BARI – Palamartino e Officina degli Esordi – Sabato 16 novembre in scena Harald Beharie in «Batty Bwoy» e il dj set di Catu Diosis
BARI INTERNATIONAL GENDER FESTIVAL
Un doppio appuntamento prosegue il BIG: il coreografo e danzatore Harald Beharie porta in scena al Palamartino la performance “Batty Bwoy”. A seguire, il dj set di Catu Diosis all’Officina degli Esordi.
Harald Beharie (“Batty Bwoy”)
Harald Beharie (“Batty Bwoy”) – Sabato 16 novembre, ore 21 (Palamartino di Bari) – In replica domenica 17.
Ore 23,30 – Officina degli Esordi di Bari – Catu Diosis (Dj set)
Sabato 16 novembre, va in scena un doppio appuntamento per il BIG – Bari International Gender Festival: alle 21, al Palamartino di Bari, tocca alla performance di danza «Batty Bwoy», di e con Harald Beharie, coreografo norvegese di origine giamaicana, le cui pratiche coreografiche attraversano tematiche come l’ambiguità e l’illusione, la costruzione e la decostruzione, la speranza e l’incertezza, la vulnerabilità e l’intensità emotiva. Lo spettacolo è realizzato con il sostegno dell’Ambasciata di Norvegia in Italia, Norwegian Art Council, Performing Art Hub Norway. Lo spettacolo sarà replicato anche domenica 17 novembre, alle 19, sempre al Palamartino.
Alle 23,30 l’appuntamento è all’Officina degli Esordi di Bari con il dj set di Catherine Atim, in arte Catu Diosis, poliedrico talento originario dell’Uganda. Con il suo temperamento libero ed energico, si è ritagliata il suo spazio come produttrice musicale, Dj, ballerina e rapper, guadagnandosi il titolo di “Diva africana”.
Biglietti per entrambi gli eventi su dice.fm e al botteghino in sede, info su bigff.it.
Attraverso una riappropriazione del termine giamaicano “Batty Bwoy” (letteralmente «butt boy»), slang per indicare una persona queer, l’opera stravolge i miti del corpo queer nero, svelandone vulnerabili possibilità, in un gioco di consapevolezza e ingenuità. Scrutando l’assurdità di una mostruosità queer, Batty Bwoy si articola attraverso la porosità di corpi e linguaggi, le cui bocche deglutiscono e rigurgitano le finzioni del corpo proiettate sulla pelle; attacca e abbraccia narrazioni sedimentate intorno alla paura del corpo queer come figura perversa e deviata.
Il lavoro trae ispirazione dalla mitologia, dagli stereotipi del disgusto, dai sentimenti e dalle fantasie sul corpo e le identità queer, dai testi omofobici delle canzoni dance, dai film gialli italiani degli anni ’70, dalle “gully queens” e dalle voci queer di Norvegia e Giamaica. che sono state ascoltate e che hanno preso parte al processo.
Batty Bwoy ha vinto il Premio Hedda come migliore performance di Danza nel 2023 e ha ottenuto una nomination per il Norwegian Critics Association Prize 2022.
Quanto a Catu Diosis, il suo sound unico mescola elementi afrocentrici e musica proveniente da ogni parte del globo, creando brani godibili e ballabili. Parte del famoso collettivo ugandese Nyege Nyege, è diventata una artista molto richiesta sulla scena internazionale. I suoi set elettrizzanti e la sua magnetica presenza scenica hanno conquistato venues e festival iconici in tutto il mondo, come Boiler Room, Berghain, Paleo Festival e Circulart in Colombia.
Il suo viaggio è la testimonianza della incrollabile passione per la musica, del suo impegno nel preservare e sviluppare le proprie radici culturali, e della sua capacità di affascinare il pubblico di tutto il mondo.
CREDITI
BIG | Bari International Gender Festival è promosso e organizzato dalla Cooperativa sociale AL.I.C.E. (Area Arti Espressive), sostenuto dal FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo), Regione Puglia, PACT Puglia Culture a valere sul Fondo Speciale Cultura e Patrimonio Culturale L.R. 40/2016 art. 15 comma 3, Puglia Culture, Comune di Bari, dall’Ufficio Tecnico – Tavolo Tecnico LGBTQI del Comune di Bari, Ambasciata di Norvegia, il Performing Art Hub Norway e il patrocinio dell’Ambasciata del Portogallo. Il festival è realizzato in collaborazione con Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’ – Dipartimento ForPsiCOm, Archivio di Genere, Università LUM, Città Metropolitana di Bari – Biblioteca De Gemmis, Teatri Di Bari e Teatro Kismet, Fondazione Museo Pino Pascali, insieme a Articolo 12, ResExtensa, Toi Toi, Officina degli Esordi, Imago, Palazzo Fizzarotti, Fondazione H.E.A.R.T.H, Armata Brancaleone, Fondazione Dioguardi, Cantiere Evento, Octopost, Coordinamento Festival Lgbtq, Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore, Spine Bookstore, AiSG, LoStabile, Fondazione H.E.A.R.T, Aendor Studio, Dittongo, Experience Room, Frulez, Buò.
Media partner Salgemma Project, Radio Uniba, Uzak.
Il Focus Arte contemporanea è realizzato in coproduzione con Spazio Murat.
Redazione