BISCEGLIE – Politeama Italia – Sabato 16 novembre va in scena l’opera di Puccini «Suor Angelica, in un progetto dell’ensemble “AlterAzioni”

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BISCEGLIE – Politeama Italia – Sabato 16 novembre va in scena l’opera di Puccini «Suor Angelica, in un progetto dell’ensemble «AlterAzioni»

 

SUOR ANGELICA

 

 

L’opera in un atto di Giacomo Puccini va in scena in un prezioso allestimento dell’associazione «AlterAzioni», con la direzione del maestro Donato Sivo. Anna Maria Stella Pansini e Maria Candirri le due cantanti soliste, protagoniste nei ruoli di Suor Angelica e della zia Principessa.

 

Sabato 16 novembre, ore 21

 

Politeama Italia – Bisceglie

Sabato 16 novembrealle 21, al Politeama Italia di Bisceglie va in scena «Suor Angelica», opera lirica in un atto di Giacomo Puccini, su libretto di Giovacchino Forzano. L’opera, che fa parte del cosiddetto Trittico pucciniano, viene proposta in occasione delle celebrazioni per i cento anni dalla scomparsa del grande compositore toscano, ed è organizzata e curata dall’associazione «AlterAzioni» (con la direzione artistica di Clelia Sguera); l’evento rientra anche nell’ambito delle proposte per il centenario del Politeama Italia, con il patrocinio del Comune di Bisceglie.

 

L’allestimento vedrà la partecipazione delle soliste Anna Maria Stella Pansini (soprano) nel ruolo di Suor Angelica, e di Maria Candirri (mezzosoprano), nel ruolo della zia Principessa. La regia è del giovane e talentuoso Matteo Candido. La messa in scena musicale propone un inedito adattamento per piccolo ensemble che «AlterAzioni» presenta, con la direzione del maestro Donato Sivo. Il Coro lirico «Calliope» è diretto da Anna Maria Stella Pansini.

Biglietto unico a 10 euro, acquistabile al botteghino del teatro e on line su politeamaitalia.com/c/teatro.

 

L’allestimento sarà introdotto da «Invito all’opera», un momento introduttivo affidato al musicologo Giovanni Cassanelli, dirigente della Scuola Media ad Indirizzo Musicale «Giustina Rocca» di Trani. «Suor Angelica» sarà proposta anche come matinée per le scuole come prova aperta e recita (sempre sabato 16 novembre), in collaborazione con l’Istituto Comprensivo «Tattoli – De Gasperi» di Corato e l’Istituto Colasanto di Andria.

 

La prima assoluta di «Suor Angelica» ebbe luogo il 14 dicembre 1918 al Metropolitan di New York. È tra le poche opere a contenere solo personaggi femminili. Le voci maschili compaiono solo alla fine, nel coro di angeli che portano suor Angelica in cielo. Fra le tre opere che compongono il Trittico era la preferita da Puccini. Il 1º maggio 1917 Puccini scrisse al suo amico Pietro Panichelli (un frate domenicano che già lo aveva aiutato per le sonorità religiose di Tosca): «Scrivo un’opera claustrale o monacale. Mi occorrono dunque diverse parole latine ad hoc. La mia scienza non arriva fino… al cielo vostro». Puccini aveva una sorella di nome Iginia, che era diventata madre superiora del convento delle monache agostiniane della frazione di Vicopelago di Lucca, alle quali il maestro fece ascoltare l’opera al pianoforte, lasciandole profondamente commosse. Grazie alla sorella, a cui era molto legato, Puccini poté apprendere com’era la vita in un convento femminile, che ritrasse con grande realismo nella sua opera. La prima europea è stata al Teatro Costanzi di Roma l’11 gennaio 1919 (all’interno de “Il trittico”) diretta da Gino Marinuzzi (1882-1945), con Gilda Dalla Rizza alla presenza del compositore che aggiunse l’aria «Senza mamma», in seguito divenuta molto famosa.

 

La trama

L’azione si svolge verso la fine del XVII secolo, tra le mura di un monastero, non specificato nel libretto; dalla documentazione esistente risulta tuttavia scelta come ambientazione scenica e luogo ispiratore la Pieve di Santa Maria Assunta a Cellole, vicino San Gimignano. Da sette anni Suor Angelica, di famiglia aristocratica, ha forzatamente abbracciato la vita monastica per scontare un peccato d’amore. Durante questo lungo periodo non ha saputo più nulla del bambino nato da quell’amore, che le era stato strappato a forza subito dopo la nascita.

L’attesa sembra finalmente terminata: nel parlatorio del monastero Suor Angelica trova la zia principessa. Ma la vecchia signora, algida e distante, non è venuta a concederle il sospirato perdono, bensì a chiederle un formale atto di rinuncia alla sua quota del patrimonio familiare, allo scopo di costituire la dote per la sorella minore Anna Viola, prossima ad andare sposa. Il ricordo di eventi lontani ma mai cancellati dalla memoria e la possibilità di avvicinare una persona di famiglia spingono Angelica a chiedere insistentemente notizie del bambino.

Ma con implacabile freddezza la zia le annuncia che da oltre due anni il piccolo è morto, consumato da una grave malattia. Allo strazio della madre, caduta di schianto a terra, la vecchia non sa porgere altro conforto che una muta preghiera. Il pianto di Angelica continua, soffocato e straziante, anche dopo che la zia, ottenuta la firma, si allontana. Nel suo animo si fa strada l’idea folle e disperata di raggiungere il bambino nella morte per unirsi a lui per sempre. È scesa intanto la notte e Suor Angelica, non vista, si reca nell’orto del monastero: raccoglie alcune erbe velenose e con esse prepara una bevanda mortale.

D’improvviso, dopo aver bevuto pochi sorsi del distillato, Angelica è assalita da un angoscioso terrore: conscia di essere caduta in peccato mortale, si rivolge alla Vergine chiedendole un segno di grazia. E avviene il miracolo: la Madonna appare sulla soglia della chiesetta e, con gesto materno, sospinge il bambino fra le braccia protese della morente. Suor Angelica cade riversa dolcemente ed esala l’anima. Il miracolo sfolgora.

Redazione

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