DECLARO
La nuova collana di Kurumuny
dedicata alla ripubblicazione dell’opera di
Antonio Verri
A Caprarica di Lecce MARTEDI 22 febbraio 2022
(nel giorno del 73esimo compleanno dello scrittore)
presentazione dei primi due volumi della collana diretta da Simone Giorgino
Bucherer l’orologiaio e Il pane sotto la neve (per Otranto, per occasioni)
Dall’ultima opera all’esordio letterario di Antonio Verri
Prossima uscita in primavera con La Betissa
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Declaro è la nuova collana della casa editrice KURUMUNY diretta da Simone Giorgino e dedicata all’opera di Antonio L. Verri, scrittore di Caprarica (Le) tra i protagonisti indiscussi dello scenario culturale salentino del secondo Novecento.
Dopo l’uscita, lo scorso dicembre, di Bucherer l’orologiaio, romanzo postumo di Verri, pubblicato per la prima volta nel 1995, a due anni dalla sua scomparsa, Declaro prosegue con l’esordio letterario, del 1983. È infatti in libreria la nuova edizione de Il pane sotto la neve (per Otranto, per occasioni), raccolta-manifesto contenente uno dei messaggi più forti della scrittura di Verri.
La collana Declaro verrà presentata dall’editore Giovanni Chiriatti e dal curatore Simone Giorgino il prossimo martedì, 22 febbraio, alle ore 19, nella Sala Verri dei Giardini A. Montinaro di Caprarica di Lecce nell’ambito della manifestazione dal titolo Verso “la Città del Poeta”… 73^ compleanno di Antonio L. Verri organizzata dall’Amministrazione Comunale di Caprarica e dal Fondo Verri, con le letture e gli interventi musicali di Bruno Galeone, Daria Falco, Piero Rapanà e Vania Palumbo.
«Nei primi anni di attività abbiamo ripubblicato diverse opere di Antonio Verri, legandoci così alla sua poesia, alla sua prosa e alla sua militanza – dice l’editore Giovanni Chiriatti. In virtù di questo profondo legame – convinti che la fruizione del pensiero e delle opere sia l’unico modo per non relegare all’oblio il grande patrimonio letterario, culturale e umano che Verri ci ha lasciato – con orgoglio presentiamo Declaro e le due pubblicazioni d’avvio collana, accompagnate dagli interventi critici di Rossano Astremo, per Bucherer, e di Luciano Pagano, per Il Pane».
Il Declaro, nell’idea dello stesso Verri, doveva essere un libro di prose in grado di contenere tutte le parole esistenti. Un libro infinito per sua definizione irrealizzabile, ma proprio per questo seducente. La morte dell’autore, sopraggiunta nel maggio del 1993 a causa di un incidente stradale, non consente di sapere in che modo si sarebbe evoluto questo suo progetto, però Bucherer l’orologiaio costituisce a tutti gli effetti l’ultimo e importante tassello di questa sua ambiziosa idea. Motivo per cui è stato scelto per l’avvio della nuova collana.
Il pane sotto la neve è invece la raccolta con cui da subito Verri spinge verso una pratica politica della poesia. «Fate solo quel che v’incanta» scrive tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. Ricordare questo monito poetico e riproporlo oggi, in un’epoca di disillusione e smarrimento di tutto ciò che è incanto, è uno dei messaggi più forti della scrittura di Verri, che nasce e si muove nell’alveo della poesia anche quando diviene prosa, cronaca. Fate solo quel che v’incanta.
