Il 25 e 26 marzo le Giornate FAI di Primavera a Giovinazzo hanno ospitato oltre 7 mila visitatori. Un risultato straordinario oltre ogni previsione.
Il gran numero di visitatori, buona parte della quale provenienti da tutto il territorio circostante, ha messo a dura prova l’ organizzazione delle due giornate concepite dal gruppo locale FAI, costituitosi nel 2014 e composto da una ventina di volontari coordinati dall’ architetto Michele Camporeale.
Fondamentale è stata la presenza e la collaborazione dei 70 studenti del “Liceo Classico e Scientifico Matteo Spinelli” in qualità di “Apprendisti Ciceroni” che hanno condotto il pubblico lungo i percorsi di visita.
La nostra riconoscenza va alla Dirigente scolastica prof.ssa Antonia Speranza e ai docenti che in queste settimane si sono resi disponibili nell’ ospitarci per la formazione dei ragazzi anche oltre l’ orario di studio: professori Mariangela Bavaro, Maria Pappagallo, Gianni Palumbo per il progetto di alternanza scuola-lavoro, coadiuvati da Patrizia Petta, Ilenia Macina, Cristina Caccavo, Giulio Elia, Raffaella Modugno. In questa esperienza è emerso fortemente il senso di appartenenza dei ragazzi al loro territorio attraverso l’approfondimento della storia dei luoghi da visitare; risalta la loro innata capacità di comunicazione in un ambito specialistico come quello della cultura.
L’iniziativa si è resa possibile grazie anche al presidio del Nucleo di volontariato eProtezione Civile 41di Bari che ha garantito l’ordine e l’ agevole svolgimento nonostante il grande afflusso di visitatori in tutte le ore del giorno, in contesti in cui occorreva garantire soprattutto la sicurezza dei partecipanti. In particolare si ringrazia il sig. Vincenzo Dagostino, referente locale con il quale abbiamo avviato una proficua collaborazione già nell’edizione del 2014.
Le Giornate FAI di Primavera a Giovinazzo sono state patrocinate da Città Metropolitana di Bari, Oliveti d’ Italia, Assoproli Bari e Comune di Giovinazzo.
Nell’ ambito del progetto delle Giornate FAI intitolato “Dal recupero al riuso” si è voluta porre all’ attenzione del pubblico la memoria dei luoghi perché si ridefinisse il rapporto con essi. Pur nella loro diversità, essi testimoniano un passato civile e materiale che ha segnato il territorio di Giovinazzo: l’ ex Convento di San Domenico, poi divenuto Reale Ospizio in seguito alla soppressione dell’ ordine dei domenicani, oggi più noto come Istituto Vittorio Emanuele II, con l’annessa chiesa di San Domenico è stato un luogo di accoglienza di giovani indigenti e orfani sottratti al loro destino attraverso un percorso di crescita e formazione fondato sul lavoro e la conoscenza. Conclusa tale esperienza questo luogo ha subito un progressivo degrado e richiede principalmente un intervento di recupero materiale, perché si definisca la sua nuova funzione in ambito contemporaneo. Il FAI ha colto la disponibilità della Città Metropolitanadi Bari nell’ avviare, attraverso questa iniziativa, una nuova fase del destino di questo bene.
Diversamente il casale fortificato dei Rufolo è fortemente connesso alla cultura agraria, in quanto rappresenta un primo esempio di produzione preindustriale dell’ olio. Come tale mantiene al suo interno la presenza di due grandi “trappeti rurali” di epoca angioina in cui sono evidenti tutti gli elementi legati al ciclo di produzione. Avviata la fase di recupero, quasi completa, dopo quarant’ anni di abbandono, oggi è in uso al Consorzio Oliveti d’ Italia che intende realizzare un centro di animazione territoriale per la promozione dell’ olio di qualità e del turismo. In questa occasione si è determinata una grande sinergia con il suo Presidente dott. Nicola Ruggero che intende strutturare un rapporto collaborativo per la gestione futura del bene.
A rimarcare la natura del complesso di Rufolo l’ Assoproli di Bari ha organizzato nelle due giornate FAI una presentazione con degustazione in situ degli oli di qualità provenienti dai suoi associati; inoltre ha effettuato con l’ ausilio di alcuni operatori dei brevi corsi di degustazione molto apprezzati dal pubblico.
Il lato più artistico delle due giornate si concludeva con l’ illustrazione da parte dei volontari dell’ importante tela cinquecentesca del Lorenzo Lotto che rappresenta San Felice in cattedra, rinnovata col recente restauro e conservata all’ interno della Chiesa di San Domenico.
L’ architetto Michele Camporeale ha concluso che nella ricorrenza del 25 anno della istituzione delle Giornate di Primavera la presenza di un così alto numero di visitatori conferma il ruolo del FAI nel portare a conoscenza dei cittadini il valore del patrimonio della nazione, secondo il dettato che senza memoria non vi è futuro.
di Antonio Carbonara