BARI – DOMANI, giovedì 8 febbraio, in proiezione «SULL’ADAMANT», doc vincitore Orso d’Oro a Berlino, per il Prix Palatine

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BARI – DOMANI, giovedì 8 febbraio, in proiezione «SULL’ADAMANT», doc vincitore Orso d’Oro a Berlino, per il Prix Palatine

IL PRIX PALATINE PORTA A BARI IL DOCUMENTARIO VINCITORE DELL’ORSO D’ORO A BERLINO 2023 «SULL’ADAMANT – DOVE L’IMPOSSIBILE DIVENTA POSSIBILE». TRA GLI SPETTATORI, 180 STUDENTI PROVENIENTI DA VARI LICEI DEL TERRITORIO.

Giovedì 8 febbraio, ore 15,30

Proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano

Multicinema Galleria – Bari

 

Giovedì 8 febbraio, alle 15,30, al Multicinema Galleria di Bari, arriva in un’unica proiezione speciale il documentario vincitore dell’Orso d’Oro all’ultimo Festival di Berlino del regista francese Nicolas Philibert, arriva in proiezione in Puglia grazie al Prix Palatine (sarà proiettato in lingua originale, con sottotitoli in italiano), ed è un film distribuito da «I Wonder Pictures», in collaborazione con Unipol Biografilm Collection. È prevista anche una proiezione a Foggia, venerdì 9 febbraio alle 11, nella Sala FarinaBiglietti acquistabili in cassa e on line, su multicinemagalleria.18tickets.it (infotel: 080.521.45.63).

Il Prix Palatine è l’unico premio cinematografico binazionale che ricompensa i film più amati dai ragazzi e dalle ragazze Esabac, gli studenti tra i 15 e i 19 anni delle scuole che portano alla doppia maturità italiana e francese. In Puglia sono nella giuria nazionale gli studenti delle classi Esabac degli istituti Giulio Cesare e Marco Polo di Bari, dell’Amaldi di Bitetto e del liceo Poerio di Foggia, per un totale di circa 180 studenti. Dopo un’edizione riservata ai ragazzi delle superiori di Roma e Parigi, nel 2024 il Prix coinvolge quest’anno ben 15 città: 24 sono i licei e gli istituti tecnici Esabac partecipanti, dal Lycée Jean Jacques Rousseau di Sarcelles (il più a nord), fino al liceo Amaldi di Bitetto (il più a sud), passando per Saint Denis, Parigi, Massy, Torino, Milano, Bologna, Modena, Firenze, Olevano Romano, Rieti, Roma, Foggia e Bari.

Premiato con l’Orso d’Oro al 73esimo Festival di Berlino e candidato agli EFA e ai Lumières Awards, il film sarà poi distribuito nelle sale italiane come evento speciale l’11, 12 e 13 marzo in concomitanza con il centenario della nascita di Franco Basaglia, celebre psichiatra e neurologo italiano, innovatore nel campo della salute mentale nonché ispiratore dell’omonima legge. «Sull’Adamant – Dove l’impossibile diventa possibile» racconta il grande lavoro che si svolge all’interno di un centro diurno per la salute mentale ormeggiato sulla Senna. L’edificio, denominato l’Adamant, è stato realizzato nel 2010 secondo concezioni architettoniche all’avanguardia, e collocato su una piattaforma galleggiante nel cuore di Parigi. È messo a disposizione dei primi quattro «arrondissement» della capitale francese per accogliere persone che soffrono di disturbi psichici.

In esso, un’equipe preparata e formata da infermiere, psicologi, psichiatri ed altri professionisti cerca di stabilire relazioni umane con i pazienti avvalendosi di metodi di cura nuovi e originali, in uno spazio aperto, stimolante e accogliente, lontano dalle austere concezioni ospedaliere. Cullato dalla Senna, l’edificio galleggiante Adamant diventa, per chi lo desidera, un posto in cui scegliere di stare, il miraggio di una casa per chi si sente fuori posto nel mondo.

Con la delicatezza, il garbo e l’empatia che contraddistingue le sue opere, il regista Nicolas Philibert si mette a disposizione delle persone più fragili, consentendo loro di raccontarsi ed esprimersi liberamente, realizzando una serie di ritratti fragili, poetici e magnifici.

«Girare un documentario – sottolinea il regista – significa fare i conti con l’incidentale, con tutto ciò che sfugge alla previsione e alla drammaturgia. Le scene più belle sono spesso quelle che emergono a sorpresa, senza premeditazione». L’attrice e regista americana Kristen Stewart, membro della giuria della Berlinale 2023, ha commentato così la consegna dell’Orso d’Oro a Philibert: «Per migliaia di anni abbiamo girato a vuoto cercando di definire cosa potesse essere considerato arte e come determinarne il valore. Questo film pone la riflessione, il sentimento, il suono e l’immagine a un livello talmente profondo e umanista che ha toccato tutti noi della giuria. È la prova cinematografica del bisogno vitale di espressione umana, ed è girato in modo magistrale. I parametri invisibili stabiliti dall’industria del cinema non hanno alcuna influenza su questo film, su quest’opera d’arte».

Redazione

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