Cadavere al molo San Girolamo di Bari: tracciato il primo profilo attraverso sinergia Istituto Medicina Legale di Bari e Penelope Italia Onlus.
Soggetto di sesso maschile, di costituzione mediamente robusta, privo di vestiti, senza tatuaggi, di età presunta 45-60 anni. Nella bocca erano presenti in vita quasi tutti i denti, con due protesi fisse (ponti) in ceramica: a destra dall’incisivo laterale superiore al primo premolare superiore; a sinistra dall’incisivo laterale superiore al secondo premolare superiore. Sono anche presenti delle otturazioni in amalgama e composito su due denti inferiori di sinistra e due otturazioni in composito su denti inferiori di destra.
E’ questa la scheda identificativa del cadavere ritrovato in mare, domenica 1° Ottobre 2017, alle ore 23 circa presso il Molo San Girolamo. Il PM, Dr. Baldo Pisani, della Procura della Repubblica preso ll Tribunale di Bari, ha nominato quale consulente tecnico il Dr. Antonio De Donno, medico legale presso l’Istituto di Medicina Legale di Bari, coordinato dal Professor Franco Introna, per sottoporre la salma ad autopsia e identificazione. Poiché il cadavere non è riconoscibile visivamente, ma sono presenti delle protesi dentarie, il PM Dr. Pisani ha autorizzato l’esposizione del cadavere presso il suddetto Istituto con il fine di raccogliere ulteriori eventuali informazioni per l’identificazione attraverso radiografie delle bocca e/o informazioni odontoiatriche.
Nel frattempo si è mobilitata l’associazione Penelope Italia Onlus, nella persona del Presidente Nazionale, prof. avv. Antonio Maria La Scala. Lo stesso ha inviato, presso l’Istituto di Medicina Legale di Bari, il volontario Penelope Dr. Emilio Nuzzolese, nella sua qualità di odontoiatra forense esperto in identificazione odontologico-forense.
Nella giornata del 3 ottobre 2017 alle ore 11 il CT incaricato Dr. De Donno, alla presenza dell’ausiliario Dr.ssa Valeria Santoro, odontoiatra forense, e del dr. Emilio Nuzzolese, hanno raccolto la formula dentaria del cadavere che va ad integrare il preliminare profilo generico del soggetto da identificare. Saranno in seguito eseguiti rilievi radiografici del cadavere ed in particolare del cranio e delle mascelle con l’obiettivo di ricavare ulteriori informazioni sulla causa della morte e sui dati di natura odontologico-forense. Anche questi esami e tutte le eventuali segnalazioni contribuiranno alla definizione dell’identità del cadavere.
La relazione dell’Ufficio straordinario di Governo per le persone scomparse ha reso pubblico il numero dei cadaveri non identificati; in Italia 2539 e in Puglia 59.
La questione dei cadaveri non identificati è estremamente delicata ed è stata nel tempo disciplinata. Nel 2007, per il tramite delle Prefetture – Uffici Territoriali del Governo, è stata diramata una circolare diretta a tutti i comuni, alle regioni (per le camere mortuarie), come pure agli istituti di medicina legale (dipendenti, invece, dal Ministero dell’Università e Ricerca), per lo svolgimento del primo censimento dei cadaveri e resti umani non riconosciuti a partire dal 1974. E poi ancora i punti cardine della Legge n. 85 del 30 giugno 2009 che riguardano il Laboratorio Centrale, presso il Ministero della Giustizia, che ha il compito di repertare il materiale biologico e di tipizzare oltre ai reperti e ai campioni degli indagati (come all’art. 9 della norma ed eccezioni) anche materiali biologici riconducibili a persone scomparse o loro consanguinei, di cadaveri e resti cadaverici non identificati. Tutto ciò per favorire anche la comparazione con i profili genetici dei familiari delle persone scomparse che chiedono di sottoporsi a tal fine al prelievo volontario di campione biologico.
Per questi motivi l’Associazione Penelope Italia Onlus da anni segue i familiari, prestando loro assistenza per la redazione della richiesta di supplemento attività investigativa, finalizzata al prelievo biologico volontario dei consanguinei attraverso specifica istanza.
Le disposizioni del regolamento d’attuazione (D.P.R. 07 aprile 2016 n.87) della legge 85 del 2009 (istituzione della banca dati nazionale del DNA e del laboratorio centrale per la banca dati nazionale del DNA), all’art. 6 prevede l’immissione dei profili generici delle persone scomparse per la successiva comparazione con i 2539 cadaveri non identificati o resti cadaverici rinvenuti e/o rinvenibili che giacciono nei vari obitori, istituti di medicina legale o cimiteri.
Antonio Carbonara