Questa mattina il vicesindaco Pierluigi Introna ha partecipato alla cerimonia di commemorazione in ricordo del giovane Michele Fazio, a 16 anni dal suo tragico omicidio.
L’iniziativa, che si è tenuta in largo Amendoni, a Bari vecchia, è stata organizzata dalla famiglia Fazio, dalla Regione Puglia e dal Coordinamento Regionale di Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie, in collaborazione con il Comune di Bari.
Alla cerimonia hanno partecipato anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, le autorità civili e militari cittadine, esponenti della Procura della Repubblica, dell’Ordine degli avvocati di Bari, delle principali associazioni territoriali che si occupano di legalità e antimafia sociale e alcuni familiari delle vittime innocenti di mafia.
“Questa è la prima volta che mi ritrovo a ricordare e onorare la prematura scomparsa di Michele Fazio come rappresentante del Comune di Bari – ha dichiarato Pierluigi Introna -. E mi preme sottolineare quanto sia particolarmente coinvolto e vicino alla famiglia come cittadino prima ancora che come rappresentante istituzionale, perché l’omcidio di Michele Fazio, risalente a 16 anni fa, non solo ha generato un profondo dolore, probabilmente incolmabile per la sua famiglia, ma ha segnato per sempre le coscienze e la sensibilità di un’intera città. Una città che si è scoperta improvvisamente più fragile, più vulnerabile, più esposta alla violenza e all’empietà delle mafie, che possono uccidere tutti, senza limiti di età né confini geografici e morali. Ed è questa la vicenda tragica di Michele Fazio che oggi noi tutti ricordiamo. Una storia di dolore, di tenacia giudiziaria e di giustizia, che non restituisce la vita di Michele a Pinuccio e Lella Fazio, ma impone alla città un risveglio dal torpore dell’omertà e dal silenzio dell’indifferenza.
Il rovescio di questa drammatica medaglia, però, risiede nel coraggio di una famiglia che non smette di lottare per la giustizia, rivendicando con orgoglio l’innocenza di suo figlio e l’esigenza di una mobilitazione civile, delle associazioni come Libera che supportano le vittime innocenti di mafia sensibilizzando il territorio sul contrasto alle mafie, dei parroci come don Franco Lanzolla e della politica che progressivamente acquisisce coscienza che le mafie sono un sistema complesso che solo un modello complesso di antimafia sociale e civile può contrastare. Il riscatto parziale della morte di Michele Fazio risiede in quest’alleanza vitale, un pezzo importante della storia della città che mi rattrista oggi non poter condividere con Stefano Fumarulo, che vi ha investito il proprio impegno e la propria passione.
Michele Fazio non è morto invano 16 anni fa perché attorno al suo ricordo e in difesa della vita contro le mafie si è formata una comunità, composta dai familiari di tutte le vittime innocenti di mafia qui presenti, da Libera, dalle numerose associazioni impegnate sui temi della legalità e dell’antimafia sociale qui presenti, dalle Forze dell’ordine, dalla Prefettura, dalla Questura, dalla Polizia municipale, dagli organi inquirenti, dai parroci e dalle istituzioni che ogni anno si riuniscono qui per onorare la memoria di Michele ma anche per rinnovarsi un impegno.
Un impegno collettivo sul contrasto alle mafie che il Comune di Bari sta proseguendo attraverso il lavoro dell’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata rinnovata dall’amministrazione attuale in continuità con il passato.
Un impegno per il contrasto alle mafie ma anche a contrasto dell’illegalità diffusa che alimenta quotidianamente l’egemonia culturale delle mafie attraverso codici, comportamenti, pratiche troppo spesso comunemente tollerate e che andrebbero invece avversate da tutti, non solo dall’amministrazione comunale o dalle Forze dell’ordine.
Ed è ciò che intendiamo quando parliamo di antimafia sociale. Un corpo di attori sociali attivi, coesi, uniti da un principio virtuoso di comunità che difende la propria città attraverso l’impegno civile e collettivo, tutelando la vita di ragazzi come Michele Fazio.
A breve, come anticipato dal sindaco, istituiremo una Consulta comunale della legalità e dell’antimafia sociale perché i familiari delle vittime innocenti di mafia e il tessuto associativo possano entrare a pieno titolo nella vita istituzionale di questa città, portando il proprio punto di vista, il proprio dolore e la passione civile che Pinuccio e Lella Fazio, come tutti gli altri, quotidianamente investono nelle scuole e trasmettono alle nuove generazioni attraverso la propria testimonianza. Mi auguro vi partecipino in tanti affinché quel tragico 12 luglio non si ripeta mai più a Bari”.
Fonte: Ufficio stampa Comune di Bari
di Antonio Carbonara