L’assessore all’Ambiente Pietro Petruzzelli rende noto che, nell’ambito delle attività di controllo effettuate dalla Polizia municipale e dai vigili ambientali su tutto il territorio cittadino per sanzionare comportamenti scorretti circa l’abbandono dei rifiuti, grazie alle telecamere installate in diversi punti sensibili della città negli ultimi giorni è stato possibile sanzionare sei persone per diversi tipi di infrazioni compiute nella zona di via delle Murge e nelle aree immediatamente limitrofe. In particolare gli accertamenti riguardano sei diversi episodi di abbandono selvaggio di rifiuti ingombranti, con l’applicazione della relativa sanzione prevista, pari a 300 euro.
“Nonostante stiamo conducendo da più di due anni una battaglia di civiltà per la difesa e il decoro del nostro territorio – commenta Pietro Petruzzelli – continuiamo ad assistere a comportamenti incivili e indecenti. Queste sono alcune delle immagini catturate da una delle fototrappole acquistate dall’Amiu e installate in giro per la città in zone ritenute critiche per via del ripetersi di episodi di abbandono selvaggio dei rifiuti ingombranti. Non faremo alcun passo indietro rispetto al cammino intrapreso, con l’augurio che i cittadini arrivino a comprendere quanto sia importante collaborare con l’amministrazione nel prendersi cura della nostra città, tenuto conto anche che abbandonare rifiuti ingombranti per strada è un reato”.
Si ricorda che il ritiro gratuito dei rifiuti ingombranti (es. materassi, sedie poltrone, scaffali e tutto ciò che è voluminoso) può essere prenotato dai cittadini con una telefonata al numero verde di AMIU 800 011 558 (ore 8.00-14.00 e 15.00-18.00 dal lunedì al venerdì; il sabato solo dalle 8.00 alle 14.00). I rifiuti ingombranti per i quali si è concordato il ritiro devono essere depositati la sera, dopo la chiusura dei negozi, accanto al cassonetto più vicino al proprio domicilio.
Le aziende sono invece tenute a smaltire gli ingombranti e i materiali di risulta delle lavorazioni rivolgendosi ad aziende specializzate.
di Antonio Carbonara