Antonio Di Lorenzo, dalla mostra delle batterie vintage (da domani) all’uscita del suo nuovo album The Sweet Survivor, il momento d’oro del batterista e compositore

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Il momento d’oro di Antonio Di Lorenzo: giugno lo consacra protagonista della scena musicale con la mostra delle batterie vintage al Medimex 2023 a Taranto e l’uscita del suo sesto album da solista “The Sweet Survivor”.

Il noto batterista e compositore pugliese è considerato tra i maggiori specialisti e collezionisti al mondo del suo strumento.

 

Un momento straordinario per Antonio Di Lorenzo, batterista, percussionista e compositore pugliese dalla carriera più che trentennale. Alla vigilia dell’esposizione di sue batterie vintage che hanno fatto la storia della musica jazz e pop rock dal 1930 agli anni ’70 – un unicum prestigioso tra gli appuntamenti di punta di Medimex 2023 (in mostra dal 15 al 18 giugno a Taranto nell’ex chiesetta dell’Università degli Studi – Polo Jonico,  via Duomo 259) – un’altra notizia illumina questo mese, l’uscita il prossimo 21 giugno del suo sesto album da solista: “The Sweet Survivor” con il contributo di alcuni protagonisti del jazz mondiale come Marc Ribot, John Medeski e il grande maestro Bruno Tommaso. 

«La mostra delle batterie vintage al Medimex è per me un sogno che si realizza perché mi permette di condividere con altri la mia passione infinita per il mio strumento e la sua storia». Tra i maggiori collezionisti ed esperti al mondo di batterie e piatti vintage con più di 150 set vintage, 350 rullanti e centinaia di piatti e memorabilia, la collezione di Di Lorenzo è una delle più grandi al mondo e probabilmente la maggiore in Europa. La impreziosiscono strumenti rari appartenuti a musicisti famosi come John Densmore dei Doors, Elvin Jones (batterista del quartetto di John Coltrane), e molti altri.

A Taranto visitare la mostra ‘Vintage Drum Show Medimex 2023, Antonio Di Lorenzo Drum Collection’ sarà come passeggiare tra la storia della musica moderna. Partendo dalla batteria di Gene Krupa con l’Orchestra di Benny Goodman e Duke Ellington, per passare al jazz di Elvin Jones con Coltrane e arrivare alle batterie trasparenti di Bohnam con i Led Zeppelin e alla mitica Ludwig di Ringo Starr, alle Gretsch degli Stones o le Broadkaster di Elvis.

Il legame che unisce un musicista al proprio strumento è un rapporto imprescindibile, cerebrale ma anche molto fisico, quasi che lo strumento sia una propaggine, una continuazione del proprio corpo. Per sua natura imponente, la batteria assume naturalmente sul palco una posizione di centralità e spesso finisce per essere icona di un gruppo e di un periodo musicale. Basti pensare ai Beatles o ai Led Zeppelin, ad Elvis o John Coltrane.

«La mia conoscenza profonda dello strumento si è tradotta nella mia collezione di batterie, ma mi ha consentito anche di diventare uno dei più quotati giornalisti nel settore, senior columnist della rivista Drums Set Mag; ho scritto centinaia di articoli per i periodici ‘Percussioni’, ‘Drum Club’, ‘Batteria’, ‘Ritmi’ e con le prestigiose riviste americane e inglesi ‘Not So Modern Drummer’ e ‘Vintage Drums Legendary Sounds’, di cui sono stato corrispondente in Italia. Sul web è possibile trovare tanto materiale, tra cui i numerosissimi test in video di strumenti da me testati, vintage e non».

Antonio Di Lorenzo è infatti uno dei massimi collezionisti ed esperti al mondo di batterie vintage, ne conosce ogni aspetto di ogni epoca e modello, sa individuare e sottolineare i particolari più remoti e reconditi, dalla singola vite ai piatti, alla finitura più ricercata. Un valore aggiunto dunque la sua presenza per l’intera durata della mostra nelle vesti di cicerone per illustrare ai visitatori le peculiarità e la storia di ogni singolo strumento esposto. L’esposizione raccoglie una selezione di oltre 150 set vintage, più di 300 rullanti e circa 300 piatti storici, e vari memorabilia, come banner vintage, antichi espositori e gadget anni 60-70 delle varie ditte di batterie dal grande effetto scenico.

