La Procura di Bari ha chiesto due condanne a 30 anni e a 16 anni di reclusione rispettivamente per l’esecutore materiale e per l’istigatrice dell’omicidio premeditato dell’operaio 28enne di Toritto Stefano Melilla, il cui corpo senza vita fu trovato in un pozzo all’interno di un casolare abbandonato adiacente al campo sportivo di Binetto (Bari) il 13 giugno 2016.
Nel processo con rito abbreviato dinanzi al gup Rosa Anna Depalo, sono imputati il 40enne Crescenzio Burdi, reo confesso del delitto accusato anche di occultamento di cadavere, e per concorso morale quale istigatrice la 29enne Addolarata Cuzzi, compagna della vittima ed ex moglie dell’assassino. Secondo l’accusa, la donna, per porre fine alla relazione con Melillo, avrebbe convinto il marito ad ucciderlo. Lo avrebbe attirato nel campo sportivo e poi il marito lo avrebbe prima strangolato con una corda, poi colpito alla testa con una spranga. Burdi si sarebbe poi disfatto del cadavere gettandolo in una cisterna dopo aver tentato di dargli fuoco.
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redazione