Si è tenuta nei giorni scorsi presso la Direzione generale dell’Asl Bari la cabina di regia per il confronto tra il management dell’Asl e le strutture confederali di CGIL, CISL e UIL di Bari, con la presenza delle federazioni del pubblico impiego e dei pensionati.
Il confronto era stato anticipato da una richiesta di informativa su diversi punti tra i quali in via principale:
1) Piano operativo aziendale per il recupero delle prestazioni ambulatoriali, screening e ricoveri ospedalieri non erogati a causa dell’emergenza Covid – 19 e il conseguente abbattimento delle liste di attesa;
2) Il piano di vaccinazioni anti Covid ed il cronoprogramma delle relative attività, predisposte dall’Asl;
3) Il piano di potenziamento dell’assistenza territoriale e quindi il livello di incisività delle attività di contact tracing;
4) Il numero di Usca territorialmente attivate e funzionanti sul livello territoriale e la loro verificata capacità d’intervento per evitare un appesantimento dell’assistenza ospedaliera;
5) lo stato dell’attuale organizzazione dei PTA (Presidi Territoriali di Assistenza);
6) la situazione relativa all’impiego e ai relativi investimenti dei fondi della programmazione comunitaria 2014/2020 assegnati all’Asl nel 2016.
“Lo stato di piena emergenza – spiegano i segretari Generali della Camera del Lavoro Metropolitana e Provinciale di Bari CGIL Marialuigia Bucci, della CISL Bari-BAT Giuseppe Boccuzzi e della UIL Puglia e di Bari Franco Busto – in cui versa l’offerta ospedaliera e la sanità territoriale, in questo momento pesantemente travolto dalla diffusione del contagio da Covid–19, ha ristretto l’ambito della discussione soprattutto all’analisi del contagio, della gestione logistica e programmatoria della campagna vaccinale oltre agli interventi messi in campo per alleggerire la pressione sui plessi ospedalieri e soprattutto dei pronto soccorso dell’area metropolitana barese.Ci è stato consegnato un report dettagliato per ogni singolo comune della provincia di Bari, che comprende i casi registrati di contagio nelle 3 settimane comprese tra il 22 febbraio e il 14 marzo (vedasi allegato).
La crescita è costante in quasi tutti i comuni, dalla 1^ alla 3^ settimana, con 25 comuni su 41 che hanno abbondantemente superato la soglia critica dei 250 contagiati ogni cento mila abitanti.
Questa reportistica ci verrà consegnata ogni fine settimana e non mancheremo di girarla alle vostre mail.”
Nel corso dell’incontro è stato riferito che il numero dei tamponi molecolari effettuati dall’inizio della pandemia ormai è arrivato quasi a 680.000 e nelle ultime settimane la capacità di erogazione del servizio viaggia intorno ai 30.000 tamponi molecolari a settimana. A questo punto l’ASL ha anche comunicato che in merito alla campagna vaccinale i dati relativi alle somministrazioni dei vaccini che ha registrato quasi 160.000 dosi somministrate con quasi 120.000 prime dosi e poco più di 40.000 seconde dosi.
L’attuale capacità di erogazione del servizio vaccinale è stata stimata dall’ASL in circa 2.500/3.000 somministrazioni giornaliere; l’obiettivo fissato, dopo che avranno messo in attività il grosso Hub vaccinazioni presso il padiglione 7 della Fiera del Levante con 20 box contemporanei e con l’attivazione a regime di un Hub in ogni distretto sanitario con almeno 6/8 box di somministrazione, è di arrivare a 140 box attivi complessivamente nell’intera area metropolitana, che si preparerebbero ad erogare il doppio o anche più di vaccini rispetto ad oggi, sempre subordinando questi quantitativi alla consegna delle dosi programmate, scongiurando ulteriori ritardi.
Per il funzionamento degli Hub, è stato avviato un bando di reclutamento del personale interno all’ASL che ha raccolto una disponibilità di 1500 dipendenti sanitari pronti a collaborare in questa campagna di vaccinazione.
Inoltre è ancora aperta la richiesta di disponibilità a vaccinare, gratuitamente, da parte dei medici in quiescenza, medici liberi professionisti e medici odontoiatri esterni all’ASL che potranno manifestare la propria intenzione attraverso l’indirizzo mail direzione.generale@asl.bari.it.
Ci riferiscono che il personale scolastico è stato quasi totalmente vaccinato con Astra Zeneca (con una dose di richiamo che sarà fatta a distanza di tre mesi), con un totale di oltre 27.000 vaccinati ed un tasso di adesione volontaria quasi totale rispetto agli organici in forza al sistema scolastico dell’area metropolitana barese.
Per il personale appartenente alle forze dell’ordine registrano quasi 5000 vaccinati.
Nelle RSA, la vaccinazione risulterebbe completata e questo avrebbe determinato un drastico calo dei contagi nelle strutture, contribuendo ad abbassare enormemente il rischio della popolazione anziana e degli operatori ivi presenti.
Rispetto alla campagna di vaccinazione per gli over 80 mancanti, in particolare per i circa 11.000 che hanno chiesto la vaccinazione al proprio domicilio, come previsto dall’accordo integrativo Regionale del 5 marzo u.s., queste somministrazioni saranno effettuate dai medici di medicina generale. Risulterebbero circa un migliaio i medici che hanno dato immediata disponibilità. Degli 11.000 che hanno chiesto la vaccinazione a domicilio, per circa 2500 pazienti, attualmente gestiti con A.D.I., A.D.O. e A.D.P., si farà ricorso a prestazioni aggiuntive raccolte su base volontaria tra il personale medico, infermieristico e tutte le figure professionali sanitarie occorrenti.
