Comune di Bari e Regione Puglia hanno chiesto un risarcimento da venti milioni di euro (dieci a testa) nei confronti dei 108 imputati nel processo in abbreviato nato dall’inchiesta ‘Codice interno’, che ha svelato i presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria a Bari.
Il Comune ha anche chiesto la restituzione degli stipendi erogati tra 2019 e 2024 all’ex consigliera comunale Maria Carmen Lorusso – a processo a dibattimento – mentre la Regione ha richiesto il sequestro del vitalizio di Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale in carcere dal 26 febbraio 2024.
Le richieste sono arrivate oggi da parte degli avvocati Tommaso Pontassuglia ed Enrico Dellino, che rappresentano rispettivamente Comune e Regione.
Il Comune, in particolare, ha chiesto cinque milioni di euro agli imputati a cui sono contestati i reati di mafia e altri cinque a quelli finiti a processo per scambio elettorale politico-mafioso. Tra questi c’è anche Olivieri, che per la Dda di Bari (che ha chiesto nei suoi confronti la condanna a 10 anni) nel 2019 avrebbe favorito l’elezione della moglie, Maria Carmen Lorusso, raccogliendo i voti da tre clan della città.
Tra le parti civili costituite c’è anche la municipalizzata dei trasporti Amtab (avvocato Andrea Moreno) che ha chiesto 2,2 milioni di risarcimento agli imputati Michele De Tullio e Tommaso Lovreglio, ex dipendenti (ora licenziati) legati al clan Parisi che avrebbero imposto alcune assunzioni. Nella prossima udienza del 5 marzo inizieranno le discussioni dei difensori degli imputati ( ansa).
Redazione