COMPAGNIA DIAGHILEV Bari – Dal 17 gennaio IL BERRETTO A SONAGLI di Pirandello in una nuova produzione Diaghilev. Ben 35 le recite sino al 26 febbraio

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In una nuova produzione Diaghilev dal 17 gennaio al 26 febbraio alla Vallisa di Bari

«Il berretto a sonagli» di Pirandello

una farsa sulla tragedia della mente

Il regista Paolo Panaro è tra gli interpreti di questa pièce sulle maschere sociali

Paolo Panaro torna con la compagnia Diaghilev ad esplorare l’universo di Luigi Pirandello. Stavolta tocca alla commedia in due atti «Il berretto a sonagli», una tragedia della mente con la maschera della farsa, com’è stata definita. Il debutto di questo nuovo allestimento è in programma venerdì 17 gennaio, alle ore 21. Sono ben 35 le recite in programma sino al 26 febbraio.

In scena con Paolo Panaro, regista e interprete dello spettacolo, Valeria de Santis, Giuseppe Sangiorgi, Giuseppe Tagarelli e Monica Veneziani (i costumi sono di Angela Gassi) daranno vita alle vicende scaturite dalla decisione di Beatrice Fiorica, donna gelosa e insoddisfatta, di denunciare al Delegato Spanò il tradimento di suo marito con la giovane moglie di Ciampa, suo scrivano.

Scritta nel 1916, la commedia esplora i temi centrali nella poetica pirandelliana, come l’ipocrisia, la dissimulazione e la relatività della verità. Il berretto a sonagli è, infatti, il copricapo dei buffoni, simbolo di derisione e vergogna. Emerge nel testo il condizionamento delle convenzioni sociali che costringono gli individui a indossare maschere per mostrarsi in una veste di rispettabilità, anche a costo della propria autenticità, come racconta la storia architettata dal grande drammaturgo siciliano intorno alla figura di Beatrice, una donna tormentata dalla gelosia per il marito, il cavalier Fiorica, che sospetta essere coinvolto in una relazione extraconiugale con Nina, la giovane moglie dello scrivano Ciampa. Decisa a smascherare il tradimento, Beatrice elabora un piano: inviare Ciampa a Palermo con una scusa e lasciare campo libero agli amanti, per poi farli cogliere in flagrante adulterio dalle autorità.

Consapevole del rapporto tra sua moglie e il cavaliere, Ciampa ha finora fatto finta di niente per salvaguardare la sua dignità. Quindi, cerca di convincere Beatrice a desistere dal suo intento, spiegandole la teoria delle tre corde che ogni persona possiede: la civile, la seria e la pazza. La corda civile è quella che permette di vivere mantenendo le apparenze; la corda seria è quella della ragione e della riflessione profonda; la corda pazza è quella che, se tirata, porta alla follia e alla perdita del controllo. Ciampa esorta Beatrice a rivedere i suoi propositi, poiché le conseguenze sarebbero disastrose. Nonostante gli avvertimenti, la donna non si ferma. Il marito e Nina vengono sorpresi insieme e arrestati, causando uno scandalo che getta discredito sulle famiglie coinvolte. La madre e il fratello di Beatrice la rimproverano per non aver considerato le ripercussioni delle sue azioni. Ciampa, dal canto suo, si trova in una posizione insostenibile: l’onore imporrebbe una vendetta, ma le complicazioni aggraverebbero la situazione. Così, per evitare il peggio, propone una soluzione paradossale: far passare Beatrice per pazza. In questo modo, il decoro di tutti sarebbe salvo. Beatrice, inizialmente riluttante, accetta il suggerimento. Il racconto si conclude in maniera amara e grottesca a sottolineare la disperazione e l’assurdità dell’intera vicenda.

Prenotazioni al numero 333.1260425. Biglietti online sul circuito Vivaticket.

redazione

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