Questa mattina l’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Galasso, insieme a i tecnici della ripartizione IVOP e dell’Aqp, ha effettuato un sopralluogo presso i tre nuovi siti dove saranno collocate le Case dell’acqua, che si aggiungeranno a quella già esistente in via Aquilino, a Japigia.
Hanno partecipato al sopralluogo i tecnici della Encon srl, la società che si è aggiudicata l’appalto espletato da Aqp per conto del Comune di Bari. Il bando prevede per un periodo massimo di 3 anni la fornitura gratuita dell’acqua naturale, di acqua naturale refrigerata a un costo di 2 centesimi al litro e di acqua gassata refrigerata al costo di 5 centesimi al litro. In base alle procedure di gara, l’appalto prevede un contributo da parte di Encon, pari al 5%, sui costi di allacciamento alla rete idrica pubblica. Per quanto riguarda i costi relativi al consumo dell’acqua, saranno totalmente a carico dell’azienda vincitrice del bando.
Le tre nuove Case dell’acqua saranno ubicate nell’area antistante gli uffici del Municipio III in via Ricchioni, nel quartiere San Paolo, in uno dei locali di proprietà dei Salesiani con affaccio su strada in via Martiri d’Otranto, nel quartiere Libertà, e in uno spazio della ripartizione Sviluppo economico con affaccio su strada in piazza Chiurlia, a Bari vecchia.
Per l’avvio del servizio saranno necessari alcuni lavori per la predisposizione degli allacci, idrici ed elettrici, oltre a dei piccoli interventi edili.
“Procederemo con le tre nuove strutture che, secondo quanto previsto dal bando, dovranno entrare in funzione entro 4 mesi dalla sigla del contratto – ha dichiarato Giuseppe Galasso -. Quindi alla fine del mese di maggio dovrebbero essere regolarmente attive tutte le Case dell’Acqua, che saranno collocate in quartieri ad alta densità di popolazione. Credo si tratti di un segnale molto importante in termini di risparmio e di sostenibilità ambientale che, peraltro, nasce da un impegno preso direttamente dal sindaco con i cittadini baresi. Siamo certi che la risposta sarà così positiva da spingerci ad incrementarne il numero e servire anche altri quartieri di Bari”.
di Antonio Carbonara