Martedì 14 giugno, ore 19.00
Accademia delle Scienze, Villa La Rocca – Bari
Martedì 14 giugno, alle 19, a Villa La Rocca, sede dell’Accademia delle Scienze di Bari (via Celso Ulpiani 27) prosegue la ventisettesima stagione del Collegium Musicum. Sarà un concerto con protagonisti due solisti del Collegium, Stefano Baldoni (percussioni) e Michele Bozzi (flauto, flauto in sol e ottavino). L’apertura è dedicata al grande compositore greco – naturalizzato francese – Iannis Xenakis (1922-2001), di cui si celebra quest’anno il centenario dalla nascita. Baldoni eseguirà uno dei suoi brani più iconici, «Psappha», una perla del suo ricco catalogo (per la prima volta eseguita a Bari), composta nel 1975 per sole percussioni, dalle atmosfere molto ricercate.
Bozzi eseguirà poi, alternandosi tra flauto, flauto in sol ed ottavino, brani di Friedrich Kuhlau («Alla Polacca», dal Divertimento n. 1 op. 6), Saverio Mercadante («Là ci darem la mano», aria variata dal «Don Giovanni» di Mozart), Jean Françaix («Allemande», dalla Suite per flauto in sol), Francis Poulenc («Un joueur de flute berce les ruines»), Jules Demersseman («Le Carnaval de Venise»).
A seguire, una prima assoluta del compositore Francesco Lisena, intitolata «Idyllium» op. 58, brano per flauto e percussioni (scritto su commissione del Collegium Musicum). Il concerto si chiuderà con «Music for fife and drums», una breve selezione di danze, suonate in duo da ottavino e percussioni.
L’intero appuntamento sarà poi replicato mercoledì 15 giugno, alle 19, alla Casa della Musica di Ostuni (via Gabriele Rossetti 25), in collaborazione con il Centro Artistico Musicale Caelium. Tutti i dettagli sul sito collegiummusicumbari.it, infotel 340.499.38.26.
«Psappha» è una composizione per sole percussioni idealmente dedicata a Saffo, poetessa greca di cui Xenakis conosceva a memoria tutte le liriche. «È una struttura organica – spiega la musicologa e musicista Claudia Di Lorenzo -, dove il compositore fissa un modello ritmico di struttura con unità di tempo data, suoni ed accenti determinati, pause stabilite, generiche indicazioni strumentali e registri sonori da utilizzare. Il principio dell’accentuazione è il motivo conduttore del brano, che viene costruito, al pari di una struttura architettonica, mediante successioni di suoni percussivi dove il profilo ritmico è dato unicamente dai singoli suoni accentuati. Xenakis fissa la tipologia di accentuazione voluta, ma lascia all’interprete la possibilità di scegliere attraverso strumenti che compendino due faglie di suoni: suoni brevi eseguibili con percussioni a membrana o di legno, e successivamente gruppi di metallofoni che compaiono nella seconda parte della composizione. Ciascuna famiglia di suoni contiene tre diversi ambiti di registro: grave, medio e acuto; ogni ambito è ulteriormente diviso in tre sottosezioni, sia per i membranofoni che per i metallofoni; questi ultimi contengono anche un suono neutro che, nella volontà di Xenakis, non deve essere a suono determinato».
Xenakis rivela che in questo brano elementi ritmici a lui molto cari, come rimandi alla tradizione greca antica e moderna, alla ritmica africana, o alla musica colta occidentale, possono essere riscoperti e conseguire nuovi significati senza mai ridursi a nostalgia folkloristica o dotta citazione. Mostrare attraverso la musica e lo spazio la straordinaria creatività possibile dell’uomo, immagine dell’universo: questa la grande lezione del compositore greco.
Quanto a «Idyllium» di Francesco Lisena, è un brano dal titolo dal forte rimando bucolico, una rilettura «in filigrana» che trae spunto dal celebre concerto per flauto e archi di Antonio Vivaldi detto «Il gardellino». La scelta dell’organico, ridottissimo, composto da due strumenti timbricamente assai differenti tra loro e l’atmosfera della prima esecuzione, all’aperto e immersi nella natura, sono l’humus necessario alla giusta interpretazione, laddove la cantabilità del flauto e il timbro percussivo di strumenti come gli «wood blocks» e i crotali, ben si fondono a ricreare quasi suoni campestri.
Redazione