Lo ha portato di nascosto nel suo paese nel 2015, e del quale la famiglia italiana non riesce ad avere più notizie, è stato chiesto dall’associazione Penelope che si occupa di persone scomparse, con una pec inviata alla segreteria del ministro.
L’intervento del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in favore del piccolo Adelio Bocci, nato da padre italiano brindisino e da madre tagika che lo ha portato di nascosto nel suo paese nel 2015, e del quale la famiglia italiana non riesce ad avere più notizie, è stato chiesto dall’associazione Penelope che si occupa di persone scomparse, con una pec inviata alla segreteria del ministro.
“Vogliamo ribadire – sottolinea la lettera – che Adelio è cittadino italiano, perchè sono in nostro possesso il certificato di residenza, il passaporto italiano e il documento firmato di pugno dalla mamma e del padre per l’iscrizione all’Aire del piccolo Adelio, sin dalla sua nascita, atteso che, all’epoca della nascita del bambino la coppia viveva in Kazakistan per motivi di lavoro del sig. Bocci. Una domanda è d’obbligo se il bambino è italiano perchè in Italia non si riconoscono i diritti del piccolo? Sono pubbliche le foto di Adelio che presenta segni di percosse e pugni, e mostra nei video atteggiamenti di paura e sottomissione che abbiamo fatto refertare e analizzare da nostri professionisti”.
“E’ di questi ultimi giorni – prosegue – la notizia della cittadina kazaka, naturalizzata italiana, sequestrata in circostanze poco chiare, maltrattata e tradotta in quelle carceri, per cui la madre ha interessato tutti” i media nazionali “confidiamo che le trattative, a questo punto riguardino anche il piccolo Adelio, cittadino italiano, maltrattato e privato dalle autorità italiane e kazake dei suoi diritti di bambino da ben 8 anni. E’ ovvio che se il Sig. Bocci dovesse recarsi in Kazakistan, non sarebbe al sicuro, visto che è diventato un personaggio scomodo” ( Ansa).
Redazione