È stato presentato questa mattina, a Palazzo di Città, “Game Changers”, il progetto sperimentale educativo sul gioco di ruolo in ambito penale minorile, rivolto ai ragazzi ospiti della comunità educativa e residenziale “Chiccolino” sottoposti a provvedimenti giudiziari emessi dal Tribunale dei Minori di Bari.
Si tratta di un in un ciclo già avviato di sette incontri, della durata di due ore ciascuno, durante i quali sei giovani, dai 15 ai 19 anni, sono alle prese con una mappa, dei personaggi in miniatura e delle storie ambientate in un periodo storico immaginario alla presenza di un master che ha il solo compito di facilitare il dialogo tra i vari partecipanti. Altro elemento è costituito dall’utilizzo di mezzi interattivi moderni, come le rappresentazioni in 3D, le video-chiamate, le mail e i messaggi, che consentono ai giocatori di orientare le proprie scelte usando mezzi utili e funzionali all’obiettivo.
Tutti i dettagli dell’iniziativa sono stati illustrati dall’assessora la Welfare Francesca Bottalico, dal curatore del progetto Raffaele Diomede, dallo psicologo della comunità Antonio Coco e dagli operatori della Games Academy di via De Rossi 161, dove si svolge il progetto, e dell’associazione Tou.Play, che ha sviluppato le storie.
“Game Changers”, monitorato dal Centro per la Giustizia Minorile per la Puglia e Basilicata, intende rispondere alla urgente richiesta di innovazione educativa e metodologica nell’ambito degli interventi in favore dei minori sottoposti a procedimenti penali in esecuzione, sottoposti a misure di sicurezza o che abbiano beneficiato della sospensione del processo e della messa alla prova. Si ispira a ciò che viene definita “giustizia generativa”, e cioè orientata alla rigenerazione della persona. Pertanto, l’auspicio è quello di aiutare i ragazzi a confrontarsi, attraverso il gioco e la scelta, con modelli di vita alternativi a quelli che essi stessi hanno conosciuto prima dell’ingresso nel circuito penale. Il gioco di ruolo, infatti, segue un metodo che rispetta la voglia di novità e l’esplorazione dei minori: l’approccio pedagogico è rappresentato dall’aumento della consapevolezza che le libere scelte operate durante il gioco portano inevitabilmente a delle conseguenze, dall’incremento della comprensione empatica e del lavoro di squadra, perché il gioco di ruolo è un lavoro di gruppo, basato sul rispetto di regole condivise e strutturato attraverso un linguaggio semplice e fantasioso del racconto.
Un team psico-pedagogico, composto dal coordinatore di comunità, due educatori e dallo psicologo, monitora l’intero percorso laboratoriale di Game Changers apportando di volta in volta interventi migliorativi e sviluppando ulteriori strategie che possano facilitare il raggiungimento degli obiettivi che si intendono raggiungere.
“Oggi presentiamo un’azione sperimentale che rientra in un percorso più ampio portato avanti dalla struttura Chiccolino, unica nel suo genere su tutto il territorio nazionale e promossa dall’assessorato al Welfare del Comune con la regione Puglia e il Ministero di giustizia – ha dichiarato Francesca Bottalico -. Siamo fiduciosi sull’efficacia del progetto, quasi unico nel suo genere, che permetterà, attraverso lo strumento del gioco di ruolo, di sollecitare nei minori una capacità di visione e di rielaborazione di ciò che hanno commesso in precedenza, stimolando la ricerca di modelli alternativi e prevenendo al contempo la reiterazione de comportamento deviante. Per la città di Bari Chiccolino si conferma un grande investimento per le azioni intraprese, i risultati ottenuti e le modalità innovative adoperate. Quest’anno inoltre i ragazzi ospiti, che stanno affrontando tanti altri percorsi, stanno vivendo questa esperienza del tutto nuova e stimolante al di fuori del centro, sorto in un bene confiscato alla criminalità organizzata in un quartiere particolare come San Girolamo, un territorio dove l’assessorato al Welfare sta continuando a investire con l’apertura a settembre di un nuovo centro servizi rivolto alle famiglie e ai minori”.
“Ogni minore entrato nel circuito penale rappresenta una domanda urgente posta dalla società stessa – ha sottolineato Raffaele Diomede -. Ci è sembrato interessante lanciare la sfida del gioco di ruolo, un esperimento unico che parte da Bari e che speriamo possa imporsi all’attenzione del territorio nazionale. Il gioco di ruolo, infatti, non ha un inizio e una fine prestabiliti in quanto ad ogni azione segue una conseguenza: ciò significa che diventa necessario scegliere e per i ragazzi, che hanno dei trascorsi fatti di scelte sbagliate, la scelta diventa fondamentale. Nel corso del gioco vivono il loro personaggio fantastico, protagonista della loro stessa storia e ovviamente diventano molto più propositivi. L’obiettivo è quello di stimolarli a sviluppare nuove modalità di pensiero, puntando sull’importanza della scelta e delle conseguenze che possono derivare in futuro”.
La Comunità educativa e residenziale “Chiccolino” è un’idea ambiziosa voluta dal Centro Giustizia Minorile e dal Comune di Bari, finanziata dall’assessorato comunale al Welfare e messa al servizio della cittadinanza barese e della sua area metropolitana attraverso la gestione educativa, tecnica e organizzativa della cooperativa Occupazione e Solidarietà, ad oggi giunta al secondo mandato consecutivo, attualmente in ATI con la coop. Eughenia di Bitonto.
Chiccolino nasce dalla necessità di creare un luogo dove, oltre ad azioni di contenimento, si sperimentassero diverse strategie educative capaci di restituire alla società civile ragazzi che, attraverso un percorso di revisione critica dei propri trascorsi, possano essere nuovamente pronti a rimettersi in carreggiata con una diversa consapevolezza, capaci di costruire un futuro fatto di responsabilità e legalità.
Per questo la mission educativa che continua a caratterizzare la gestione del servizio adotta una visione della comunità educativa come un attore sociale attivo e aperto verso il territorio grazie a una stretta collaborazione con diverse realtà associative, impegnate nella salvaguardia e valorizzazione delle risorse naturali quali il mare, la terra e con associazioni impegnate da anni in azioni di solidarietà sociale e di sostegno ai minori e famiglie in difficoltà.
di Antonio Carbonara