‘Around the Jazz’: continua lo streaming dal Verdi di Brindisi

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I teatri restano chiusi e la scena si anima di note streaming. Il Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, sulla scia del successo riscosso dai primi quattro appuntamenti, prolunga la programmazione online con altri due concerti. Si comincia domenica 4 aprile, giorno di Pasqua, alle ore 18, con un viaggio nelle multidimensioni del jazz a cura di un quartetto che presenta un programma aperto a molteplici epoche e latitudini, compresa quella di Brindisi con il suo connaturale rapporto con il mare.

Lo spettacolo, dal titolo «Around the Jazz», sarà trasmesso sulle pagine Facebook di Fondazione Nuovo Teatro VerdiComune di BrindisiRiccardo Rossi Sindaco di BrindisiTeatro Pubblico PuglieseCarmelo Grassi, Agenda Brindisi, Brindisi Cronaca, Brindisi Oggi, Brindisi Report, Brindisi TimeBrundisiumIdea Radio nel MondoL’Ora di Brindisi, NewspamNuovo Quotidiano di Puglia online, sulla web-tv Apulia (apuliawebtv.it) e ancora sul canale Youtube della Fondazione Nuovo Teatro Verdi. Quattro amici di vecchia data con una passione profonda e irrefrenabile per la musica. Da questo rapporto e dalla condivisione dell’esperienza musicale, nasce «Around the Jazz», formazione che fa rivivere gli standard jazz e rivisita pezzi celebri in chiave jazz. Quello di «Around the Jazz» è un tipo di jazz fruibile da ogni genere di pubblico che il quartetto è pronto a riproporre sul palco del Verdi e condividerlo nella “socialsfera”.

La band è formata da Antonio Magli al pianoforte, Umberto De Vitti al contrabbasso, Mimmo Russi alla batteria e Carlo Gioia al sassofono. Antonio Magli è un pianista affermato che, dopo il diploma al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, ha costruito la sua carriera esibendosi in moltissime e prestigiose kermesse musicali e incidendo una serie di dischi. Ha collaborato con gli storici musicisti del Banco del Mutuo Soccorso, con Mauro Pagani della PFM e con tanti altri nomi top del panorama musicale italiano. Umberto De Vitti è nato sui palcoscenici musicali di Brindisi: sin da ragazzo ha suonato il basso accompagnando moltissime band. Al basso e all’armonica a bocca ha aggiunto nel tempo anche il contrabbasso che suona con altrettanta passione. La sua versatilità lo ha portato ad approfondire esperienze che spaziano dal rock al blues, dal pop al reggae. Mimmo Russi ha cominciato a suonare la batteria da ragazzo e ha collaborato con diversi gruppi in Italia. Oltre alla batteria, è uno straordinario interprete di percussioni, oltre a disporre di qualità canore che gli hanno permesso di partecipare a numerosi eventi. Carlo Gioia ha esperienze di fraseggio fiatistico maturate nelle sezioni fiati e improvvisative di orchestre di musica classica e di big band jazz americane. Ha studiato con grandi maestri della musica jazz e classica diplomandosi in sassofono al Conservatorio Nino Rota di Monopoli e ha partecipato a numerose produzioni musicali, dall’incisione di dischi a eventi live.

Il concerto è un viaggio ideale tra libertà di linguaggio improvvisativo e rigore musicale attraverso le note di celebri melodie internazionali. Ci sono viaggi per i quali non è necessario fare le valigie perché compiono le traiettorie evocative dell’arte. E da questo punto di vista non esiste nulla di più potente della musica: c’è quella che sembra condurti in luoghi solitari o tra le strade caotiche di New York. E poi c’è il jazz. Un viaggio senza meta, un’improvvisazione, partenza, ritorno e poi ancora partenza. Perché forse è come diceva George Gershwin: la vita è un po’ come il jazz, viene meglio quando si improvvisa.

Il concerto si apre con «A night in Tunisia», tra gli standard celebri di Dizzy Gillespie, uno dei più grandi trombettisti jazz di sempre. «All blues» è uno dei cinque brani che compongono lo storico lp «Kind of blue», inciso da Miles Davis nel 1959. Segue «Billie’s bounce», omaggio a Charlie Parker nel centenario della nascita, definito dalla critica «il Picasso dell’arte afro-americana, l’uomo che reinventò la sintassi e la morfologia della musica jazz e ne deviò il corso». È la volta poi di «In a sentimental mood», standard jazz che secondo leggenda Duke Ellington improvvisò al pianoforte per mettere pace tra due amici. Anche «Caravan» è un omaggio alla più grande delle big band, quella del “Duca” di Washington. Il programma visita «Blue bossa», brano jazz strumentale di Kenny Dorham che mescola hard bop e bossa nova, scritto dopo la partecipazione al Festival Jazz di Rio de Janeiro del 1961, per poi seguire la traccia standard di «Take the A Train», pezzo di Billy Strayhorn ispirato alla linea “A” della metropolitana di New York che poco più tardi Duke Ellington avrebbe utilizzato come sigla per la sua orchestra. Si arriva così a «Sunny», brano soul che Bobby Hebb compose il 22 novembre 1963, giorno dell’uccisione di John Kennedy, e divenuto un pezzo jazz grazie a George Benson. Poi una dedica a Pino Daniele e a Brindisi con «Chi tene ‘o mare», una ballata lenta e malinconica che tratteggia un disegno mai dipinto, eppure incorniciato da emozioni eterne, quello di un Sud cui nessuno potrà mai rubare il mare, ricchezza generosa e forse illusoria. «Take five» è un classico del jazz registrato dal Dave Brubeck Quartet nel 1959, il primo singolo jazz ad aver superato un milione di copie, secondo la classifica Billboard Hot 100 del 1961. Il concerto si chiude con «Armando’s Rhumba», monumento alla grande anima latina del geniale pianista americano di origini italiane Chick Corea, scomparso lo scorso 9 febbraio, autentica leggenda del jazz e personalità musicale smisurata che ha contribuito a inventare il jazz fusion.

Programma:
– A night in Tunisia
– All blues
– Billie’s bounce
– In a sentimental mood
– Caravan
– Blue bossa
– Take the A train
– Sunny
– Chi tene ‘o mare
– Take five
– Armando’s Rhumba

redazione

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