Prosegue la ventottesima stagione musicale del Collegium Musicum, con un appuntamento concertistico dedicato alla grande fotografa Lisetta Carmi. In programma un recital del pianista Maurizio Zaccaria, con delle preziose proiezioni riguardanti l’artista ligure.
Martedì 17 ottobre, ore 20,30
Sala Casa del Mutilato – Bari
Martedì 17 ottobre, alle 20,30, prosegue nella Sala della Casa del Mutilato di Bari (Largo Angelo Fraccacreta) la ventottesima stagione musicale del Collegium Musicum, con la direzione artistica del maestro Rino Marrone: si tratterà di un appuntamento speciale intitolato «Volevo solo capire», un omaggio alla figura della grande fotografa ligure Lisetta Carmi (1924-2022), scomparsa poco più di un anno fa a Cisternino, dove viveva da tantissimi anni. Il concerto – realizzato in collaborazione con le associazioni di Bari «Artiemiele», «Amici di Ernest Verner», e l’Archivio «Lisetta Carmi» – Galleria Martini e Ronchetti di Genova – sarà un recital pianistico di Maurizio Zaccaria, tra i pianisti pugliesi più talentuosi dell’ultima generazione: in programma musiche di Johann Sebastian Bach (Preludio e fuga n. 8 Bwv 853, da «Il Clavicembalo ben temperato»), Ludwig van Beethoven (Sonata n. 27 op. 90), Luigi Dallapiccola («Quaderno musicale di Annalibera»), Sergej Prokofiev («Quattro pezzi» op. 4).
Il concerto sarà preceduto dalla proiezione di una inedita e preziosa videointervista a Lisetta Carmi, realizzata da Annalucia Leccese e Francesca Romana Recchia Luciani a Cisternino, nel 2016, in cui l’artista genovese racconta la propria vita. Altra chicca della serata sarà la proiezione, durante il brano di Dallapiccola, dell’interpretazione grafica che nel 1962 la stessa Carmi ha dato del «Quaderno musicale di Annalibera», con undici fotogrammi ispirati all’andamento musicale della composizione (gentilmente concessi dall’Archivio «Lisetta Carmi» – Galleria Martini e Ronchetti di Genova).
Il progetto si realizzerà, sempre martedì 17 ottobre, anche alle 10,30, sempre nella Sala Casa del Mutilato, in una matinée per le scuole. Info e prenotazioni: 340.499.38.26. Biglietti a 10 euro (intero), 7 euro (ridotto per over 65, studenti e disabili). Ingresso per la matinée studenti a 2 euro.
Quella per il pianoforte è una passione che accompagnerà tutta la vita di Lisetta Carmi, che inizia lo studio dello strumento all’età di 10 anni. A seguito della promulgazione delle leggi razziali fasciste, all’età di 14 anni deve ritirarsi da scuola e inizia a soffrire di solitudine, anche a causa dell’allontanamento dei fratelli, mandati a studiare nella Svizzera tedesca. Il pianoforte rimane il suo unico svago e continua a studiarlo fino a diplomarsi al Conservatorio di Genova. Inizia anche una discreta carriera da musicista, ma si interromperà bruscamente quando decide di prendere parte allo sciopero di protesta contro la convocazione a Genova del sesto Congresso del Movimento Sociale Italiano del 30 giugno 1960. Il suo maestro di piano, Alfredo They, spaventato per la sua incolumità fisica, le consigliò di astenersi, ma lei rispose che se le sue mani erano più importanti del resto dell’umanità avrebbe smesso di suonare il pianoforte. E così fece.
Le prime fotografie che Lisetta Carmi realizza sono scattate in Puglia. Come lei stessa ricorda: «Ho iniziato a fotografare con una piccola macchina Agfa Silette senza alcuna preparazione. Era il 1960, sono partita con Leo Levi per la Puglia, terra allora lontana e sconosciuta». Tra i suoi reportage più importanti: L’Italsider del 1962, una piccola serie di scatti fotografici dei cantieri e degli interni delle acciaierie, «Genova Porto» del 1964, reportage sul tema del lavoro che testimonia l’intensa attività del porto e la difficile situazione dei portuali e «Erotismo e autoritarismo a Staglieno» del 1966, sul cimitero monumentale del quartiere genovese. Fra le sue fotografie storiche c’è quella al poeta Ezra Pound, con cui vinse il Premio fotografico Nièpce Italia.
Nel 1962, quando i ricordi della sua precedente vita di musicista sono ancora vivi e percepibili, Lisetta Carmi realizza un’opera di interpretazione «foto-grafica» dedicata al «Quaderno musicale di Annalibera» di Luigi Dallapiccola. Più tardi così scriverà: «Ho fatto questo lavoro per un’impellente necessità interiore. Avevo lasciato la musica (la forza divina che ha sempre guidato la mia vita) ed ero ormai una fotografa. Ho dovuto creare un legame tra Luigi Dallapiccola (che amo) e il segno fotografico. Allora ho “inventato” una tecnica che mi consentisse di dare un significato grafico a ogni pezzo del Quaderno musicale di Annalibera. Ho preso un negativo, l’ho esposto alla luce e l’ho sviluppato: è diventato nero. Poi l’ho graffiato e, mettendolo nell’ingranditore, ho scelto i “segni” che corrispondevano nella mia coscienza allo spirito dei vari pezzi. Ho stampato le undici immagini, ho scelto due fotografie (Dallapiccola e me stessa), ho scritto un testo, ho rilegato un fascicolo creando una specie di libro orizzontale. Questo è tutto».
Redazione