BARIteatro: DAL 17 AL 20 NOVEMBRE IN ESCLUSIVA REGIONALE “I DUE GEMELLI VENEZIANI” DI VALTER
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- “Altri Mondi”
Stagione teatrale Bari 2022/23
I DUE GEMELLI VENEZIANI
Di Carlo Goldoni
Da giovedì 17 a domenica 20 novembre 2022 – ESCLUSIVA REGIONALE
Da giovedì 17 a domenica 20 novembre in ESCLUSIVA REGIONALE al Teatro Piccinni di Bari arriva “I due gemelli veneziani” di Carlo Goldoni per la regia di Valter Malosti, con, tra gli altri, Marco Foschi, Danilo Nigrelli e Marco Manchisi, per la stagione teatrale 2022/23 del Comune di Bari realizzata in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.
I due gemelli veneziani è una gran macchina di divertimento con un intreccio trascinante fatto di duelli, amori e disamori, fughe, prigioni, ritrovamenti, in cui svetta la magnifica invenzione dei gemelli identici ma totalmente opposti di carattere, uno sciocco l’altro scaltro. Ma lo stesso testo è anche una farsa nera, eversiva, inquietante, sulla famiglia l’identità, l’amore (anche brutale, violentemente erotico, incestuoso) e la morte. Il regista ha compiuto con Angela Demattè un affascinante viaggio nel laboratorio linguistico goldoniano utilizzando soprattutto il corpo dei suoi lavori per musica e gli Intermezzi in modo da regalare ai personaggi un italiano (ed anche un veneziano) più sporco, meno edulcorato, più ruvido più birichino. Lo spazio scenico parte dalla casa e si sfalda in un labirinto di vicoli e prospettive misteriose. La strada è molto presente nel testo, una strada a volte pericolosa come quella appena fuori Verona dove si consuma il prologo dell’assassinio della madre dei gemelli e della ritrovata sorella, raccolta, proprio come la Marianna di Marivaux, da una pozza di sangue e quasi schiacciata, ma cosi salvata, dal corpo della madre.
La stagione proseguirà poi dall’1 al 4 dicembre con la prima nazionale de “Il giuocatore” di Carlo Goldoni per la regia di Marinella Anaclerio. Sabato 10 e domenica 11 dicembre sarà poi la volta di un’altra anteprima nazionale: “Morte a Venezia” di Thomas Mann ad opera della Compagnia Diaghilev con Paolo Panaro e Alexander Romanovsky. Dal 15 al 18 dicembre chiude il 2022 un grande classico: “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello per la regia di Gabriele Lavia.
Info: www.teatropubblicopugliese.it
SCHEDE SPETTACOLI
TERRAFERMA
Dal 17 al 20 novembre 2022 – ESCLUSIVA REGIONALE
ERT Teatro Nazionale / TPE – Teatro Piemonte Europa/ Teatro Stabile del Veneto / Teatro Metastasio di Prato
Marco Foschi, Danilo Nigrelli, Marco Manchisi
I DUE GEMELLI VENEZIANI
Di Carlo Goldoni
adattamento Angela Demattè, Valter Malosti
con Marco Foschi, Danilo Nigrelli, Marco Manchisi, Irene Petris, Alessandro Bressanello, Anna Gamba, Valerio Mazzucato, Camilla Nigro, Vittorio Camarota, Andrea Bellacicco
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Gianluca Sbicca
progetto sonoro G.U.P. Alcaro
cura del movimento Marco Angelilli
assistente alla regia Jacopo Squizzato
regia VALTER MALOSTI
si ringrazia il maestro mascheraio Stefano Perrocco di Meduna per la maschera di Pulcinella indossata da Marco Manchisi.
I due gemelli veneziani è una gran macchina di divertimento con un intreccio trascinante fatto di duelli, amori e disamori, fughe, prigioni, ritrovamenti, in cui svetta la magnifica invenzione dei gemelli identici ma totalmente opposti di carattere, uno sciocco l’altro scaltro. Ma lo stesso testo è anche una farsa nera, eversiva, inquietante, sulla famiglia l’identità, l’amore (anche brutale, violentemente erotico, incestuoso) e la morte. Il regista ha compiuto con Angela Demattè un affascinante viaggio nel laboratorio linguistico goldoniano utilizzando soprattutto il corpo dei suoi lavori per musica e gli Intermezzi in modo da regalare ai personaggi un italiano (ed anche un veneziano) più sporco, meno edulcorato, più ruvido più birichino.
Lo spazio scenico parte dalla casa e si sfalda in un labirinto di vicoli e prospettive misteriose. La strada è molto presente nel testo, una strada a volte pericolosa come quella appena fuori Verona dove si consuma il prologo dell’assassinio della madre dei gemelli e della ritrovata sorella, raccolta, proprio come la Marianna di Marivaux, da una pozza di sangue e quasi schiacciata, ma cosi salvata, dal corpo della madre.
TERRAFERMA
Da giovedì 1 a domenica 4 dicembre 2022 – PRIMA NAZIONALE
Compagnia del Sole
IL GIUOCATORE
di Carlo Goldoni
Con Flavio Albanese, Stella Addario, Antonella Carone, Patrizia Labianca, Loris Leoci, Tony Marzolla, Luigi Moretti, Dino Parrotta, Domenico Piscopo.
