Si è tenuta questa mattina l’inaugurazione del nuovo centro diurno polifunzionale per la prevenzione e il reinserimento sociale dei giovani a rischio devianza dell’area penale “Chiccolino 2.0”, un servizio realizzato a San Girolamo, su lungomare IX Maggio 78, dal Comune di Bari in rete con la Regione Puglia e il ministero di Giustizia.
Sono intervenuti il sindaco Antonio Decaro, l’assessora al Welfare Francesca Bottalico, il direttore del Centro di giustizia minorile di Puglia e Basilicata Giuseppe Centomani e i rappresentanti dell’Ati composta dalle cooperative C.R.I.S.I e Occupazione e Solidarietà, che gestiscono il centro a seguito di aggiudicazione con bando pubblico.
La struttura, destinata a 40 persone di età compresa tra i 14 e i 25 anni, sorge in un bene confiscato alla criminalità organizzata, attivato nel 2009 come prima comunità educativa della città di Bari. Il nuovo centro, nato dalla coprogettazione tra l’assessorato al Welfare, il ministero di Giustizia e lo stesso soggetto aggiudicatario, ha carattere sperimentale e perseguirà principalmente finalità educative e di animazione. L’obiettivo prioritario del servizio, che punta a creare uno spazio di accoglienza e opportunità di aggregazione in un’ottica di prevenzione, è di sperimentare nuovi percorsi educativi, al fine di favorire il reinserimento socio-lavorativo degli ospiti e di contrastare i fenomeni di recidiva.
Chiccolino 2.0, che intende costruire percorsi di autonomia orientati verso una concreta esperienza di giustizia ripartiva, da un lato opererà come centro orientato all’aggregazione tra coetanei, alla socializzazione e al protagonismo sociale degli utenti, dall’altro cercherà di stimolare il loro processo formativo all’apprendimento di competenze e abilità sociali e, più in generale, alla costruzione di un diverso rapporto con le dimensioni di spazio e tempo, il mondo adulto e le istituzioni.
“Siamo felici di inaugurare una nuova stagione della storia di Chiccolino, un luogo simbolo per il quartiere e l’intera città – ha detto il sindaco Antonio Decaro -. Questo è uno spazio di cura, dove si insegna ai ragazzi a guardare al proprio futuro, a crederci, qui si insegna a lavorare per costruirselo il futuro, si insegna a darsi un’altra opportunità. Le storie dei ragazzi che hanno vissuto in questo posto e che oggi hanno la possibilità di raccontarci la loro nuova vita sono in qualche modo il simbolo del riscatto che anche questo quartiere sta vivendo. San Girolamo, infatti, che era un luogo spesso associato alla criminalità organizzata e a episodi drammatici oggi, invece, sta imparando ad avere fiducia in se stesso e sta costruendo una nuova prospettiva. Perché le cose fortunatamente stanno cambiando, grazie a una complessa operazione di riqualificazione urbanistica realizzata, che nonostante siano ancora tanti i limiti e i problemi ancora irrisolti, è nei fatti una ricucitura fisica e sociale che ha cambiato il volto del quartiere e ne può determinare il futuro. Ci vuole pazienza, ci vuole cura da parte di tutti, le stesse qualità che investono gli educatori di questa struttura nel lavoro straordinario che fanno con questi ragazzi. Questo è Chiccolino, per i ragazzi che accoglie e per il quartiere, un esempio di cura e di fiducia nel futuro. Le stesse cose che chiediamo ai residenti di San Girolamo, di curare questi luoghi e di avere fiducia nel loro quartiere. Inaugurare, in questo quartiere, un luogo come questo, dimostra che non ci sono storie scritte una volta per tutte e che le cose possono cambiare davvero, tanto per un quartiere quanto per le persone, a maggior ragione se si tratta di giovani che hanno commesso degli errori”.
“Oggi diamo avvio a una delle prime esperienze del genere in Italia – ha sottolineato Francesca Bottalico -, un centro diurno polifunzionale per l’accompagnamento e il reinserimento sociale di minori coinvolti nel circuito penale, che diventa un presidio di prevenzione e promozione culturale della non violenza e della legalità aperto al territorio.