«Mi ritengo assolutamente “vintage”. Ho partecipato più volte a tutte le fiere di strumenti musicali al mondo, come il NAMM di Los Angeles o il Music Messe Frankfurt e a tutte le fiere di settore italiane. La mia straordinaria conoscenza dello strumento mi porta a collaborare da anni come product manager del ‘settore percussioni’ con la ditta Armas Italia, sviluppando e contribuendo alla creazione di molti prodotti e strumenti. È così che ho potuto lavorare per grandi batteristi come Mel Gaynor, Dj Fontana, Rob Brian e – pensate un po’ – Ringo Starr. Ringrazio Medimex – conclude Di Lorenzo – che mi ha consentito di mostrare al mondo il mio patrimonio di storia e passione per il mio strumento».

La mostra, ad ingresso libero, sarà inaugurata giovedì 15 giugno e visitabile con la straordinaria guida di Antonio Di Lorenzo fino al 18 giugno, dalle ore 10:00 alle 19:30. Medimex è un progetto Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale attuato con il Teatro Pubblico Pugliese, finanziato a valere sul POR PUGLIA FESR-FSE 2014/2020 il futuro alla portata di tutti Asse VI Azione 6.8, realizzato nell’ambito dell’accordo tra Teatro Pubblico Pugliese e Agenzia Regionale del Turismo Pugliapromozione, in collaborazione con Assessorato alle Politiche Giovanili Regione Puglia/ARTI con il sostegno di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori e con il contributo di Birra Raffo, birra ufficiale.

Ma un altro evento segna questo giugno, cristallizzando uno dei momenti più splendenti della carriera di questo grande musicista e compositore: l’uscita, in concomitanza con il solstizio d’estate, del suo sesto album “The Sweet Survivor”.

Con una carriera prestigiosa in studio di registrazione e ‘on stage’ sui palchi di tutto il mondo con la “Storia del Jazz”, avendo collaborato e suonato con Steve Lacy, Lee Konitz, Dave Liebmann, Marc Ribot, Bob Mintzer, John Medeski, Benny Golson, Enrico Rava, Massimo Urbani, Gianluigi Trovesi, Bruno Tommaso, Franco D’Andrea, Antonio Di Lorenzo, batterista, percussionista e compositore, è considerato uno dei migliori specialisti del suo strumento in Italia. Apprezzato anche nel circuito pop, collabora con Vinicio Capossela, Lucio Dalla, Paolo Conte, ha all’attivo più di 100 dischi, molti come leader, compone musiche per documentari e vince numerosi premi: Top Jazz di Musica Jazz, Leone D’argento alla Biennale di Venezia, Universal Audio Award.

Vincitore del bando Puglia Sounds Record 2023, il suo ultimo lavoro da solista “The Sweet Survivor”, in uscita a giugno su tutte le piattaforme digitali e in cd, ad agosto in vinile, con la pubblicazione a luglio di un single edit video, è concepito come un ‘concept album’ nato tra la Puglia, Los Angeles, New York e Londra durante il lockdown, probabilmente la sua opera più ‘personale’ in cui la vicenda umana si fonde con le molteplici fonti di ispirazione e l’amore profondo per la sua Puglia. Insieme a lui, alcuni suoi collaboratori storici come il fisarmonicista Vince Abbracciante e il bassista Dado Penta (i celebri The Bumps), il sassofonista Fino, ma anche altri giovani leoni come i fiatisti Cozzella, Mastropasqua, Fallacara, Paolo Daniele e le voci di Carol Comes e Vincenzo Scarafile. Oltre che i featuring di alcuni maestri del jazz mondiale come i già citati Marc Ribot, John Medeski e Bruno Tommaso. 

Nel disco confluiscono le tante influenze che vanno da Morricone al jazz, al tango, dall’avanguardia della musica alla tradizione, in un percorso sonoro che lascia incantati.

“The Sweet Survivor” è un disco intenso, pieno di emozioni e suggestioni musicali, un viaggio sonoro che lascia il segno nell’ascoltatore. Nulla nel disco è lasciato al caso e, come sempre, Antonio Di Lorenzo ha una cura sartoriale dei suoi lavori, dalle registrazioni alla scelta dei collaboratori (ha pubblicato un disco in ensemble ogni 10 anni e due dischi di solo drums). Questa volta, rispetto ai pluripremiati dischi precedenti, c’è più esperienza personale e musicale, ma anche capacità di astrazione, oltre ad una grande attenzione per il materiale compositivo. Di Lorenzo firma tutti i brani originali del disco e non vi sono riletture o cover. Sicuramente l’opera più matura di un artista considerato giustamente uno dei massimi specialisti del suo strumento, con una storia musicale tra le più suggestive tra gli artisti pugliesi in attività.

Redazione

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