È stato presentato questa mattina, nella sala giunta di Palazzo di Città, lo spettacolo teatrale “Giobbe”, una produzione ResExtensa in collaborazione con Artemisia Teatro, messa in scena a cura della compagnia Formediterre per la regia di Antonio Minelli, con in scena Silvia Mastrangelo, in programma giovedì 25 ottobre, alle ore 21.00, presso l’AncheCinema.
Alla presentazione hanno partecipato il presidente della commissione Culture del Comune Giuseppe Cascella, la responsabile artistica e la presidente dell’associazione culturale Artemisia Teatro Mariella Lippo e Maria Passaro, la presidente di ResExtensa Elisa Barucchieri, il direttore artistico di Formediterre e regista di “Giobbe” Antonio Minelli, l’attrice Silvia Mastrangelo e l’oncologo Giuseppe Colucci.
Il testo teatrale è scritto da Lodovico Balducci, autore e medico oncologo di fama internazionale che vive in Florida, vincitore del premio “La messa in scena” della prima edizione del “Premio Attore Artemisia 2017”, il concorso nazionale per attori e testi teatrali promosso da Artemisia Teatro e da ResExtensa con l’obiettivo di scoprire e promuovere talenti emergenti nell’arte attoriale e autoriale.
“Oggi – ha spiegato Giuseppe Cascella – presentiamo un’opera eccezionale, al contempo cruda, potente e delicata, nata dall’idea di un brillante medico, che parla del triangolo vita/malattia/morte attraverso gli occhi di una donna attanagliata da un grande senso di colpa legato alla sua malattia e all’avvicinarsi della morte e dal dolore di non sentirsi compresa dai suoi congiunti. L’autore si rifà al mito di Giobbe, uomo ricco e stimato che, a causa di una serie di disgrazie, perde o suoi figli e tutti i suoi averi, e si dispera chiedendosi perché Dio colpisca persone innocenti, mentre i suoi amici lo spingono a interrogarsi su un qualche peccato cui attribuire la cause delle sue disgrazie. Si tratta quindi, in sostanza, della trasposizione moderna del dibattito storico sulla medicina, tra chi tre millenni fa riteneva che le malattie avessero una radice filosofica e divina, punitiva per l’uomo e chi, come Ippocrate, comprese invece che la malattia dipende non certo da Dio ma spesso dai nostri comportamenti”.
Elisa Barucchieri ha sottolineato “la tragica vitalità della protagonista dell’opera, che urla la sua rabbia, il suo dolore e la sua innocenza, ma non si rende conto che la malattia sarà per lei una compagna di vita, per sempre. Una prima da non perdere, perché è una riflessione sul mistero profondo della vita, e su come affrontarlo”.
Nel ringraziare il Comune di Bari per aver patrocinato “Giobbe”, Maria Passaro si è detta orgogliosa di aver potuto realizzare quest’opera grazie alle prestigiose collaborazioni offerte da Elisa Barucchieri e Antonio Minelli, sottolineando che Artemisia crede fortemente nell’impegno di tutti gli attori culturali cittadini nella programmazione di un’attività teatrale florida e importante nella nostra città.
“Ho scelto di dirigere Giobbe – ha osservato Antonio Minelli – perché sentivo forte la suggestione di poter raccontare con realismo la condizione del malato nella nostra società, soprattutto nel momento nel quale precipita nel vortice dell’allontanamento e nell’esclusione dal mondo attivo. Uno spettacolo che diventa uno strumento di riflessione sulla possibilità di un qualcosa che vada oltre la malattia”.
ufficio stampa Comune di Bari
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