Rispetto al passato, in cui Chiccolino si configurava come una struttura residenziale per 6 minori, Chiccolino 2.0 si rivolge a 40 minori e si apre alla comunità attraverso servizi e progetti, come la ciclofficina di quartiere, la biblioteca, il cineforum o l’orto urbano, che rappresentano allo stesso tempo una possibilità in più per i minori coinvolti, un sostegno concreto per le famiglie di provenienza e un’opportunità per il territorio cittadino e metropolitano.
Mi preme sottolineare che si tratta di un progetto che nasce dal lavoro di confronto svolto tra l’assessorato comunale al Welfare e il ministero di Giustizia con il supporto della Regione Puglia e della rete di associazioni che hanno deciso di aderire spontaneamente al progetto, a partire dai bisogni, dalle richieste, dalle storie dei ragazzi e dall’analisi del cambiamento delle dinamiche delle devianza minorile, in coerenza con i nuovi percorsi individuati dalla giustizia riparativa.
Il nuovo Chiccolino ovviamente si inserisce in un programma molto più ampio di prevenzione e contrasto alla devianza minorile, che si avvale anche della Casa della prevenzione e della mediazione per scongiurare la reiterazione dei reati da parte dei minori”.
“Il primo risultato raggiunto – ha dichiarato Giuseppe Centomani – è stato quello di ricostruire la fiducia tra le istituzioni. Abbiamo capito che da soli non andiamo da nessuna parte, mentre possiamo fare delle cose ottime mettendo insieme le risorse di cui il ministero della Giustizia e il Comune dispongono.
I ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento seri, carismatici, in grado di affascinarli. Perché i precedenti esempi sono quelli che li hanno portati ad avere comportamenti devianti, a perdere anni di scuola, a frequentare ambienti criminali. Quello che dobbiamo fare è strutturare nuovamente la relazione tra questi ragazzi e la loro comunità e fare in modo che la comunità si renda conto che questi minori sono in grado di fare anche cose positive. È per questa ragione che molte delle attività che abbiamo programmato insieme si svolgono nella logica dei lavori di utilità sociale, interventi che consentano loro di restituire alla società una parte di ciò che le hanno tolto con i loro comportamenti devianti.
Questo è il nostro obiettivo, e insieme quello di recuperare rapporti qualificanti tra i ragazzi e il contesto in cui vivono”.
Tra gli obiettivi principali della struttura, vi sono quello di offrire un ambiente accogliente e protettivo, di incoraggiare la libera espressione, il rispetto per la dignità e l’autonomia degli utenti, di rilevare e favorire le opportunità socio-educative e relazionali offerte dal contesto di vita, di contrastare quanto possibile eventuali aggravamenti di misure cautelari e/o recidive, di attivare il sistema di interconnessione delle risorse territoriali in modo da garantire percorsi individualizzati di educazione alla legalità, di fornire all’autorità giudiziaria minorile e ai servizi sociali competenti valutazioni in merito all’osservazione sulla personalità del minore, di motivare le famiglie a intraprendere percorsi di sostegno psico-affettivo e sulla genitorialità responsabile, di sviluppare negli ospiti la percezione di sé, valorizzando le capacità e le potenzialità individuali e scoprendo punti deboli e punti di forza e di offrire spazi in cui i giovano possano riconoscere e coltivare i propri interessi.
Tra le attività più significative, invece, i giochi di ruolo in ambito penale, momenti dedicati alla ciclofficina, la realizzazione della stazione meteorologica di quartiere, corsi formativi per steward, operatori della sicurezza in mare e addetti al primo soccorso, laboratori di riciclo, artigianali e dei lavori di bottega, murales, laboratori musicali, di coltivazione dell’orto e di cucina, teatro sociale e integrato, attività di video maker, pet terapy, percorsi di educazione alla responsabilità e legalità, cineforum a tema, servizi di mediazione familiare e di sostegno alla genitorialità, discipline sportive e attività di cittadinanza attiva.
Il servizio potrà essere attivato su segnalazione dei servizi sociali ministeriali (USSM) e dei servizi sociali territoriali (Municipi): a quel punto verrà individuato l’educatore di riferimento responsabile del ragazzo che procederà alla stesura del progetto educativo individualizzato entro due settimane.
Il centro sarà aperto dal martedì alla domenica, dalle ore 16 alle 21, e due domeniche al mese dalle ore 16 alle 22: potranno usufruire del servizio persone provenienti dall’intera area metropolitana.
ufficio stampa Comune di Bari
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