Noi siamo città marittima, per natura, per situazione topografica, che non è in potere di alcuno modificare…vi sono secoli di esistenze, che con la vita vissuta, lo ribadiscono e lo confermano ineluttabilmente».È Giovanni Beltrani che già nel 1907 si interrogava ne “Le vicende storiche e tecniche del Porto di Trani” su quale fosse la reale vocazione della perla dell’Adriatico. È proprio l’assunto dello storiografo e ispettore dei monumenti di Terra di Bari, il tranese Giovanni Beltrani (1848-1932),ad aver ispirato l’indirizzo programmatico “Trani: economia e lavoro. La storia, il presente ed il futuro”. L’ampio progetto è già statoi ntrodottoed illustrato al Palazzo Beltrani a Trani dal sindaco della città di Trani, Amedeo Bottaro, dall’assessore alle attività produttive e politiche per lo sviluppo Marina Nenna, dal consigliere comunale Giacomo Marinaro, dall’archeologo Giuseppe Ruggiero, e da Annamaria Natalicchio, coordinatrice del progetto.
Da troppi anni si è dimenticato il senso di appartenenza ad un territorio che ha fatto la storia dell’Italia. Trani, importante crocevia tra l’Oriente e l’Occidente, che vanta storicamente un’intensa attività legata al mare, all’agricoltura e all’estrazione della pietra di Trani, che le ha dato valenza e risonanza in tutto il mondo, basti considerare per esempio un grattacelo emblema di New York, l’Empire State Building,assieme agli innumerevoli edifici costruiti con la pietra di Trani.
L’esigenza è quella di fare un lavoro sistematico e avvincente allo stesso tempo, che attesti lo stato economico attuale di quattro macro aree o comparti che sono sotto la lente del progetto. Le stesse attività produttive che, pur avendo subito l’onta della crisi e della congiuntura economica sfavorevole, hanno reso grande Trani: la pesca, l’agricoltura (soprattutto per la produzione di olio e vino, senza dimenticare il moscato), il comparto lapideo (marmo e pietra di Trani), il calzaturiero (ciò che rimane del fiorente TAC) e relativo indotto. Una sorta di focus, un’analisi del territorio a cui tutti gli attori dei vari comparti sono chiamati a partecipare. E poiché – come sosteneva Tucidide – “bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro”, per ciascuno di questi settori saranno analizzati la storia, considerando i benefici che ogni comparto ha prodotto nel tempo sul territorio,l’attuale stato dell’arte, analizzando il panorama mondiale del libero mercato, l’adeguamento allo stesso e i vincoli dettati dalle normative europee, e, infine,il futuro, affrontando le possibilità di sviluppo, quelle occupazionali e la riscoperta dei valori della nostra cultura. Quella messa in campo a tal fine è una chiamata pubblica, che prelude ad un processopartecipato ed inclusivo, che, nell’idea degli organizzatori,deve essere orizzontale e coinvolgere tutti coloro che sono interessati a tracciare le linee, anche programmatiche, di questo progetto molto articolato. Perché ciò avvenga, è necessario fare massa critica. In base a queste aree di interesse ci si propone infatti di coinvolgere le rispettive associazioni di categoria, di mestiere e culturali, federazioni di settore, ad esempio Confindustria, Unimpresa, Confartigianato, Confesercenti, Assindustria, Coldiretti, ecc. Senza dimenticare i vari enti e soggetti istituzionali, compresi l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e il Politecnico,l’Accademia delle belle Arti, gli istituti scolastici di ogni grado, gli imprenditori delle aziende del territorio rappresentative di questi settori ma anche tutti gli esperti in materia, gli stakeholder, i cosiddetti portatori di interesse,i rappresentanti degli ordini professionali: ingegneri, geologi, architetti, agronomi, ecc, e infine tutti i cittadini interessati.
Il programma, che si dipanerà sino a marzo, prevede 9 convegni, 3 per ogni macroarea (pesca e agricoltura faranno parte di una sola macroarea) e per periodo considerato, cioè passato, presente e futuro. Si partirà a brevissimo con un convegno per raccontare l’origine del comparto lapideo e della pietra di Trani e con una mostra fotografica allestita a Palazzo Beltrani, a cura dell’associazione culturale Trani nostra, che illustrerà vari passaggi dalla fine dell’800 sino ai giorni nostri di attività lavorative che hanno caratterizzato la città: volti e aspetti urbanistico-architettonici di Trani alcuni dei quali non più leggibili.
«L’approccio al progetto è fondamentale, – così sottolinea il sindaco di Trani Amedeo Bottaro – studiare il passato per costruire il futuro. Trani non è cresciuta in alcuni settori come in quello agricolo o peschereccio, come per esempio è successo in altre città limitrofe, come Bisceglie e Molfetta, perché il settore lapideo a Trani è stato sicuramente protagonista, facendo passare il messaggio che si potesse vivere solo di quello, così come è accaduto per il TAC rispetto a città come Barletta. Trani deve guardare al futuro in maniera diversa, deve recuperare ciò che nel passato non si è fatto e investire maggiormente in settori come quello agricolo».
