Gens Nova OdV, da sempre al fianco delle vittime, ammessa quale parte civile nel processo penale che si è tenuto a Matera, e che vedeva alla sbarra F.G. già agli arresti domiciliari, imputato in ordine ai segg. Reati (per il delitto p. e p. dall’art. 572 c.p., del delitto p. e p. dagli atti artt. 582, 585, 576n. 5 c.p.), per aver maltrattato la convivente V.V., sottoponendola ad un regime di vita intollerabilmente vessatorio, in particolare, ossessionato dalla gelosia, le impediva di uscire di casa da sola, di frequentare amici, costringendola a consegnarli le password di facebook, e controllandole continuamente il cellulare.
Le impediva, addirittura, di vedere la figlia di anni 15, nata da una precedente relazione.
Quasi giornalmente la aggrediva verbalmente e fisicamente, anche sotto l’abuso di sostanze alcoliche, ingiuriandola con epiteti del tipo: “puttana, troia, zoccola, sei una donna di poco conto, vai a letto con tutti!”, minacciandola anche di morte, fino a scaraventarla contro un muro, quando la donna si era recata presso sua abitazione, per riprendere i suoi effetti personali, procurandole un trauma cranico e altre lesioni.
Una vera e propria tortura per la donna, che oggi ha visto culminare questa triste vicenda con una condanna a due anni e quattro mesi per F.G. suo aguzzino.
Soddisfazione espressa da Gens Nova, presieduta dall’Avv. Antonio Maria La Scala, che in questo giudizio era parte civile patrocinata dall’Avv. Laura Bellanova, questo non cancellerà le torture ed i soprusi ricevuti dalla vittima, ma senz’altro è un passo avanti nella lotta alle violenze di genere, dove la parola d’ordine è: denunciare i violenti, ed essere vicini alle vittime, attività per le quali Gens Nova si è sempre battuta.
Redazione