Roma, 20 settembre. “La nostra preoccupazione per l’andamento dell’economia meridionale è grande e confermiamo la disponibilità a condividere quelle misure che riteniamo necessarie per superare una condizione di crisi pluridecennale; misure che nascono da una profonda e radicata esperienza sul territorio”.
Queste le parole in apertura dell’incontro svoltosi ieri a Roma dove la delegazione Confimi Industria composta dal presidente Confimi Puglia e delegato nazionale Industria Culturale Sergio Ventricelli, dal Segretario di Confimi Industria Puglia Riccardo Figliolia, dai tecnici Fabio Sciannameo e Canio Trione, rispettivamente responsabili per le Politiche Pubbliche e per il Centro Studi Confimi Industria Puglia hanno incontrato il Capo di Gabinetto Valeria Capone con il Segretario particolare Sabrina Sambati del Ministro per il Sud Barbara Lezzi, e Fabiana D’Onghia, consigliere legislativo della Presidenza del Consiglio. La seduta era stata aggiornata a oggi dopo l’incontro della scorsa settimana con il Ministro Lezzi per la definizione tecnica delle linee guida di quanto già discusso in precedenza e alla quale ha preso parte anche il Direttore Generale Confimi Industria Fabio Ramaioli.
Una vera e propria Call for Papers che vede il Sud chiamato ad accompagnare e contribuire attraverso le conoscenze maturate sul campo, alla individuazione di logiche nuove per l’economia del Sud, argomenti nevralgici del prossimo DEF (Documento di Economia e Finanza), il principale strumento governativo di programmazione economica di imminente pubblicazione.
Si è dunque parlato di ZES (Zone economiche speciali, ndr), della valorizzazione di Matera – Capitale Europea 2019, della futura Legge di bilancio su temi legati ai territori del Sud, e di alcune proposte per migliorare l’internazionalizzazione delle imprese meridionali troppo penalizzate da una pressione fiscale eccessiva, da un cuneo fiscale da rivedere, da un troppo alto costo dell’energia e da una rete infrastrutturale da aggiornare, tutte questioni da tempo già denunciate da Confimi Industria.
“Come già anticipato – ha spiegato il presidente Confimi Puglia Ventricelli -, le ZES sono certamente di importanza capitale, sia per le imprese italiane che per talune estere interessate a investire sul nostro territorio, costituito da piccole e medie imprese, assai spesso costrette al nanismo da una politica economica miope. Si tratta di storture gravissime, che vanno corrette con immediatezza per restituire alle nostre imprese fiducia nel loro operato, premiando l’impegno, il merito e l’abnegazione. In questo senso, serve cambiare l’attività creditizia delle banche locali, che stanno bruciando milioni di euro di risparmi anziché rilanciare reddito e produzioni, azzerare la burocrazia, almeno per le imprese nascenti, per non scoraggiare i giovani che vogliono intraprendere il percorso dell’auto-impiego, quindi, occorre che la politica monetaria europea non penalizzi, come attualmente fa, le aree che debbono effettuare sforzi supplementari per il proprio rilancio. In nessun caso bisognerebbe cedere alla tentazione di percorrere la scorciatoia della politica degli aiuti, che invece riteniamo debba essere smantellata in tutto il territorio dell’Unione, ma di applicare alle realtà meridionali le regolamentazioni semplificate, che sono adatte all’imprenditoria locale.
Appello finale quello del responsabile Centro Studi Canio Trione che ha sollecitato l’attenzione sul disagio prodotto dalla recente legislazione sulle fatturazioni, come sulla tracciabilità dei pagamenti e di tutta la fiscalità. “Siamo a livelli patologici – ha detto Trione – che inducono le imprese a lavorare solo perché non si vogliono chiudere aziende spesso storiche, con il risultato di una continua e mortificante emigrazione di massa delle energie migliori. Al contrario pensiamo che, con la creazione di un ambiente favorevole, riusciremo senza dubbi a fermare tale emorragia e a indurre molti dei figli della nostra amatissima Terra a tornare e a contribuire alla nostra rinascita”.
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