Avrebbe strattonato i suoi piccoli alunni per “insegnare loro comportamenti positivi per la convivenza sociale”. Si è giustificata così dinanzi al giudice una delle due maestre baresi, sospese dal servizio, imputate per maltrattamenti su 15 bambini di un asilo di Bari-Santo Spirito.
La donna, attualmente a piede libero con la sua collega dopo una detenzione domiciliare di circa tre mesi cominciata nel maggio 2016, ha scelto di sottoporsi ad interrogatorio durante il processo con rito abbreviato in corso dinanzi al gup del Tribunale di Bari Rosa Anna De Palo. Agli atti del processo c’è anche una lettera inviata dalle imputate, alcune settimane prima dell’arresto, alla dirigente scolastica in cui spiegavano che nei confronti di alcuni bambini ritenuti “prepotenti” ed “esuberanti” era stato necessario ricorrere al cosiddetto “metodo della punizione”. L’insegnante ha infatti negato di aver mai avuto comportamenti violenti, ma ha parlato di punizioni come strumenti educativi.
ansa
di Antonio Carbonara