Il Cinema ABC di Bari (Via Guglielmo Marconi 41) torna ad ospitare il pubblico in sala martedì 5 e mercoledì 6 ottobre 2021, con due proiezioni a partire dalle 18,30 a ingresso libero (fino a esaurimento posti, Green Pass obbligatorio). La rassegna gratuita si svolgerà a corredo della masterclass di sceneggiatura che Salvatore De Mola, celebre head writer barese (Premio David di Donatello e Premio Solinas), terrà sempre all’ABC negli stessi giorni, la mattina (dalle 9 alle 13) e il pomeriggio (dalle 14 alle 18).
I quattro film in proiezione sono sceneggiati dallo stesso De Mola: si parte martedì 5, alle 18,30 con «La stoffa dei sogni» (di Gianfranco Cabiddu, film per il quale lo sceneggiatore ha vinto il Premio David di Donatello), seguito alle 20,30 da «Mio Cognato» (oltre De Mola interverrà per presentarlo il regista Alessandro Piva); mercoledì 6 alle 18,30 sarà la volta di «Fango e Gloria – La Grande Guerra» (2014, di Leonardo Tiberi), seguito alle 20,30 da «Questo è un uomo» (2021, di Marco Turco).La masterclass e la rassegna sono realizzate da ABC Centro di Cultura Cinematografica s.r.l., e sostenute dal Teatro Pubblico Pugliese (nell’ambito del Piano Straordinario di sostegno in favore del Sistema Regionale della Cultura e dello Spettacolo, colpito dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 “Custodiamo la Cultura in Puglia”). Il progetto, impreziosito dall’esperienza trentennale per il cinema e la tv dello sceneggiatore barese (tra i tanti suoi lavori di prestigio, quello per la serie de «Il Commissario Montalbano»), è un altro tassello all’interno degli eventi di riapertura del Cinema ABC di Bari.«La stoffa dei sogni» (2016), di Gianfranco Cabiddu, è interpretato da Sergio Rubini ed Ennio Fantastichini. Il film è liberamente tratto dalla pièce «L’arte della commedia» di Eduardo De Filippo e alla sua traduzione in napoletano del dramma «La tempesta» di William Shakespeare. Premiato nel 2017 ai David di Donatello per la miglior sceneggiatura adattata (a Salvatore De Mola, Cabiddu e Ugo Chiti) e vincitore del «Globo d’oro» come miglior film, il lungometraggio parte da una tempesta che scaraventa sull’isola dell’Asinara un gruppetto eterogeneo di naufraghi: quattro camorristi, le due guardie che li stavano accompagnando in penitenziario, e i quattro membri di una compagnia teatrale di giro. Tre dei camorristi decidono di spacciarsi per teatranti, con l’aiuto (riluttante) del capocomico Oreste Campese, per sfuggire alla cattura da parte del direttore del carcere. Ma De Caro, il direttore, è uomo diffidente, e sospetta subito che la compagnia Campese ospiti qualcuno dei carcerandi sopravvissuti al naufragio.
«Mio Cognato» (2003), di Alessandro Piva (formato da un cast corale di attori pugliesi, con protagonisti Sergio Rubini e Luigi Lo Cascio), è ambientato a Bari, nei primi anni 2000. Toni e Vito, uomini molto diversi tra loro, sono cognati e vanno poco d’accordo. Intervenuto con la moglie Anna alla cerimonia di battesimo del figlio di Toni, Vito subisce il furto della sua automobile nuova, per la quale non ha ancora finito di versare le rate. Compromesso il buon esito della festa, Toni si offre, indotto dalla sorella e visibilmente a malincuore, di andare a cercare l’automobile del cognato. Inizia così per i due, a bordo dell’auto di grossa cilindrata di Toni, un viaggio attraverso vari ambienti metropolitani, in una notte apparentemente senza fine. Vito scopre un’altra città, governata da codici a lui sconosciuti e dei quali Toni pare avere invece assoluta padronanza. Nell’attraversare la notte, gomito a gomito, i due cognati imparano a diffidare di meno l’uno dell’altro, e all’alba del nuovo giorno paiono ormai camminare con lo stesso passo. Ma, nell’indifferenza della città che lentamente si risveglia, un’amara sorpresa ancora li attende.
«Fango e Gloria – La Grande Guerra» (2015) è un documentario che commemora i cento anni dell’entrata in guerra dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, il 24 maggio 1915. Il film è composto da video originali della Grande Guerra, per la prima volta dotati di colorazione; mentre l’altra parte è costruita come una fiction, diretta dall’architetto Leonardo Tiberi (vincitore del Nastro d’Argento speciale), ex direttore editoriale dell’Istituto Luce: è incentrata sulla storia del Milite Ignoto italiano, che nel film è identificato con Mario, un personaggio di fantasia, interpretato da Eugenio Franceschini.
«Questo è un uomo» (2021) è un docudrama diretto da Marco Turco, che ripercorre la vita di Primo Levi, ricostruendone i momenti salienti, dalla deportazione fino agli ultimi anni della sua vita, toccando i temi fondamentali che hanno caratterizzato la sua biografia e l’opera. La vicenda è ambientata nel 1986: a causa di un incidente accaduto durante un’escursione in montagna, Primo Levi viene soccorso da un uomo che ignora la sua storia e che, addirittura, non comprende il significato del numero tatuato sul suo braccio. Davanti a questo, Levi sente la necessità, ancora una volta nella vita, di raccontare la sua vicenda, e con essa la tragedia dell’Olocausto.