In questi giorni, medici del dipartimento di prevenzione si stanno recando al domicilio di alcuni pazienti tra i suddetti 2500, per effettuare le vaccinazioni.
A fine mese si dovrebbe partire con la vaccinazione dei soggetti fragili e dei caregiver e conviventi di disabili (in legge 104) che versano in condizione di gravità; poi a seguire le fasce di età come previsto dal piano nazionale e regionale di vaccinazione 70-79 e 60-69 anni.
Per aiutare i cittadini nell’approcciarsi al meglio alla somministrazione di vaccini ma per avere anche migliore gestione dell’attività di erogazione dei tamponi molecolari in caso di contagio o presunto contagio, sul cui ultimo aspetto abbiamo espresso ed evidenziato tutte le criticità organizzative che ci vengono segnalate dai cittadini e le cittadine del nostro territorio di riferimento, l’Asl ha pubblicato un nuovo numero verde 800713931, disponibile dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.00 per meglio gestire questi due servizi.
Il servizio erogato dalle Usca, presenti secondo il numero stabilito dalle direttive regionali, è stato implementato con le ore a disposizione del personale medico da 18 a 36 ore.
E’ stata sottolineata la situazione molto pesante nella struttura dell’Ospedale San Paolo che sta subendo la stessa pressione del Policlinico di Bari, con i rispettivi Pronto Soccorso in forte affanno o in quasi totale saturazione.
Difficoltà si registrano nei nosocomi Covid di Altamura e Putignano ed è per questo che si sta chiedendo ed ottenendo disponibilità di posti letto sia al Miulli sia a Villa Santa Lucia di Conversano.
Difficoltà si registrano anche nei plessi No Covid dell’Ospedale Di Venere così come per i nosocomi di Molfetta e Monopoli.
Anche le strutture post-acuzie di Terlizzi e Triggiano registrano difficoltà.
I Segretari Generali di CGIL,CISL, UIL , hanno chiesto pertanto di intervenire tempestivamente con piani di riorganizzazione ed inserimento di nuovo personale, utilizzando ogni canale di ingresso possibile, per potenziare la rete ospedaliera in termini di offerta di posti letto Covid e soprattutto di posti di rianimazione.
“Abbiamo sollecitato un potenziamento dei servizi di farmacovigilanza, per rilevare tutte quelle situazioni avverse all’avvenuta somministrazione dei vaccini, per monitorare le situazioni di criticità che preoccupano i cittadini, salvaguardando così tutte quelle persone fragili affette da patologie che possono aggravare le possibili interazioni, così da rendere i cittadini consapevoli e preservarli, quindi, dai rischi che si stanno registrando in queste settimane, alcuni dei quali purtroppo fatali.
Abbiamo, inoltre, invitato la Direzione Generale affinché in questa fase, con tutta la comprensione possibile, non prevalga solo una “visione ospedalocentrica” del nostro sistema sanitario locale, con la conseguenza di trascurare la medicina territoriale. Si è chiesto un coinvolgimento fattivo dei diversi attori in campo, a partire da quelle figure centrali che presidiano le comunità del nostro territorio, ossia i medici di medicina generale (MMG) e i pediatri di libera scelta (PDL), il cui tributo di vittime, nell’intento di garantire la salute di tutti, è stato enorme, in questa tragica situazione sanitaria che sta vivendo il Paese e a loro va tutta la nostra riconoscenza.
Purtroppo, però, detto ciò, non si può disconoscere e rilevare che quando entrano in gioco interessi, pienamente legittimi (in tempi di “pace”), come il diritto alle ferie, alla settimana corta, ai compensi richiesti per l’effettuazione delle vaccinazioni (€12 a paziente presso il proprio studio e €25 per paziente a domicilio), allora diventa meno comprensibile comprendere fino in fondo le ragioni che animano dette rivendicazioni e le preoccupazioni manifestate riguardo alla logistica, alla stessa sicurezza, specie in un momento così delicato, sembra che non si voglia comprendere che si è in prima linea in questa guerra, al pari degli altri colleghi che sono impegnati nei reparti Covid dei nostri Ospedali.”
Sono queste contraddizioni, presenti per alcuni versi anche prima della pandemia, che generano talvolta situazioni di confusione e di sfiducia tra gli utenti. Per queste ragioni si è chiesto di valutare ogni azione amministrativa che, nel rispetto delle convenzioni sottoscritte e della legge, superi qualunque atteggiamento pretestuoso che possa di fatto ritardare i piani vaccinali, a partire da una verifica che chiarisca se tutti i MMG siano stati o meno vaccinati.
Ovviamente tutto ciò che si è evidenziato su questo specifico tema non vuole essere un atto di accusa verso i medici di medicina generale, che restano un baluardo della medicina del territorio, i quali nella stragrande maggioranza assicurano con spirito di servizio e di abnegazione il primo e più importante punto di prossimità della Sanità pubblica di questo Paese; ciò che invece si voluto sollecitare è un cambio di passo nelle condizioni in cui questi professionisti esercitano la loro professione, attraverso un coinvolgimento meno burocratico e più operativo. E questo resta un problema da risolvere se si vuole rilanciare la sanità territoriale.
Il confronto si è concluso con l’impegno delle parti a rivedersi a breve per enucleare tutti gli altri argomenti che non sono stati affrontati in questa occasione di confronto e con l’auspicio che la Direzione generale dell’Asl possa valutare e cogliere al meglio le considerazioni e valutazioni emerse dal tavolo sindacale per adottare gli opportuni correttivi o provvedimenti che ci possano far affrontare al meglio questo tragico momento delle nostre comunità.
redazione