Avrebbe simulato diverse infermitá e conseguentemente truffato l’amministrazione di appartenenza: prosciolta giovane finanziera in servizio a Venezia

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CONGEDATA PER INFERMITÁ, MA ALLO STESSO TEMPO INDAGATA PER LA MEDESIMA PERCHÉ RITENUTA NON ESSERE VERA E PERTANTO SIMULATA. PROSCIOLTA GIOVANE FINANZIERA IN SERVIZIO A VENEZIA, PER TOTALE INFONDATEZZA DELLE ACCUSE, DAI REATI DI SIMULATA INFERMITÀ E TRUFFA MILITARE

In foto l’avv. Antonio Maria La Scala

Si è conclusa con un pieno proscioglimento la vicenda kafkiana che ha visto protagonista una giovane appartenente alla Guardia di Finanza. Il GIP militare di Verona accogliendo la richiesta della medesima Procura Militare ha definitivamente archiviato il procedimento penale a carico dell’App. della Guardia di Finanza M.E.B., accusata di aver simulato diverse infermitá e conseguentemente truffato l’amministrazione di appartenenza.
In particolare, la finanziera affetta da depressione, disturbo acuto da stress e tachicardia produceva alla propria amministrazione (comando provinciale di Venezia) documentazione sanitaria corredata da esami sanitari specialistici con i quali dimostrava la sussistenza della patologia lamentata.
A seguito di ciò, le venivano rilasciati giorni di malattia. Nel corso del periodo di malattia l’indagata effettuava ulteriori sedute di fisioterapia atteso che, nel frattempo, gli era stata riscontrata anche una cervicobrachialgia destra con protusioni discali multipli unitamente ad un’ernia cervicale doppia.
A seguito di ciò, l’indagata si vedeva prescrivere altri giorni di malattia.
Nel frattempo, venivano disposte alcune visite fiscali da parte dell’ INPS che confermavano il quadro clinico di MEB.
A seguito dell’aggravarsi della situazione depressiva le veniva prescritta una specifica cura psichiatrica con terapia psicofarmacologica da parte di medici delle ASL venete competenti. Da questo momento in poi, la stessa veniva sottoposta a diverse visite psichiatriche sempre da parte di personale medico specializzato in strutture pubbliche finché non gli veniva confermato un disturbo d’ansia con elementi disforici, tanto da prescriverle un esame strumentale clinico. Il passare del tempo, tuttavia, ha soltanto aggravato la situazione tanto da DETERMINARE IL COLLOCAMENTO IN CONGEDO ASSOLUTO PER INFERMITÀ dell’ App indagata.
Ciononostante l’amministrazione di appartenenza,ossia la locale Guardia di Finanza, sulla base di meri sospetti avviava un’indagine nei confronti della medesima militare per verificare se le patologie fossero reali o meno. Tuttavia, alla luce della corposa produzione documentale e della redazione di note tecniche prodotte dall’ avvocato Antonio Maria La Scala , difensore di fiducia del militare, la giustizia militare concludeva il suddetto procedimento penale con l’archiviazione per insussistenza del fatto ritenendo che: ” non si può concretamente dubitare dell’esistenza delle infermitá, se non sulla base di meri sospetti che da soli non possono assurgere a fatti concretamente provabili in sede di giudizio”.

Redazione

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