costante e senza tempo dove non c’è spazio per il silenzio. Ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte per costruire una società migliore”, conclude la sottosegretaria D’Onghia.
di Antonio Carbonara