Disegno luci Cristian Allegrini
Regia MARINELLA ANACLERIO
«Questa Commedia ha caratteri tanto universali, che in ogni luogo ove fu ella rappresentata, credevasi fatta sul conio degli originali riconosciuti». C. Goldoni – Prologo “Il Giocatore”. Così sottolinea Goldoni a proposito della sua commedia, scritta nel 1750, anno della scommessa con il suo pubblico di scrivere 16 commedie nuove, ed andata in scena nel 1751. Scommessa appunto, ovvero un lanciarsi oltre l’ostacolo del logico per fare qualcosa di mai tentato prima, qualcosa di memorabile e speciale. Il gioco come vertigine, dunque, per lui non era soltanto legato al danaro ma un vero sistema di vita. In ogni caso i tavoli del gioco d’azzardo li conosceva molto bene, come conosceva molto bene tutti i retrobottega e casinò ufficiali dove si facevano e disfacevano fortune. Con questa pièce, Goldoni, mette a nudo con destrezza i meccanismi mentali del giocatore, svelandone tutti i processi e le trappole in cui egli cade trascinando spesso con sé quanti lo circondano. Si ride, ma si comprende anche quanto il gioco d’azzardo sia una dipendenza non meno pericolosa di un qualsiasi stupefacente. Mai come oggi portare in scena Il Giuocatore ci consente di proporre al pubblico un’analisi tragica e comica della ludopatia come fenomeno sociale.
QUI E ORA
Sabato 10 e domenica 11 dicembre 2022 – PRIMA NAZIONALE
Compagnia Diaghilev
Paolo Panaro, Alexander Romanovsky
MORTE A VENEZIA
di Thomas Mann
pianoforte Alexander Romanovsky
adattamento, regia e interpretazione PAOLO PANARO
Morte a Venezia è uno spettacolo-concerto dove il racconto di un grande autore e alcune fra le più belle pagine della letteratura pianistica si intrecciano per dare vita ad una narrazione esemplare e di grande impatto emotivo. Scritto da Thomas Mann nel 1912, Morte a Venezia è l’affresco della fine di un mondo, quello dell’Europa alle soglie della Prima Guerra Mondiale. Le magnificenze architettoniche della città lagunare e l’odore putrido del mare, la vivacità del variopinto popolo veneziano e l’insopportabile afa del mortifero scirocco, fanno da sfondo al più classico dei conflitti: l’antitesi fra il passato e il nuovo, tra vecchiaia e gioventù, tra esperienza e innocenza. Siamo nel 1911. Lo scrittore tedesco Gustav von Aschenbach, stanco dell’austerità della sua esistenza e del rigore con cui, per anni, ha affrontato il suo impegno artistico, decide di passare qualche settimana al mare. Si trasferisce al Lido di Venezia, nell’elegante Hotel des Bains, frequentato da viaggiatori provenienti da ogni parte d’Europa. Fra gli ospiti incontra Tadzio, un ragazzo polacco in vacanza con la famiglia. Lo scrittore ne rimane affascinato e cade in preda a una passione che presto si trasforma in ossessione. Si mette a pedinarlo; lo sogna. Un giorno, per caso, scopre che il colera è arrivato in città e che le autorità lagunari stanno facendo di tutto per tenere nascosta la notizia. Venezia sprofonda nel contagio.
TERRAFERMA
Da giovedì 15 a domenica 18 dicembre 2022
Effimera/Diana OR.I.S.
Gabriele Lavia, Federica Di Martino
IL BERRETTO A SONAGLI
di Luigi Pirandello
con Gabriele Lavia, Federica Di Martino, Francesco Bonomo, Matilde Piana,Maribella Piana, Mario Pietramala, Giovanna Guida, Beatrice Ceccherini
scene Alessandro Camera
costumi ideati dagli allievi del Terzo anno dell’Accademia Costume & Moda Matilde Annis, Carlotta Bufalini, Flavia Garbini, Ludovica Ottaviani, Valentina Poli, Stefano Ritrovato, Nora Sala – Coordinatore Andrea Viotti
musiche Antonio Di Pofi
regia GABRIELE LAVIA
Per Luigi Pirandello la vita è una “soglia” troppo affollata del “nulla”.Etutta la sua opera ruota attorno a questo “nulla” affollato di “apparenze”, di ombre che si agitano nel dolore e nella pazzia. Solo “i personaggi” sono “veri” e “vivi”. Il Berretto a Sonagli è una tragedia della mente. Ma porta in faccia la maschera della “farsa”. Pirandello mette sullascena un “uomo vecchio” uno di quegli uomini “invisibili”, senza importanza, schiacciato nella “morsa” della vita e, poiché è un “niente di uomo” è trattato come se fosse niente: Oh che ero niente io? Questa “domanda disperata” nasconde la concezione di se stesso, torturata e orgogliosa, di un uomo dissolto nel “nulla”del mondo, un nulla affollato da fantocci, da pupi. Da fantasmi umani. Che spiano e che parlano. Parlano parole già “parlate”, consumate. E sul nostro palcoscenico, “come trovati per caso”: un vecchio fondale “come fosse abbandonato” e pochi elementi,“come relitti” di un salottino borghese, e “per bene”, dove viene rappresentato un banale “pezzetto” di vita di una“famiglia perbene” o di una “famigliaccia per bene” che fa i conti con l’assillante angoscia di dover essere “per gli altri”,di fronte agli altri. Come se la propria vita fosse, per statuto, una recita per “gli altri” che sono gli spettatori ingiusti eferoci, della propria vita. Del proprio “teatro”. Gabriele Lavia
Redazione