“Con un piede nella fossa” , storie di malavita e camorra barese 1861-1914, di Stefano de Carolis, edito da LB edizioni. Il lavoro è stato presentato ieri sera (22 ottobre 2018), presso la Libreria Laterza di Bari. Ospiti Eugenia Pontassuglia, Sostituto Procuratore presso la Procura Nazionale Antimafia e il dott. Renato Nitti, Sostituto Procuratore Distrettuale Antimafia Bari-Foggia. Un pubblico incuriosito ha ascoltato le vicende che sono state riportate da de Carolis nel suo libro, ampiamente documentate con materiale inedito. I contributi dei convenuti hanno aperto un parallelismo di notevole interesse tra la malavita passata e quella di oggi. Si scoprono per esempio, i riti di affiliazione, ancora in uso nei clan malavitosi di Bari. L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’associazione “Donne in Corriera”.
Stefano de Carolis, sottufficiale nell’Arma dei Carabinieri, ricercatore storico, cultore di storia patria e giornalista. Il suo è un lavoro inedito sulla criminalità in Puglia, una indagine accurata di un periodo compreso tra il 1860 e il 1914. Siamo alla soglia della Prima Guerra Mondiale, con tutte le conseguenze che si avranno sul contesto sociale e civile dell’epoca.
La trama del libro appare subito affascinante e intrigante: si parte dalla criminalità organizzata di Bari e provincia è il “maxi processo” celebrato alla fine dell’800, quando il Codice Zanardelli muove i suoi primi passi e consente di portare in giudizio 200 imputati, ritenuti affiliati alla “malavita”.
Un avvenimento in cui de Carolis si imbatte per caso: «Tutto nasce circa 15 anni fa. Curiosando in un negozio di antiquariato in Lombardia, trovai una fotografia datata in cui era ritratto uno stuolo di detenuti scortati dai Carabinieri Reali, che usciva dal Castello Svevo di Bari in occasione di un processo penale. Acquistai questa ed altre fotografie che immortalavano i volti di alcuni malavitosi baresi e, ritornato a casa, decisi di approfondire l’antica vicenda giudiziaria in cui mi ero imbattuto».
Abbiamo chiesto a Carolis quali peculiarità aveva e ha la criminalità barese. Egli annota, attraverso la sua ricerca, come la struttura della criminalità organizzata non sia cambiata: “certo si è raffinata, scegliendo campi di azione differenti in cui investire, ma ha mantenuto tratti distintivi costanti: dall’efferatezza, all’arroganza e al modus operandi, passando per la forza pervasiva capace di incidere negativamente sullo sviluppo civile ed economico di un territorio che stava crescendo in modo considerevole“.
Il libro ha ottenuto il patrocinio del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri di Roma e dell’Associazione Grafologica Italiana. Il saggio contiene un cenno anche su Turi, con fatti e protagonisti del tutto “passivi”, attori in un traffico di banconote false che ha interessato soprattutto il Comune di Polignano a Mare, come base logistica.
Nota sull’Autore
Stefano de Carolis, classe 1969, sottufficiale nell’Arma dei Carabinieri, ricercatore storico, cultore di storia patria e giornalista.
Specializzato nella Tutela e Salvaguardia del Patrimonio Culturale Nazionale, presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo del MiBACT di Roma. Già in servizio presso il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Collabora con alcune testate giornalistiche locali e nazionali, e con il giornale statunitense, “L’Italo-Americano”, settimanale bilingue pubblicato dal 1908 in California U.S.A..
Antonio Carbonara