Elogia l’iniziativa l’assessore alle attività produttive e politiche per lo sviluppo della città di Trani Marina Nenna. «Il confronto partecipato con chi vive quotidianamente di queste realtà è il miglior modo per fare emergere tanto le criticità dell’economia del territorio, quanto comprendere quale possa essere lo sviluppo possibile.Il calzaturiero, per esempio, è ancora oggi il core business di questo territorio, e questo significa che comunque chi ha ripensato la propria impresa in una chiave moderna, affrontando le sfide dell’e-commerce, della grande distribuzione, e anche della concorrenza di altri Paesi, probabilmente ha focalizzato quelle che possono essere le exit strategy, e quindi, per noi,metterle insieme e provare a costruire delle nuove soluzioni che possano essere condivise da tutti può portare a buone prassi da mettere a sistema. Tanto vale per il calzaturiero, ma anche per il lapideo, che va ripensato. Tutte quelle cave possono costituire nuove opportunità, una nuova risorsa per altri utilizzi. È un settore tutt’altro che morto!
Si è scarsamente investito negli anni nei settori della pesca e agricoltura, – continua Nenna -in realtà questi ultimi, connessi ad un sistema enogastronomico di qualità, costituiscono l’occasione più interessante per il nostro territorio. Quindi investire in una filiera corta che garantisca la qualità dei prodotti può essere un modo per stare nel mercato con una certa autorevolezza.Tutto questo si può fare se la programmazione è concepita a medio e lungo termine e viene costruita assieme agli operatori dei vari settori, al fine di una politica efficace».
Entusiasta anche il consigliere comunale Giacomo Marinaro il quale sostiene che«è la prima volta dopo tanti anni che una amministrazione mette sotto la lente d’ingrandimento il cuore pulsante dell’economia tranese. Non saranno dei semplici convegni ma tre macroaree da studiare, per capire lo sviluppo e il benessere economico, ma anche intervenire sul decadimento che negli anni questi settori hanno vissuto. Bisogna intervenire proprio lì, ascoltare gli operatori del settore per far ripartire Trani dal punto di vista lavorativo. Questa è una grande occasione per tutti – sottolinea Marinaro -, spero vivamente che a questo progetto ambizioso possano partecipare in maniera attiva tutte le associazioni di categoria per dare il proprio contributo, ma anche gli stessi imprenditori che hanno vissuto le varie fasi dei vari comparti; ora è il momento di reinvestire tutta la loro esperienza per far rinascere il tessuto economico di Trani. Vorrei ricordare che siamo sempre la città del moscato, che con la pietra di Trani sono stati costruiti edifici e monumenti in tutto il mondo. Per quanto riguarda il settore enogastronomico poi siamo una delle poche città con più stelle Michelin. Volutamente non ci sono simboli apposti su questo progetto, perché vogliamo che tutti partecipino attivamente».
Tutti sono chiamati dunque a profondere in maniera partecipata i propri contributi che possono essere di vario tipo: da quelli storici – l’intero ciclo convegnistico sulla storia delle tre macroaree sarà a cura dell’archeologo Giuseppe Ruggiero, con la collaborazione di tutte le associazioni storico-culturali della città di Trani e della provincia BAT -, a quelli descrittivi della realtà odierna sino a quelli propositivi, come istanze e soluzioni per il futuro. Saranno bene accetti anche documenti fotografici o cartacei ma anche testimonianze orali o di storie tramandate.
Per partecipare è necessario iscriversi mediate un modulo da compilare sul sito www.palazzodelleartibeltrani.it nella sezione eventi (www.palazzodelleartibeltrani.it/event/trani-economia-e-lavoro-la-storia-il-presente-e-il-futuro-modulo-di-iscrizione/),oppure mandare una mail all’indirizzo amministrazione@palazzodelleartibeltrani.it, indicando il proprio nome, cognome, numero di telefonoe le macroaree di interesse tra Agricoltura e Pesca, Marmo o Calzaturiero, specificando se si è esperti della materia o semplicemente interessati al progetto, oppure telefonare per informazioni al numero 0883 500044.
Il fine sarà poi quello di organizzare tutto lo studio in una pubblicazione e in un DVD da lasciare alle future generazioni, alla Biblioteca di Trani e ovviamente a Palazzo Beltrani, che sia una fotografia attenta e lucida dei vari comparti, per comprendere, partendo dall’analisi del passato e del presente, il futuro di queste attività e dei mestieri ad esse legati. Una fotografia nitida insomma, da cui poi si potrà attingere per ridisegnare lo scenario economico della città di Trani.
redazione