Bari: questa mattina il sindaco alla cerimonia di commemorazione della strage di via D’Amelio

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In occasione del 25° anniversario della strage di via D’Amelio, in cui morirono Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, questa mattina il sindaco di Bari ha deposto una corona in viale Falcone e Borsellino per commemorare quel tragico episodio che sconvolse il Paese, a 57 giorni dall’omicidio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli uomini della sua scorta.

 

“È fondamentale riunirci qui ogni anno – ha dichiarato Antonio Decaro – con i rappresentanti della magistratura, delle Forze dell’ordine, delle istituzioni e di tutte le associazioni che testimoniano, con affetto e rispetto, il legame della città di Bari con Paolo Borsellino, nel venticinquesimo anno della sua tragica scomparsa e di quella dei componenti della sua scorta, Emanuela Loi, Walter Cusina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. Paolo Borsellino è stato, e sarà sempre, il simbolo di un’Italia che non si rassegna: per questo il Comune di Bari, come tutto il Paese, non smetterà mai di rinnovarne il ricordo e l’insegnamento. Lui, come Giovanni Falcone, Rocco Chinnici, Antonino Caponnetto, il generale Dalla Chiesa, Pio La Torre, è stato protagonista di una stagione in cui l’Italia ha pagato il prezzo più alto nelle azioni di contrasto alle mafie, contando più di 1.200 vittime nei primi anni ‘80: giornalisti, carabinieri, magistrati, politici, imprenditori e chiunque abbia rappresentato un ostacolo alla sfida alle mafie.

Coltivare il ricordo significa praticare l’impegno quotidiano, nelle parole e nelle azioni. Per questo discuteremo presto in Consiglio comunale della costituzione della Consulta della legalità: un insieme di realtà che stanno insieme e fanno rete per promuovere iniziative che rafforzino la presenza delle energie sane nella città. La stessa energia che ieri sera ha portato i ragazzi di Libera nell’oratorio del Redentore. Lì c’era un bambino che ha tentato per tutto il tempo di disturbare la proiezione del film scorazzando con la bicicletta. Insieme a Don Francesco lo abbiamo inseguito per tutta la sera e infine convinto a sedersi insieme agli altri per guardare il film che parlava proprio della lotta quotidiana contro la cultura della sopraffazione delle mafie. Questo devono fare le istituzioni per onorare il ricordo di Paolo Borsellino e di tutti gli altri uomini e donne che hanno dedicato la loro vita alla lotta alla criminalità e ai soprusi: inseguire i cittadini, i più giovani, mostrargli l’alternativa, coltivare i loro talenti, offrirgli una possibilità di scelta e lavorare per una città in cui vincano le forze buone.

Oggi, a 25 anni dalla scomparsa di Paolo Borsellino, ricordiamo non solo una persona straordinaria ma un atteggiamento di vita, che mette insieme Borsellino con i ragazzi della sua scorta che non hanno mai dubitato un solo secondo sulla scelta della parte da cui schierarsi”.

di Antonio Carbonara

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