La vicenda umana e letteraria di Antonio Verri è un sorprendente esempio di coincidenza fra vita e scrittura, testimoniata quotidianamente attraverso le poesie, le prose, l’impegno militante, le tante riviste e iniziative editoriali ideate e dirette nell’ultimo scorcio di Novecento. Nonostante sia ormai un autore di culto per una ristretta cerchia di lettori e un punto di riferimento imprescindibile per più di una generazione di scrittori e artisti, la sua opera, indisponibile da tempo, non ha ancora raggiunto un pubblico più vasto. La collana Declaro, interamente dedicata a Verri, intende colmare questa lacuna riproponendo l’opera di un autore refrattario a ogni tentativo di classificazione, babelico e magmatico, approfondendone le caratteristiche peculiari e accompagnando i lettori, anche i più giovani, nell’esplorazione di un patrimonio letterario ancora tutto da scoprire.
Terza pubblicazione della collana Declaro, in primavera, sarà La Betissa. Saga composita dell’uomo dei curli e di una grassa signora.
Direttore di collana: Simone Giorgino.
Comitato di redazione: Adele Errico, Annalucia Cudazzo, Alessio Paiano.
Antonio L. Verri bio-bibliografia breve
ANTONIO L. VERRI (Caprarica di Lecce, 1949-1993) ha esordito nel 1983 con la raccolta di poesie Il pane sotto la neve (per Otranto, per occasioni). Fra le sue opere principali Il fabbricante di armonia Antonio Galateo (1985), La Betissa. Saga composita dell’uomo dei curli e di una grassa signora (1987), I trofei della città di Guisnes (1988), Il naviglio innocente (1990). È stato promotore di numerose riviste, fogli letterari e iniziative editoriali, fra cui «Caffè Greco», «Pensionante de’ Saraceni», «On Board», «Quotidiano de Poeti-Ballyhoo-Quotidiano di comunicazione», «Titivillus».
KURUMUNY è una casa editrice attiva dal 2004 che opera in Grecìa salentina, un’isola linguistica ellenofona situata nel cuore del Salento. KURUMUNY in grico significa “germoglio di ulivo”, omaggio alla pianta simbolo del territorio pugliese e metafora del lavoro portato avanti dalla casa editrice.
Tra i principali campi di interesse figurano il racconto dei territori attraverso le testimonianze orali dei popoli che li abitano, la documentaristica e le scienze sociali. La disponibilità del vasto archivio sonoro e di immagini di Luigi Chiriatti, ricercatore fin dagli anni Settanta, fondatore della casa editrice e oggi direttore artistico del festival La Notte della Taranta, ci ha permesso di specializzarci in ambiti quali l’etnomusicologia grazie alle monografie sui grandi cantori del Salento, o di indagare a fondo riti e miti del Sud Italia. Il racconto di un mondo altro, l’attenzione agli ultimi, la microstoria, costituiscono l’imprinting fondamentale alla base del lavoro che svolgiamo quotidianamente.
Oggi Kurumuny ha ampliato i suoi orizzonti d’interesse e pubblica romanzi e saggi oltre a testi di etnomusicologia, così da mantenere aperto il dialogo fra tradizione e modernità, fra poetica della terra salentina e suo rinascimento. Così accanto alle collane storiche ne sono nate di nuove dedicate alla narrativa, alla poesia, alla world music. Kurumuny pratica un’editoria lenta, di qualità. Ogni libro rappresenta il frutto di un processo condiviso, un’opportunità unica di crescita e conoscenza per un’umanità nuova e in movimento.
Dettagli
SCHEDE LIBRI
Con uno scritto di Rossano Astremo
ANNO: 2021
FORMATO: 13×18 cm.
ISBN: 9788898773671
PAGINE: 110
PREZZO: 13.00 euro
Collana: Declaro 01
«Il lasciarsi divorare dalla scrittura.
È questa la bellezza?».
Bucherer l’orologiaio, l’ultima opera di Antonio L. Verri, pubblicata postuma nel 1995, è uno strabiliante congegno verbale attraverso il quale l’autore rivendica la sovrana libertà di una scrittura che danza vertiginosamente sul baratro dell’insignificanza. Se il romanzo è, com’è stato detto, il testamento di Verri, o il suo epitaffio, il messaggio che vi si legge lascia sgomenti: la letteratura è azzardo, e chi la pratica deve essere disposto a giocare la sua partita fino in fondo, pur sapendo di perdere. Perché il sogno di Bucherer, e dello stesso Verri, il progetto di trascrivere il mondo dentro un libro è semplicemente impossibile; ma il suo incanto risiede proprio nel ludico martirio dell’invenzione continua.
