Nell’ambito delle attività culturali condivise tra Associazione Presìdi del Libro e Biblioteca Metropolitana De Gemmis che, grazie ad un protocollo di intesa con la Città Metropolitana di Bari, ospita la sede dei Presìdi del Libro, venerdì 23 marzo alle ore 17.30 ci sarà l’iniziativa dal titolo “Charlotte Salomon. Un racconto tra vita e teatro”, a cura di Bruno Pedretti.
L’iniziativa di domani, presso la Sala Convegni della Biblioteca De Gemmis in Santa Teresa dei Maschi, vedrà la partecipazione di due esperti storici dell’arte dell’università della Svizzera italiana e dell’università di Bari: Bruno Pedretti e Christine Farese Sperkenche converseranno su Charlotte Salomon, pittrice ebrea, vittima dell’olocausto sul tema dell’arte come difesa dal dolore. All’iniziativa aderiscono le associazioni Donne di carta/persone libro e Donne in corriera. Inoltre, ospiteremo una intera classe del Liceo L. da Vinci di Bisceglie che sta svolgendo, con il Presidio locale, un percorso di Alternanza Scuola/Lavoro insieme ai docenti e ai tutor aziendali.
Appuntamento a domani venerdì 23 marzo, ore 17.30, Biblioteca De Gemmis, Strada Lamberti, 3 Bari.
CHARLOTTE SALOMON
Le straordinarie tempere a cui Charlotte Salomon, giovane ebrea berlinese morta ad Auschwitz nel 1943, affidò il suo testamento artistico. Conservato presso il Jewish Historical Museum di Amsterdam ed esposto fin dagli anni Sessanta in molti musei del mondo, dal Centro Pompidou di Parigi alla Royal Academy di Londra, il ciclo che Charlotte volle intitolare Vita? o Teatro? è un documento artistico e biografico straordinario. Le circa 270 tempere presenti nell’esposizione milanese, accompagnate da foto d’epoca di Charlotte bambina e ragazza ricostruiscono la breve parabola esistenziale che ha ispirato negli ultimi anni anche opere di fiction.
Tra queste, l’intenso Charlotte del francese David Foenkinos, che ha venduto in Francia quasi mezzo milione di copie e il romanzo del curatore della mostra milanese, Bruno Pedretti: Charlotte. La morte e la fanciulla (prima ed. Giuntina, Firenze 1998; nuova ed. Skira, Milano 2015). Nata a Berlino nel 1917 e cresciuta in un ambiente borghese, profondamente segnata dalla morte della madre (solo da grande scoprirà che si trattava di suicidio) Charlotte cercò disperatamente di approfondire gli studi artistici nonostante le proibizioni che il Terzo Reich imponeva agli ebrei. Nel 1936, dopo l’internamento del padre in un campo di concentramento, raggiunse i nonni nel Sud della Francia. Ed è qui che, nel 1943, sentendosi braccata dai nazisti, affidò le sue opere a un amico. La sua vita finisce tragicamente quando, insieme al marito e in dolce attesa, viene arrestata e portata nel campo di concentramento di Auschwitz, dove muore in una camera a gas a soli 26 anni. L’opera riportata nella locandina, che Charlotte affidò a un’amica americana, è oggi conservata allo Joods Historisch Museum di Amsterdam.
Associazione Presìdi del Libro
redazione