«Di cosa parla il romanzo, quindi? L’idea stessa di costruire mondi possibili che siano contenitori di parole rende chiaro il fatto che non ci troviamo dinanzi ad una storia in cui l’intreccio viaggia lungo i binari di una linearità evidente. Siamo a Zurigo, in un tempo non definito. C’è una voce narrante interna alla storia che alterna il racconto di sue vicende bizzarre che lo vedono protagonista tra le strade della città, accompagnato da personaggi dai nomi suggestivi come Sally, Hallucigenia e Opabinia, ad uno sguardo testimoniale volto a definire le azioni del personaggio che dà nome al romanzo, Bucherer per l’appunto. Questo orologiaio è impegnato nella costruzione di una specie di Arca, nella quale accumulare materiali vari, strani e a volte di difficile classificazione.
Nei tentativi sfiniti di Bucherer di creare la sua Arca, delineati dalla voce narrante, si sente forte l’eco dell’autore che, dopo anni nei quali ha avuto una fiducia cieca nel potere della letteratura in quanto strumento grazie al quale poter cambiare davvero il mondo, si lascia andare ad una scrittura meno orientata al significato e più legata al significante.» [Rossano Astremo]
Con uno scritto di Luciano Pagano
ANNO: 2022
FORMATO: 13×18 cm.
ISBN: 9788885863033
PAGINE: 126
PREZZO: 13.00 euro
Collana: Declaro 02
«Ecco. Fate solo quel che v’incanta!
Fate fogli di poesia, poeti»
Il pane sotto la neve (per Otranto, per occasioni) è l’esordio di Antonio L. Verri, pubblicato per la prima volta nel 1983, nella stessa collana inaugurata, solo pochi mesi prima, da un altro libro di culto della poesia del «Sud del Sud dei Santi», Forse ci siamo di Salvatore Toma. Il confronto con la propria vocazione letteraria e con le proprie radici, che è anche un fare i conti con le tradizioni, la storia, la letteratura e l’arte dell’Heimat, della piccola patria (il «sibilo lungo» della cultura contadina, il sacco di Otranto, Carmelo Bene, Vittorio Bodini, Rina Durante…), è il cuore pulsante delle poesie e delle prose sperimentali confluite in questa debordante raccolta-manifesto.
Il pane sotto la neve è una raccolta unica nel suo genere, emblematica, perché a partire da un’occasione storica, quella di Otranto, e dalle occasioni letterarie, dagli incontri con maestri di inchiostro e di sangue, riesce a sigillare per sempre un anelito fortissimo per una rivoluzione di senso che sola può provenire da una pratica politica della poesia. «Fate solo quel che v’incanta», così scrive Antonio Verri, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta; ricordare questo monito poetico e riproporlo oggi, in un’epoca di disillusione e smarrimento di tutto ciò che è incanto, è uno dei messaggi più forti della scrittura di Verri, che nasce e si muove nell’alveo della poesia anche quando diviene prosa, cronaca. […]
Non è più la realtà a diventare materia poetica, ma è la materia poetica che diviene realtà, attraverso i termini e i modi che Antonio Verri statuisce, scrivendo, con l’antico, un dizionario del nuovo. Influenzato in ciò da quelli che sono i suoi riferimenti letterari, ma spinto soprattutto da un lirismo primigenio, con una ricerca sul senso che si accompagna a una profonda acutezza dell’udito, quasi all’auscultazione-ricerca di un suono inaudito, mostruoso, anch’esso naturale. [Luciano Pagano]
Redazione